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Mostra del Cinema di Venezia 2013: 70 anni di storia cambiamenti ed evoluzioni

Creato il 28 agosto 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Mostra del Cinema di Venezia 2013: 70 anni di storia cambiamenti ed evoluzioni

28 agosto 2013 • 

Compie 70 anni il Festival del cinema di Venezia, il più antico del mondo e tra i più prestigiosi, con il suo premio più importante, l’ambito  Leone d’Oro. Il 1932 è l’anno delle primissime proiezioni, dove i film, alcuni dei quali portano le firme di registi come Capra con “Proibito”Vidorcon “Il Campione”Clair con “A me la libertà”Camerini con “Gli uomini,che mascalzoni..”(primo film italiano in concorso) vengono giudicati unicamente dal pubblico, attraverso un referendum.

Il primo film proiettato tuttavia  è  “Il dottor Jekyll” di Mamoulian che riceverà due riconoscimenti non ufficiali: per il miglior attore e per il film più originale;  la manifestazione ha grande successo grazie anche ai divi e alle dive che appaiono sul grande schermo: Greta Garbo, Clark Gable, Vittorio De Sica, Joan Crawford, James Cagney , Boris Karloff  passato agli annali del cinema per aver dato volto e corpo al primo “Frankeinstein” Si deve attendere il 1934 per avere una dimensione competitiva  del Festival, quando i film sono giudicati sia dal pubblico che da esperti, e i premi vengono assegnati dalla Presidenza della Biennale; si istituisce la Coppa Mussolini per il miglior film italiano e straniero;ma ancora non c’è una vera e propria giuria. Una giovane e promettente attrice viene premiata per la sua interpretazione  in “Piccole donne” di Cukor, si tratta dell’indimenticabile  Katharine Hepburn,miglior film straniero risulta “L’uomo di Aran”documentario di Flaherty mentre la Coppa Mussolini  va a “Teresa Confalonieri” di Brignone ;Si presenta anche Frank Capra con la  commedia “Accadde una notte”dove una deliziosa  Claudette Colbert insegna ad un sornione Clark Gable a fare l’autostop. La seconda edizione vanta già uno scandalo che oggi farebbe sorridere: il nudo integrale della protagonista del film cecoslovacco“Estasi” di Machatý.

Dal 1935 la mostra diventa annuale, sulla spinta del grande successo di pubblico e di critica, vi parteciperanno più Paesi , ma non saranno ammessi film sovietici fino al dopoguerra; il premio per gli attori assume il nome di Coppa Volpi, mentre furoreggiano Ford con “Il traditore”, Von Sternberg con “Capriccio spagnolo”interpretato da Marlene Dietrich e Brown che con il suo “Anna Karenina” con protagonista una intensissima e suadente Greta Garbo si aggiudica il premio come miglior film straniero; “Casta diva” di Gallone invece è giudicato il miglior film italiano.

Il 1936 è la prima volta della Giuria Internazionale  e del regista cultore dei sentimenti femminiliMax Ophuls (“La nostra compagna”)ma non di Capra (“E’ arrivata la felicità”) , di Ford (“Maria di Scozia”) di Clair (“Il fantasma galante”) e di Von Sternberg (“Desiderio di re”). Trionfa“L’imperatore della California” di Trenker ,e Amedeo Nazzari è applauditissimo dal  pubblico.

Sono gli anni del Modernismo e il Palazzo del Cinema inaugurato nel 1937 segue proprio questi canoni; contemporaneamente Bette Davis e ancora una volta Marlene Dietrich sono acclamate sul lido, e un giovane che risponde al nome del grande Jean Gabin sorprende tutti con la sua recitazione nel capolavoro antimilitarista di Renoir “La grande illusione”vincitore,  meritatamente,del grande premio della Giuria Internazionale.

I premi per il miglior film italiano e straniero vanno rispettivamente a “Scipione l’Africano” diGallone e “Carne di ballo” di Duvivier.

Naturalmente  la rassegna cinematografica subisce pesantemente le pressioni del governo fascista ed infatti nel 1938 a vincere sono  il film tedesco “Olympia” di Riefenstahl e l’italiano“Luciano Serra pilota” di Alessandrini sebbene il primo è riconosciuto come un capolavoro degli anni Trenta.

