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Montessori-Video tesina, maturità : "L'educazione nella prima infanzia"

Creato il 24 gennaio 2015 da Pedagogika2

Approfondimenti:
Dice la Montessori ne La mente del bambino (Mente assorbente): “A tre anni di età è come se la vita ricominciasse perché allora la coscienza si palesa piena e chiara”. Il bambino vuole “conquistarsi l’ambiente e con esso i mezzi per il proprio sviluppo”. Ora si registrano due tendenze: quella di sviluppare la coscienza attraverso l’attività sull’ambiente, e quella di perfezionare ed arricchire le conquiste già fatte. Perciò il periodo fra tre e sei anni è un periodo di “perfezionamento costruttivo”.Le mani del bambino, guidate dall’intelligenza, cominciano ad eseguire compiti di tipo umano definito. Il suo gioco è realmente lavoro, perché il bambino sta lavorando per il proprio sviluppo. Per questo Montessori chiama il bambino da 3 a 6 anni il “lavoratore cosciente”.
“ L’individuo umano è un’unità...Gli sviluppi embrionali che si sono compiuti separatamente da zero a tre anni...devono infine agire tutti insieme e organizzarsi a servizio della personalità. Ciò avviene quando nel periodo successivo, da tre a sei anni, la mano lavora e la mente è guida al lavoro. Se le circostanze esterne non permettono questa integrazione, le energie continuano a spingere quelle formazioni parziali che vengono a svolgersi disorganizzate, deviando dal loro fine...  E queste energie separate, che mai trovano soddisfacimento, danno luogo a innumerevoli combinazioni di sviluppi errati, deviati, origini di conflitti e turbamenti. Tali deviazioni non sono da attribuirsi a difetti della personalità, ma devono essere interpretati come conseguenza di una mancata organizzazione della personalità”. Quando invece l’ambiente offre motivi di attività costruttiva, tutte le energie convergono e le deviazioni spariscono mostrando la vera personalità del bambino. Questo processo di transizione dallo sviluppo deviato a quello normale, definito “normalizzazione” permette al bambino di sviluppare in modo spontaneo il carattere. Montessori identifica questo periodo come “periodo embrionale per la formazione del carattere”.
Avendo infine osservato nelle sue sperimentazioni che “lavoro e libertà guariscono dai difetti di crescenza” la Montessori deduce: “vuol dire che lavoro e libertà sono necessari normalmente allo sviluppo del bambino”.La classe è organizzata, sia dal punto di vista fisico (in termini di disposizione) sia dal punto di vista concettuale (in termini di uso progressivo dei materiali) e ordinata, per permettere alla “mente assorbente” del bambino di introiettare l’ordine esterno.Lo spazio è generalmente ampio ed accogliente, luminoso, dall’aspetto altamente gradevole e curato nei minimi particolari. L’impatto per il bambino vuole richiamare l’atmosfera familiare, non solo per le molteplici attività che propone, legate al “riassetto” della casa, ma anche per i messaggi affettivi esplicati dagli stessi arredi.
L’idea di costruire dei mobili adatti ai bambini che li avrebbero usati fu una delle primissime innovazioni della Montessori, diffusasi poi in tutto il mondo. Ma, al contrario degli asili tradizionali, nella Casa dei Bambini gli arredi vengono considerati strumenti educativi indispensabili: sono funzionali, in quanto proporzionati e leggeri, ma anche motivo di attività.
I mobili  che caratterizzano tutte le Case dei bambini in ogni parte del mondo sono:
  • scaffalature di legno basse e poco profonde per l’esposizione dei materiali di sviluppo. Le loro proporzioni consentono al bambino di visualizzare autonomamente i materiali disponibili, di accedere liberamente a quello scelto e, dopo averlo usato, di riporlo autonomamente al suo posto;
  • tavoli di legno, bassi e soprattutto leggeri, di diverse misure, in cui possono sedere da uno a quattro bambini;
  • sedie di legno piccole e soprattutto leggere.
Tavoli e sedie non sono solo arredi che consentono lo svolgimento del “lavoro”: proporzioni e leggerezza li rendono occasioni di azione per il trasporto, la pulizia o la riorganizzazione spaziale nel cambio di attività. Inoltre la leggerezza è volutamente finalizzata all’autocontrollo dell’errore nel movimento del bambino, perché spostandosi se urtati o rovesciandosi evidenziano al bambino stesso i movimenti non ancora coordinati.
