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Monteruga, il paese fantasma nel cuore del Salento

Creato il 03 maggio 2014 da Makinsud

A Monteruga l’orologio si è fermato trentanni fa: il tempo, l’incuria e l abbandono hanno fatto si che una fiorente azienda agricola immersa nel cuore del Salento divenisse un vero e proprio paese fantasma.

monte 2

Situata sulla strada che congiunge San Pancrazio Salentino a Torre Lapillo l’azienda è immersa nelle campagne costellate di ulivi secolari attualmente appartiene come frazione al comune di Veglie. Monteruga borgo nato in epoca fascista (1950) è come decine di altre masserie sorte nel territorio, un luogo dove numerose famiglie del basso Salento si trasferirono dando origine ad una comunità autonoma che viveva dei prodotti della terra. C’erano amori e matrimoni, celebrazioni e campi estivi per bambini e persino una festa patronale che si teneva ogni 17 gennaio aveva insomma al suo interno tutto ciò che serviva per catalogare l’azienda come paese: dalle dimore dei contadini alla chiesa, dal frantoio al deposito tabacchi, la piazza e il campo da bocce gli elementi che scandivano la vita c’erano tutti.

Fino a quando negli anni ’80 il cuore di Monteruga si è fermato: privatizzazione, spartizione dei terreni e il fiorire dei centri urbani hanno fatto si che questa florida azienda divenisse con lo scorrere del tempo un luogo dimenticato. Portoni sfondati e calcinacci sparsi ovunque sono ciò che resta di quell agglomerato di cemento di epoca fascista, l’azienda si è sfaldata divenendo troppe volte merce di scambio di politici chiacchieroni che contavano di trasformare la struttura nel più grande parco fotovoltaico d’Europa. Risultato? Monteruga è morta, vivo è solo il ricordo di chi in quell’azienda ci è nato  e cresciuto perché magari era figlio del fattore.

Sfumata persino l’ipotesi di trasformare il complesso in un resort di lusso merito della posizione strategica della struttura a ponte tra il mar Adriatico e lo Ionio che avrebbe potuto farne una meta ambita dai visitatori salentini invece svanita anche questa ipotesi, Monteruga ha conosciuto solo il turismo dell abbandono e della dimenticanza.

E se le promesse elettorali e i buoni propositi svaniscono di volta i volta le costruzioni ormai fatiscenti restano. Gli edifici sopravvivono spazzati dal vento “faremo”  e dalla pioggia di “poi vediamo” ridotti ad un cartello che li indica come “fabbricati pericolanti”.

 


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