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Mortal Kombat X – Il Re del gore è tornato

Da Videogiochi @ZGiochi
di Giovanni "Giopa" Panzano

Con l’arrivo sugli scaffali di Street Fighter IV nell’ormai lontano 2009, il genere dei picchiaduro è riuscito a scrollarsi di dosso il peso di un periodo piuttosto negativo, permettendo così non solo il ritorno in grande stile del titolo ad incontri Capcom, ma anche quello di altri, in particolar modo quelli bidimensionali, che sembrano vivere un periodo d’oro al contrario dei 3D. Tra questi è impossibile non citare il nono episodio di Mortal Kombat, che attraverso un riuscito reboot è stato in grado di risollevare la serie di Ed Boon (e di John Tobias, che ormai ha abbandonato da parecchio il progetto) dopo una lunga lista di titoli non proprio eccezionali. Ad un anno circa dall’annuncio della decima iterazione della serie, Mortal Kombat X, siamo quindi arrivati al momento tanto atteso e, dopo aver brutalizzato per bene i vari protagonisti, vi proponiamo la nostra recensione del titolo targato NetherRealm Studios.

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DI NUOVO NELL’OUTWORLD

Mortal Kombat X ci narra gli avvenimenti che si svolgono ben venticinque anni dopo l’ultimo torneo. Tale salto temporale ha permesso agli sviluppatori di introdurre una nuova generazione di lottatori (tra questi i figli di Kenshi, Jax, Johnny Cage e Sonya Blade) e di proporci una versione leggermente diversa di quelli che ormai conosciamo da anni. Questa volta la minaccia non è più rappresentata da Shao Khan, ma bensì dovremo mettere a tacere Quan Chi e i suoi potenti alleati, che stanno facendo il possibile per consentire a Shinnok di fare il suo ritorno. Per quanto non eccelsa in nessun aspetto, la modalità storia risulta comunque gradevole e si lascia giocare lungo tutti i suoi 12 capitoli. Certo, è più breve rispetto ai precedenti, ma resta ugualmente una gradita aggiunta che ci permette di conoscere meglio i retroscena di ciascun personaggio e, soprattutto, di fare testing su quasi tutto il roster di lottatori.

Dal momento che stiamo parlando di un picchiaduro però, è il gameplay l’elemento fondamentale di cui discutere. In Mortal Kombat X ritroviamo una struttura di gioco estremamente simile a quella del nono capitolo, ma che si avvale di alcune introduzioni viste in Injustice: Gods Among Us, come la possibilità di interagire con svariati elementi dello scenario. Potremo ancora una volta concatenare combo effettuabili con i quattro tasti frontali alle svariate mosse speciali, per dare vita a una serie di attacchi piuttosto interessanti. Come al solito avremo a disposizione una barra, divisa in tre sezioni, che ci permette di potenziare le mosse speciali o interrompere le combo avversarie al costo di uno o più segmenti. Ovviamente potremo scatenare l’intera energia accumulata in devastanti attacchi X-Ray, ancora più violenti di quelli visti nello scorso capitolo. Un’ulteriore aggiunta è quella della stamina, rappresentata da un piccolo indicatore sotto la vita, che si consumerà parando gli attacchi e correndo verso il nemico. Tale sistema cerca di bilanciare le fasi di attacco e difesa, impedendo di assorbire un ingente quantitativo di danni per poi immediatamente lanciarsi all’attacco verso il nemico, quando magari è sospeso in aria. A proposito di parata, questa torna ad avere un tasto dedicato, a differenza di Injustice che aveva adottato un sistema più intuitivo e simile a quello visto in Street Fighter e altri esponenti del genere.