Altri mobili, come armadi, armadietti, mensole, piccole librerie, ecc., variano da classe a classe, in base alla disponibilità dello spazio e alle scelte dell’insegnante.
Per i lavori di “vita pratica” è sempre necessario un lavabo con l’uso dell’acqua.
Tutti gli altri arredi vengono in genere scelti dall’insegnante in base al proprio gusto e sensibilità, il che rende ogni classe Montessori diversa dalle altre.
Ogni classe è  organizzata in aree tematiche, generalmente definite e suddivise dalla posizione degli scaffali. Ciascuna area contiene i relativi materiali, cioè gli oggetti educativi ( pratici o strutturati ) che consentono al bambino di lavorare in una specifica area tematica.
Le diverse aree tematiche non vengono disposte a caso ma seguono la regola della connessione: gli oggetti vengono proposti  in modo da facilitare al bambino la scoperta delle affinità tra aree, l’uso e il riordino.
Gli spazi esterni (ingresso, corridoio, antibagno) vengono utilizzati per organizzare aree tematiche, non solo al fine di sfruttare al massimo lo spazio disponibile ma, soprattutto, per creare più occasioni di movimento finalizzato in attività operative che comportano il controllo da parte del bambino dello spazio in cui “vive”, sviluppandone così il senso di sicurezza e di appartenenza.
Le classi sono composte da bambini di 3 età diverse ( 3-6 anni). La tipologia della classe multi-età, con scansione di tre anni, caratterizza nel resto del mondo anche  le scuole primarie e secondarie Montessori, mentre in Italia viene purtroppo applicata solo nelle Case dei Bambini.
L’indicazione della Montessori di adottare questo tipo di classe in tutti i gradi del curriculum montessoriano nasce dalle osservazioni scientifiche della Dottoressa dei comportamenti dei bambini di San Lorenzo, raggruppati per necessità in un unico ambiente. La Montessori notò, infatti, che i bambini più piccoli, interessati e stimolati dalle attività svolte dai più grandi, apprendevano meglio e più velocemente dai compagni che dagli interventi introduttivi o esplicativi degli adulti, mentre i più grandi acquisivano maggiore padronanza e sicurezza del già appreso proprio assistendo o spiegando ai più piccoli.
Oggi anche questa ennesima ed importantissima intuizione della Montessori è supportata dalla ricerca scientifica,  che  definisce “gradiente di apprendimento” il divario ottimale tra docente e discente: minore è il divario di conoscenza tra i due e più facile e migliore sarà l’acquisizione della conoscenza stessa da parte di chi apprende.
La Montessori osservò inoltre che, per aiutare i bambini a sviluppare al meglio se stessi, fosse essenziale un’intensa concentrazione e che proprio questo tipo di concentrazione si verifica nei bambini intenti a lavorare con le proprie mani. Di qui l’uso degli oggetti educativi montessoriani denominati “materiali”:
  • materiali di vita pratica, relativi alla cura della casa e della persona (occorrente per pulire i tavoli, spolverare, spazzare, lavare,stendere, stirare, spazzolare, travasare, apparecchiare, cucire, allacciare e abbottonare, tagliare, ecc.);
  • materiali sensoriali, relativi allo sviluppo dei sensi: visivo, tattile, stereognostico, termico, uditivo, barico, gustativo e olfattivo;
  • materiali culturali, relativi a: linguaggio, matematica, geometria, botanica, geografia, educazione artistica e musicale.
Appositamente disegnati per attrarre l’interesse dei bambini e per insegnare i concetti attraverso il loro uso ripetuto, sono per la maggior parte di legno, naturale o dipinto in vivaci colori, scelti in quanto capaci di attrarre i bambini. Le loro dimensioni tengono conto del concetto materializzato che rappresentano, ma anche delle dimensioni delle mani e della lunghezza delle braccia (vedi aste della lunghezza) del bambino.
Molti vengono esposti sugli scaffali, occupando intenzionalmente un posto preciso, in cui il bambino dovrà ricollocare il materiale dopo averlo usato perché sia pronto per essere usato da un altro bambino. Ulteriori materiali sono invece chiusi in un armadio in quanto vengono usati a rotazione, a seconda che i bambini si dimostrino pronti ad usarli oppure perché non ne hanno più bisogno.
