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Morte Indolore

Creato il 26 giugno 2010 da Albix

20 weeks foetusStrano responso, quello che il Reale Collegio Ostetricio-ginecologico britannico ha dato al governo di Sua Maesta Britannica, in tema di aborto.

Secondo gli esperti britannici un feto di 24 settimane può essere ucciso perchè incapace di provare dolore a causa di uno scarso sviluppo dei nervi della corteccia cerebrale.

Come dire “Ti ammazzo nel sonno, oppure sedato, così non soffri; ed il mio crimine viene giustificato.”

Io, che negli anni settanta ho cantato con Guccini “L’avvelenata”, criticando chi obbligava le donne incinte ad andare ad abortire presso le mammane, in condizioni disumane, senza accorgimenti igienico-sanitari, spesso a rischio della vita propria e di quella del feto, oggi capisco l’errore di fondo che inficiava il mio ragionamento.

La scelta non è e non deve essere tra abortire con l’assistenza dei medici, in ospedale, oppure abortire dalle mammane, con il feto trapassato da ferri da ricamo non sterilizzati.

L’unica scelta possibile, per chi vede nel feto il miracolo della vita che si perpetua dalla notte dei tempi, che consente all’uomo di tramandare la sua specie, senza se e senza ma, come un frutto della Natura che vuole vivere, per il fatto stesso che è vita esso stesso,  vita e voglia di vivere, vita e promessa di vivere, istanza di vita ed esistenza essa stessa, l’unica scelta possibile, dicevo, è la vita.

Come siamo stati tutti noi un giorno più o meno lontano. E non saremmo qui a scirvere e a leggere se una mamma generosa non ci avesse salvaguardato da tutto e da tutti, a costo di inenarrabili e generosi sacrifici.

E scrivo questo senza puntare il dito contro nessuno, senza voler giudicare nessuno, senza pregiudizi ideologici e/o religiosi.

Da misero peccatore, piccolo e fragile quale io sono, ritengo che l’unica scelta giusta sia sempre la vita.

Se vivere in una società evoluta ha davvero un senso; e se essere un consorzio umano ed una società solidale ha davvero un significato, allora noi dovremmo essere in grado di stare a fianco di chi porta in seno una nuova vita: qualcuno che appartiene alla donna che lo ha concepito(in senso biologico), ma che appartiene anche a ciascuno di noi, alla società nel suo insieme (in senso giuridico, ma anche in senso morale e sociale).

Questo implicherebbe il pieno e totale appoggio, non a consentire un aborto facile, piuttosto che uno rischioso (com’era nella terribile alternativa dell’”Avvelenata” di Guccini e del dibattito degli anni settanta in cui tale testo poetico si inseriva), ma un supporto per la vita, ivi compresa la possibilità di affidare comunque e sempre il nascituro a dei privati volonterosi di adottarlo (cosa già possibile con le leggi vigenti) oppure alla società, obbligata a farsene carico.

Lo so che molte donne, e soprattutto le femministe, le comuniste e le libertarie ad ogni costo non saranno d’accordo, ma questo è il mio pensiero.

C’è un inganno di fondo, nell’aborto e nella convinzione che la scelta spetti solo e sempre alla donna.

C”è un difetto nell’educazione sociale che viene impartita alle donne, secondo cui una donna è sessualmente libera (e fin qui si potrebbe anche essere d’accordo) di avere rapporti e di concepire, più o meno volontariamente, una nuova vita; ma poi sarebbe anche libera di disfarsi a suo piacimento di questa vita (e qui non sono più d’accordo).

Certo, posso immaginare le paure, le ansie, l’impreparazione, che spingono la donna ad un gesto così estremo; e immagino anche che sia un’esperienza traumatica il commetterlo. Ed è proprio per questo che reputo necessaria una profonda riflessione ed una rivisitazione di tutto il discorso sull’aborto. Una riflessione che non parte necessariamente dalla legge, ma bensì dalla visione culturale che quella legge ha prodotto.

Pare comunque che il Premier David Cameron non sia rimasto molto convinto del responso al punto che starebbe pensando di ridurre il limite legale per l’aborto da 24  a 20 settimane.

Foto: dailymail


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