Viene premiato anche un film di animazione americano, il celeberrimo “Biancaneve e i sette nani”;la Coppa Volpi è consegnata a Norma Shearer per “Maria Antonietta”e a Leslie Howard per“Pigmalione”. Il 1938 si rinnova anche grazie all’introduzione della retrospettiva, dedicata ai capolavori del  cinema francese dalle origini al 1933.

Si giunge cosi ai difficili anni ’40, gli anni della seconda guerra mondiale rappresentati lontani dal Lido da Alida Valli, Fosco Giachetti e Assia Noris attraverso film di propaganda . La mostra riprende nel 1946 ma al cinema San Marco , a causa della requisizione  da parte dei Tedeschidel Palazzo del Cinema.

E’ l’anno dei film del Neorealismo e dei suoi straordinari registi: “Paisà”di Rossellini , “La terra trema” di Visconti“Caccia tragica” di De Santis“Senza pietà” di Lattuada;  dei grandi registi internazionali : Orson Welles, Fritz Lang, David Lean, John Huston, Jean Renoir ; e delle grandi icone : Cotten e la Hayworth. Ma è la vulcanica Anna Magnani a rubare la scena a tutti , vincendo la Coppa Volpi per la sua interpretazione nel film di Zampa“L’onorevole Angelina”. L’anno successivo vede la vittoria  del  francese Clouzot  per la regia di “Legittima difesa”; nel 1948 viene premiato l’”Amleto” di Olivier  insieme a Jean Simmons per il ruolo di Ofelia, mentre la migliore interpretazione maschile è quella di Ernst Deutsch per “Il processo” di Pabst a cui va anche il premio per la regia. Il cinema italiano non sta a guardare  e si contraddistingue per le grandi prove registiche di Visconti con “La terra trema” e di Castellani con “Sotto il sole di Roma”.

Nel 1949 la mostra torna di nuovo al Lido  e viene istituito Il Premio Leone di San Marco per il miglior film che andrà a “Manon” di Clouzot, a Cotten e alla De Havilland la Coppa Volpi, mentre l’italiano Augusto Genina  riceverà il Premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri  per il film“Cielo sulla palude”.

Negli anni ’50 sbarcano al Lido  il cinema indiano e giapponese e il Festival  registra nuove tendenze , nuovi stili e tematiche diverse in relazione al periodo storico che si sta vivendo; si afferma il giapponese Kurosawa con “Rashomon”vincitore del Leone d’Oro, che anni dopo si aggiudicherà anche il Leone d’Argento per “I sette samurai”insieme a “I racconti della pallida luna d’agosto”“L’intendente Sansho” di Mizogushi. Nel 1957 è la volta del cinema indiano:  “Aparajito”di Satyajit Ray vince il Leone d’Oro.

Compaiono sulla scena mondiale i registi Federico Fellini e Michelangelo Antonioni, tra i più amati del dopoguerra, imitati e celebrati; e nuovi talenti come Ros(“La sfida”) e Olmi (“Il tempo si è fermato”). Il cinema italiano, tanto ammirato all’estero e osannato dalla critica, resta a bocca asciutta immeritatamente, scatenando numerose polemiche che ruotano soprattutto intorno aVisconti per i mancati premi al lirico “Senso” nel 1954 e al drammatico “Rocco e i suoi fratelli”nel 1960 a favore dei film “Giulietta e Romeo” di Castellani  “Il passaggio del Reno” di Cayatte.

Visconti si riscatterà nel 1964 quando “Vaghe stelle dell’Orsa”vince finalmente il premio più prestigioso.

Rossellini consolida sempre più la sua fama e il suo genio artistico con “Francesco giullare di Dio”, “Stromboli” ed “Europa 51”, questi ultimi due interpretati magistralmente dalla sua amataIngrid Bergman.

Grande successo riscuote il cinema nordico con Dreyer, Leone d’Oro per “Ordet” nel 1955, e conBergman , premio speciale della giura per “Il volto”nel 1959; il cinema francese è sempre al top grazie ai suoi brillanti registi come Bresson , Malle che suscita scandalo con il suo letterario “Gli amanti”Chabrol che con “Le beau Serge”da il via alla Nouvelle Vague. Ritorna anche il cinema americano con nuovi talenti  registici: Kazan , Wilder,Aldrich, Fuller, e divi come Marlon Brando(“Fronte del porto”) , Brigitte Bardot (“La ragazza del peccato”), e i nostrani Alberto SordiSophia Loren, Gina Lollobrigida e Silvana Mangano e Vittorio Gassman. “La grande guerra” di Monicellivince nel 1959 il Leone d’Oro.

