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MORBID ANGEL: il codardo Trey Azagthoth si riprende Steve Tucker

Creato il 16 giugno 2015 da Cicciorusso

Trey is excited to announce that he and Steve Tucker are working together again for Morbid Angel and the next record will certainly be an amazingly sick world beater (dalla pagina facebook dei Morbid Angel).

Ma vaffanculo, vah (reazione a caldo del sottoscritto).

trey

“Poi tra tre anni richiamo David Vincent e facciamo un disco tra bluegrass e turbofolk”

Leggo sull’internet che Trey Azagthoth si è ripreso Steve Tucker (nel frattempo datosi da fare con i noiosissimi Warfather) nei Morbid Angel. Si arguisce, di conseguenza, che si è rotto il sodalizio con il figliol prodigo David Vincent, con il quale aveva scritto lo spettacolare Illud Divinum Insanus, l’album heavy metal più bello e importante del decennio, a stare stretti. Non è più della partita nemmeno il batterista Tim Yeung, che, come le sue fattezze androgine avevano lasciato intuire, era l’amante di David Vincent, quindi ci sta. Non credo che Azagthoth possa riuscire a convincere Pete Sandoval a tornare. Sarebbe bello ma ormai Pete Sandoval è uscito di testa appresso a Cristo. Un altro che avrebbe dovuto continuare a drogarsi. Al momento non si conosce nemmeno la sorte del quarto membro dell’ultima formazione, Destructhor dei Myrksgog, ma tanto pure che mettono al suo posto il chitarrista di un gruppo a caso che si esibisce alle due del pomeriggio a un festival sfigato di fronte a venti ubriachi non se ne accorge nessuno. A questo punto non sarebbe un’idea malvagia richiamare pure Erik Rutan, che tanto gli Hate Eternal non azzeccano un disco dal 2005. Nel frattempo, per rendere il tutto ancora più surreale, Vincent ha dichiarato che non ha abbandonato i Morbid Angel né nessuno gli ha chiesto di farlo. Magari adesso assisteremo a una mitosi alla Rhapsody, da una parte i Morbid Angel di Azagthoth e Tucker, dall’altra quelli di Vincent e Yeung. A questo punto mi aspetto di tutto.

In attesa che la situazione si evolva, condanniamo con forza questa scelta vigliacca e disonorevole che fa piazza pulita di quello che è stato il loro più grande contributo alla cultura occidentale dopo Altars Of Madness: la filosofia radikult, che stava iniziando pure ad assumere una sorta di linea politica basata sull’odio per le guardie e la legalizzazione dell’MD. The radikult are here to stay, ci avevano promesso. E invece, amici miei, arrivi a un certo punto nella vita, come dice lo scrittore basco Juan Bas nel suo fondamentale Trattato sui postumi della sbronza, nel quale, verso i 35 anni, ti rendi conto che tutto è falso. Living hardcore radikult era un’utopia alla quale concedere le residue speranze di palingenesi ma tutte le grandi utopie, come ci insegnano Proudhon e Varg Vikernes, si sono dovute scontrare con la crudele realtà. Il prossimo disco sarà quindi death metal standard nel loro stile e riprenderà il discorso da Heretic che, per carità, era pure un bel disco ma non c’erano i KILL A COP, i FALCOOOR, e gli A-O-AH, non era roba memorabile come Illud Divinum Insanus, un abisso nel quale mi sono specchiato molte più volte di quanto sarei disposto ad ammettere, senza finire mai di interrogarmi sulla sua totale insensatezza, sul suo essere probabilmente il disco più sbagliato della storia dell’heavy metal. Altro che Never Say Die, altro che Virtual XI, altro che St. Anger, che era solo una rottura di palle, laddove Illud Divinum Insanus non smette mai di divertire e appassionare, come il migliore Alvaro Vitali. Diavolo, questo blog ci ha campato un anno su Illud Divinum Insanus e sullo stile di vita hardcore radikult, che ha ormai una sua autonomia semantica che trascende le intenzioni degli autori, un po’ come accadrà con BUBUBU.

La mia fiducia nel genere umano è scarsissima ma non mi attendevo cotanto disdoro. Quando ho appreso dell’ignominiosa resa mi sono venute subito in mente, per associazione, le magliette che indossava Grunf, l’ex aviere nazista del Gruppo Tnt. “Noi tireremo dritto fino alla prima curva” o “Una ritirata strategica è meglio di una disonorevole sconfitta“. I Morbid Angel di Illud Divinum Insanus sarebbero stati benissimo su Alan Ford, peraltro.

alanford_grunf

Potevano tenersi Vincent e fare un disco death vagamente sperimentale tanto per metterci una pezza e avremmo conservato per loro un rispetto assoluto. Non solo non avevano mai rinnegato Illud Divinum Insanus ma avevano reagito con signorile nonchalance all’esondazione di merda che li aveva investiti dopo la sua pubblicazione. Siti e profili facebook zeppi di meme, la migliore parodia in assoluto della sequenza di Hitler che sbrocca ne La Caduta, decine di articoli di Metal Skunk. L’album che verrà sarà sicuramente carino e dignitoso ma non sarà qualcosa di cui scriveremo per mesi, i cui tormentoni rievocheremo nelle situazioni sociali più inappropriate, che recupereremo senza motivo ad anni di distanza. Ma non importa. La new religion evocata nella memorabile Too Extreme! è ormai così pervasiva da poter fare a meno dei suoi profeti. The radikult are here to stay (yay). Perché – e questo non ce lo potrà togliere mai nessuno – qualunque cosa accada, noi continueremo a vivere hardcore radikult.



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