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“Morti, amanti e funerali” – Matteo Gennari

Creato il 27 novembre 2011 da Temperamente

“Morti, amanti e funerali” – Matteo GennariIn Morti, amanti e funerali di Matteo Gennari siamo in Italia, la protagonista è una bambina un po’ cattivella di nome Costanza e la sua pazza famiglia. Famiglia pazza forse a causa del fatto che di mestiere fanno gli impresari di pompe funebri, e lo fanno tra Pesaro e Milano. Quando mamma e papà si separano, la piccola Costanza proprio non gliela perdona, così inizia a esercitare i suoi pseudo poteri magici, formulando desideri inconfessabili alla sua bambola, che magicamente le dà ascolto. Matteo Gennari mette in scena un dramma (o forse semplicemente un ménage) familiare in cui la figlia è una traviata schizzoide sin dalla più precoce età, il padre è un perverso con fantasie sessuali poco raccomandabili, che per fortuna sfoga con la segretaria, e non si salva neanche la madre: per un lungo periodo perde completamente l’uso della parola. In questo simpatico quadro famigliare, non ci stupiamo più se ad un certo punto padre e figlia cominciano a vedere e parlare con i fantasmi, no?

Matteo Gennari è pesarese e vive in Brasile da anni. Credenze e superstizioni sudamericane hanno evidentemente condizionato il nostro, che ha riversato nel libro tutta la particolare attenzione che il popolo brasiliano ha nei confronti di spiriti e fantasmi, e che anche la letteratura gli ha dedicato – basti pensare ai tanti fantastici incontri sovrannaturali che si fanno nel corso di Cent’anni di solitudine.

La storia quindi procede tranquillamente, nonostante le assurdità e le stranezze delle situazioni. E se è vero che la vita è effettivamente spesso bizzarra e sorprendente, è anche vero che il confine tra realtà e suggestione è spesso molto labile. Con molta e sottile ironia, Gennari si fa beffe dei suoi personaggi, mostrando quanto siano dei fragili, indecisi, confusi esseri umani, mossi come foglie dal vento, privi di direzioni precise, capaci di attorcigliarsi attorno al proprio quotidiano crenadosi inesistenti problemi o paranormali vie di fuga pur di scappare dalla propria mediocrità. Il problema è che questo andamento contorto si riflette anche sull’intero libro, che sembra tutto una lunga, lunghissima “storia” poco credibile eppure già sentita – come quando ascolti gli indicibili e ridicoli pettegolezzi di quartiere. Colpa anche lo stile narrativo di Gennari, che registra tutto in presa diretta, al presente, senza scandire tempi e azioni, tutte contemporanee. La narrazione diventa quindi dialogica, fluviale, senza pause che permettano un respiro per accomodare le cose. Provocando quel senso di fastidio che si ha quando si è a contatto con una persona vagamente logorroica, che nonostante sia ricca di spunti divertenti, alla fine ti annoia e ti dà il mal di testa.

Azzurra Scattarella

Matteo Gennari, Morti, amanti e funerali, Abel book, 2011, € 4.99


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