Le novità non sono però finite qui, poiché uno degli elementi più interessanti di questo Mortal Kombat X è rappresentato dagli stili di combattimento. Ogni lottatore ha a disposizione tre diverse varianti, le quali non vanno semplicemente a modificare lievemente il loro aspetto, ma aggiungono ad un set di combo e mosse speciali di base delle altre ad hoc per quello stile. Nel caso di Erron Black, ad esempio, sarà possibile scegliere tra uno stile basato sull’utilizzo di un fucile, della doppia pistola o di una spada. Ogni singola variante ha un impatto piuttosto interessante sul gameplay, visto che le combinazioni offerte sono decisamente diverse tra loro e permettono di avere approcci diversi con lo stesso personaggio. Purtroppo un sistema così complesso, unito alla nota carenza dei NetherRealm Studios in termini di bilanciamento, ha contribuito alla nascita di alcuni fastidiosi problemi. Tra personaggi chiaramente più efficaci di altri e possibilità di effettuare combo fuori dal normale, che speriamo vengano corrette al più presto, la situazione non è ideale. Ovviamente chi non è solito giocare online potrebbe anche non accorgersi di tali problemi, ma chi partecipa assiduamente a match competitivi potrebbe risentirne.

Inutile dire che fanno il loro ritorno le tanto amate Fatality, ovvero il momento più divertente del combattimento. Ogni combattente avrà a disposizione due diverse fatality, tutte fuori di testa e realizzate in modo impeccabile, tanto da lasciarvi sicuramente a bocca aperta in più di un caso. Per i più esigenti arrivano poi le numerose Brutality, un tipo di esecuzione alternativa che però non va eseguita al termine del match, ma consiste nel terminare l’avversario in fin di vita con un colpo preciso e, cosa più importante, rispettando alcune precise condizioni. In questo caso l’azione di gioco non si spezzerà per dare il via al classico filmato, ma massacreremo il nostro opponente direttamente in battaglia. Certo, le Fatality restano le più divertenti da vedere, ma le Burtality risultano senza ombra di dubbio più gratificanti, sia per la maggiore difficoltà nel realizzarle sia per le ricompense ottenute in caso di successo.

TEST YOUR MIGHT!

Come ogni titolo della serie che si rispetti, anche in Mortal Kombat X ci sono diverse attività in grado di tenere alta l’attenzione del giocatore. Oltre la già citata storia, che vi impegnerà per circa quattro ore, potrete darvi a svariate attività, tra le quali spiccano le Torri, strutture già note agli appassionati della serie. Oltre a quella arcade, in Mortal Kombat X sono presenti le modalità di sopravvivenza, scontri infiniti, prova la tua forza e prova la tua fortuna. Per quanto riguarda le prime due, si tratta della solita modalità presente in quasi tutti i picchiaduro, in una però manterremo la salute da incontro a incontro, nell’altra verrà ripristinata ad ogni vittoria. Prova la tua Fortuna prevede invece che ad ogni scontro vengano aggiunti diversi modificatori che renderanno più o meno ardua la vittoria in base, appunto, alla vostra fortuna, mentre in Prova la tua Forza dovremo distruggere un oggetto semplicemente premendo ripetutamente i tasti del pad. Nell’ultimo caso si tratta di un tipo di sfida piuttosto frustrante, soprattutto ai livelli più alti, visto che non solo richiederà una pressione dei tasti eccessivamente veloce, ma spesso vi ritroverete questi test come intermezzi delle Torri, trasformandosi così in un ostacolo particolarmente fastidioso e talvolta insuperabile. Un’altra interessante novità è rappresentata dalle Torri Viventi, tre torri che si aggiornano rispettivamente ogni ora, giorno e settimana, ciascuna con modificatori e sfide particolari. In questo modo i giocatori avranno una sfida che si rinnova costantemente e, grazie al supporto delle classifiche, sarà un motivo per giocarle più volte e migliorare il proprio punteggio.

Simpatica è poi l’aggiunta di un metagame legato alle fazioni, ovvero cinque squadre che ci permetteranno, partita dopo partita, di guadagnare punti fazione e contribuire alla vittoria del team scelto, con una premiazione che avverrà settimanalmente. Inoltre ognuna di queste fazioni sbloccherà fatality uniche, che andranno così ad incrementare il numero di quelle standard. Per aiutare la crescita della propria squadra dovremo solo combattere i match classici, ma potremo partecipare ad eventi a tempo particolari come l’incontro col boss, dove bisognerà resistere per 30 secondi contro un avversario invincibile, e una Torre speciale in cui dovremo affrontare lottatori appartenenti alle fazioni avversarie. Tutto ciò è molto interessante, peccato però che la stragrande maggioranza degli utenti abbia scelto la via dei Lin Kuei, tanto da non lasciare alcuna possibilità di vittoria alle altre quattro scelte disponibili. La speranza è quindi che gli sviluppatori si inventino qualcosa per riequilibrare le cose, altrimenti c’è il serio rischio che la situazione degeneri.