Di ciascun materiale è intenzionalmente presente un solo esemplare, sia perché il bambino impari ad attendere che un altro abbia terminato di farne uso e sia perché venga stimolato, nell’osservare l’altro che lo sta usando, ad apprendere direttamente dal compagno il modo di usarlo e quali sono le attività connesse.
La libera scelta del bambino è quindi intenzionalmente limitata, in quanto la Montessori aveva osservato (e oggi la ricerca lo conferma) che offrire troppe opzioni genera solo confusione e non suscita l’interesse da cui scaturiscono attenzione e soprattutto concentrazione.
Ciascun materiale ha una funzione primaria ma molti hanno anche diverse motivazioni secondarie. Molti di questi materiali, soprattutto quelli che vengono proposti per primi ai più piccoli, sono concepiti in modo da essere auto-correttivi, contengono cioè essi stessi il controllo dell’errore.
L’uso di ciascun materiale è altamente strutturato e le modalità sono quindi particolari e distinte in sequenze. E questo ci porta al ruolo fondamentale svolto nelle Case dei bambini dall’insegnante. L’insegnante rappresenta il continuum tra il bambino e l’ambiente “maestro”. Per questo egli:
  • prepara, cura e tiene in perfetto ordine l’ambiente;
  • prepara le attività per il lavoro auto-educativo del bambino;
  • “inizia” il singolo bambino all’utilizzo dei materiali di sviluppo;
  • rispetta le sue libere scelte all’interno del contesto organizzato;
  • rispetta tempi e ritmi di apprendimento individuale del singolo bambino;
  • osserva attentamente i bambini e le loro interazioni con gli altri e con l’ambiente;
  • limita l’intervento diretto al necessario e all’essenziale.
La “lezione” in cui l’insegnante presenta il materiale al bambino ha carattere di semplicità e di brevità. Infatti, l’insegnante mostra  al bambino le attività sequenziali e le modalità precise da seguire per usare il materiale da lui scelto. Poi il bambino viene lasciato agire liberamente e per il tempo che vuole mentre si esercita nell’uso del materiale.
Poiché è l’uso corretto del materiale a generare la conoscenza specifica, l’insegnante interviene quando il bambino non lo usa correttamente: allora, ripete la “lezione” relativa all’uso corretto e non procede oltre finchè non ritiene conseguito l’apprendimento fornito. La perizia raggiunta dal bambino nell’uso di un materiale segnala all’insegnante che è pronto per il prossimo materiale della sequenza, per il quale verrà fornita una nuova “lezione”.
L’importanza che l’insegnante Montessori riconosce all’uso dei materiali non è casuale, ma deriva dal fatto che questi ultimi facilitano la concentrazione, concetto cardine nel Montessori per la sua valenza psicoterapeutica, oggi ampiamente supportata dalla ricerca. Infatti la  Montessori osservò che il concentrarsi intensamente nell’usare il materiale di sviluppo scelto, o nello svolgere le attività liberamente scelte,faceva entrare il bambino, o ri-entrare in caso di comportamento deviato, in contatto con il proprio sviluppo psico-fisico “naturale”, con i propri talenti e qualità personali: il risultato da lei registrato era sempre, come si può osservare ancora oggi, uno stato di calma e serenità durante e di soddisfazione e mancanza di stanchezza al termine dell’esercizio o dell’attività. Quindi il Montessori ritiene che la concentrazione sia fattore primario per lo sviluppo “normale” del bambino  o per la sua normalizzazione in caso di dinamiche deviate.
Per questo motivo si cerca di evitare le interruzioni di qualsiasi genere dei cicli di lavoro in cui vengono organizzate le attività del bambino.
Il movimento finalizzato caratterizza anche tutte le altre aree dell’educazione montessoriana che si svolgono al di fuori del perimetro classe e che si ritengono fondamentali nel curriculum, in particolare: giardino, orto, teatro, ed.psicomotoria, musica, etc.
Fondamentale importanza viene data all’uscita, non solo dalla classe, ma soprattutto dalla scuola, perché i bambini ricevano direttamente dall’ambiente reale stimoli, informazioni e conoscenze che poi rielaborano nelle attività che svolgono in classe.

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