Il Festival si rinnova ancora e si amplia creando nuove sezioni negli anni ’60, edizione caratterizzata dalla presenza del free cinema inglese con film come “Sabato sera, domenica mattina”  di Reisz“Sapore di miele”  di  Richardson,  “Billy il bugiardo”  di Schlesinger, mentre  sono sempre più apprezzati i francesi Godard e  Resnais, quest’ultimo vincitore nel 1961 con l’onirico e sontuoso “L’anno scorso a Marienbad”; una premiazione coraggiosa.

L’Italia risponde con nuovi talenti: Pasolini, i fratelli Taviani, Bertolucci, Ferreri, Vancini, Montaldo, Bellocchio, Zurlini , Pontecorvo. Il 1962 è l’anno dell’assegnazione ex aequo di“Cronaca familiare” di Zurlini e “L’infanzia di Ivan” di Tarkovskij.

Merita a questo punto particolare menzione il presidente che dal 1963 dirigerà la mostra, il professor Chiarini; opponendosi alla mondanità e non cedendo alle pressioni politiche e delle case di produzione, riorganizza tutto il sistema, puntando sulla qualità artistica delle opere filmiche. Si alternano cosi giovani promesse e registi già affermati: Polanski, Truffaut, Godard,  Forman, Cassavetes, Bresson; la spunterà lo spagnolo dissacratore Bunuel con il suo “Bella di giorno”(1967)che vede protagonista una bellissima e superba Catherine Deneuve. Ma ancora una volta il cinema italiano è protagonista sia con le sue nuove dive e divi  come Claudia Cardinale, Monica Vitti e Marcello Mastroianni, sia con film importanti come “Le mani sulla città” di Rosi, Leone d’Oro nel 1963; “Il deserto rosso” di Antonioni, Leone d’Oro nel 1964, “La battaglia di Algeri” di Pontecorvo nel 1966.

I tumulti del 1968 si ripercuotono inevitabilmente anche sulla mostra che addirittura non si tiene nel 1973, 1977 e 1978, mentre le edizioni dal 1969 al 1979 non sono competitive; tuttavia nel 1971 viene istituito il Leone d’Oro alla carriera di cui beneficeranno Ford e l’anno successivo Chaplin e vengono proposti film innovativi , sorprendenti e che suscitano scandalo: “Domenica, maledetta domenica” di Schlesinger, “Attenzione alla puttana santa”di Fassbinder“Prima del calcio di rigore” di Wenders“La rabbia giovane” di Malick, “Anche gli uccelli uccidono” di Altman,“Novecento” di Bertolucci e “L’ultima donna” di Ferreri. Nel 1972 spicca il capolavoro (tra i tanti suoi) di Kubrick “Arancia meccanica” destinato a far parlare di sé.

Bisogna recuperare la dimensione internazione del Festival e per farlo ci si affida nel 1979 al regista  Carlo Lizzani ,nuovo direttore, in collaborazione con personalità come Moravia, Escobar e Grazzini, che darà alla mostra il più semplice nome di “Mostra Internazionale del Cinema”invece di “ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica” com’è denominata tutt’oggi.

Comincia a prendere il via il dibattito critico sulle nuove tecnologie utilizzate dal cinema grazie al film “Guerre stellari” di Lucas e pian piano, soprattutto negli anni ’80, il Festival riacquista il suo prestigio originario attraverso le sue “retrospettive” e film spettacolari come “Indiana Jones, i predatori dell’arca perduta”, ed“E.T.” entrambi di Spielberg , il mal compreso ma da rivedere e rivalutare “I cancelli del cielo” di Cimino.

1980: doppio Leone a Malle per “Atlantic City, USA” e  a  Cassavetes per “ Gloria” ; il documentario firmato Fassbinder  “Berlin Alexanderplatz” ottiene un grande successo. L’anno successivo è una donna a vincere il primo premio stupendo tutti: Margarethe Von Trotta con“Anni di piombo”Wenders trionfa nel 1982 con “Lo stato delle cose” mentre si fa strada uno tra i più apprezzati  ed originali autori contemporanei: Emir Kusturica , già vincitore con il suo “Ti ricordi di Dolly Bell?” per la sezione migliore opera prima. Ricambio generazionale per il cinema italiano, si fanno avanti  Moretti,Giordana , Amelio e Benvenuti.