Con tutti i gettoni accumulati aumentando il livello personale e della fazione sarà di nuovo possibile fare acquisti pazzi all’interno della Krypta, questa volta ancora più elaborata di quanto visto in passato. Sarà presente un’area di gioco enorme, in cui potremo muoverci come nei vecchi dungeon crawler, in stile Legend of Grimrock, per fare un esempio recente. In ogni area saranno presenti diversi oggetti da raccogliere e azioni da compiere per accedere alle aree successive e sbloccare tutte le fatality, le brutality, i costumi e gli altri collezionabili.

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IT’S RAINING BLOOD

Passiamo al comparto online, del quale non possiamo ritenerci pienamente soddisfatti. Nonostante il passo in avanti rispetto ad Injustice: Gods Among Us, permangono i soliti problemi di netcode, cosa che in un picchiaduro non è per nulla da sottovalutare. Per quanto riguarda le modalità disponibili nel multiplayer, troviamo il classico match 1 contro 1, sia in versione veloce che classificata, re della collina, dove troveremo una stanza popolata da svariati giocatori che sfidano a rotazione il vincitore del match precedente e battaglia a squadre, in cui due squadre da tre giocatori si sfidano in un numero di match che può variare da due a tre, visto che ad ottenere la vittoria è la prima squadra che vince due partite. Vi è infine la possibilità di affrontare una Torre di avversari umani, con tanto di modificatori e sfide già viste nel single player.

Dal punto di vista tecnico il titolo non stupisce, complice l’utilizzo, ancora una volta, dell’Unreal Engine 3. Ognuno dei personaggi è realizzato estremamente bene dal punto di vista artistico, stesso discorso per le arene (ricche di dettagli ed elementi in movimento), ma il dettaglio grafico non è dei migliori, ciononostante si tratta comunque di un titolo gradevolissimo da vedere. Le stesse Fatality, come accennato sopra, sono realizzate magnificamente e sarà un piacere per gli occhi ripeterle più e più volte. Non ci sono problemi per quello che riguarda il framerate, praticamente granitico sui 60 durante le fasi di gioco, mentre fatality, X-Ray e filmati andranno sistematicamente a 30 fotogrammi, risultando un pochino fastidiose, così come i vari intermezzi. Parlando invece del doppiaggio, va apprezzato il salto di qualità rispetto all’orrendo lavoro svolto con il precedente Mortal Kombat, ma nonostante le voci utilizzate siano piuttosto famose, è impossibile non notare quanto in alcuni casi l’accoppiata voce/personaggio strida un po’ troppo.

Una piccola nota la dedichiamo infine all’app disponibile gratuitamente su iOS e che a breve arriverà anche su dispositivi Android, che permetterà di sbloccare svariati elementi da console all’app e viceversa. Il gameplay è in questo caso identico a quello visto in Injustice, ovvero un titolo di carte collezionabili in cui, durante gli scontri, potremo controllare direttamente il personaggio. Non sarà semplice completare il titolo senza cedere alle fastidiose micro-transazioni, ma con un po’ di dedizione e la giusta strategia riuscirete senza problemi a sbloccare tutto su entrambe le piattaforme. A proposito di transazioni, anche la versione console presenta la possibilità piuttosto fastidiosa di acquistare sugli store delle “agevolazioni” come le Fatality semplificate, effettuabili con la semplice pressione di un tasto, e lo sblocco automatico del 100% della Kripta. Queste meccaniche non vanno ad intaccare in alcun modo l’esperienza degli utenti non paganti (per modo di dire), ma la loro presenza risulta comunque preoccupante. Ovviamente non mancano nemmeno i DLC che aggiungeranno lottatori al roster, che per quanto non sia scarsissimo presenta alcune lacune non piacevolissime, soprattutto per i personaggi affrontabili nel corso della storia, come Baraka, Sindel e Rain.

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