Nel 1983 il nuovo direttore Rondi che crea una giuria internazionale di autori; vince Godard con“Prenom Carmen”.

Il 1984 è l’anno di Zanussi con il suo “L’anno del sole quieto”, il 1985 vede la vittoria “Senza tetto né legge” di Varda e il 1986 “Il raggio verde” di Rohmer. La rassegna inoltre ha il merito di far conoscere anche film fuori concorso come “Zelig” di Allen“Blade Runner” di Scott“C’era una volta in America” di Leone e “La nave va” di Fellini; la maggior parte dei quali ha avuto grande presa sul pubblico , raccontando storie fruibili  per tutti, a differenza  dei film d’autore che hanno trionfato( citati prima) che rientrano nella categoria  “film da festival” non facilmente accessibili alle grandi platee ma di grande valore intellettivo.

Nel 1988 la mostra si arricchisce con nuove sezioni: “Orizzonti”, “Notte” ed “Eventi Speciali”; si fa notare Scorsese con il controverso “L’ultima tentazione di Cristo”basato sui vangeli apocrifi , il grottesco ma raffinato Almodovar , il comico Cricthon con “Un pesce di nome Wanda”, Zemeckiscon  “Chi ha incastrato Roger Rabbit?”Ma il Leone d’Oro spetta al film “La leggenda del santo bevitore” di Olmi.

Il 1989 è la prima volta di un film proveniente dall’Isola di Capo Verde :” O Recado das Ilhas” diRuy Duarte De Carvalho e dell’italiano  Mazzacurati , Malle commuove con il suo “Arrivederci ragazzi”, mentre sono presentati fuori concorso “Gli intoccabili”di De Palma e “Gente di Dublino”di Huston. Ma a vincere il Leone d’Oro sarà “I Dieci Comandamenti”di Kieślowski che catalizza su di è l’attenzione di critica e di pubblico.Pareri contrastanti invece per il film di Moretti “Palombella rossa”e tanti applausi per Harrison Ford e Sean Connery.

Ancora polemiche nel 1990 per l’assegnazione del Leone d’Oro a “Rosencrantz e Guildenstern sono morti” di  Stoppard preferito al visionario “Lezioni di piano” di Jane Campion; molto apprezzato anche “Quei bravi ragazzi” di Scorsese. Il Festival sorprende ancora l’anno successivo decretando  il grande successo  “Lanterne rosse” stupendo  film  cinese di  Zhang Yimou sebbene l’ambito premio vada a “Urga – Territorio d’amore” di Michalkov.  Si fanno conoscere anche i talenti di Spike Lee e Gus Van Sant.

La rassegna, dal 1996 , vive ancora momenti fortunati e ricchi di novità grazie alla direzione diPontecorvo che da amplio spazio al Lido alle star hollywoodiane: Nicole Kidman , Kevin Costner, Mel Gibson, Tom Hanks sono i più ammirati e acclamati; anche l’aspetto mondano conta ed è oggetto di grande curiosità.

Leone alla carriera per Al Pacino, Dustin Hoffman , Robert De Niro e Coppola mentre sul  prolifico versante giovani si fanno notare Mario Martone  , Paolo Virzi e Peter Jackson non toccato  dalla fama che gli porterà successivamente la fortunatissima trilogia de “Il Signore degli Anelli”.

Tornano Altaman  con “America oggi”Kieślowski con “Film blu” entrambi Leone d’Oro 1993. Apprezzato anche “Il postino” di Michael Redford con Massimo Troisi.

Gli anni seguenti vedono affermarsi sempre di più  il cinema orientale, che si impone sul mercato mondiale , “La storia di Qiu Ju” del cinese Zhang Yimou  stavolta è il Leone d’Oro 1992.

La giuria del 1994, presieduta da Lynch, da ancora una grande prova di coraggio , premiando ex aequo “Vive l’amour” del  taiwanese Tsai Ming-liang “Prima della pioggia” di Manchevski.

“Cyclo” di  Tran Anh Hung trionfa nel 1995; si da spazio alla sperimentazione con la sezione “Finestra sulle immagini” dedicata  ai cortometraggi , ai medi e ai documentari.

Nello stesso anno Antonioni torna dietro la macchia da presa con   “Al di là delle nuvole”, Polanskiè presidente nel 1996 e consegna il Leone d’Oro a Neil Jordan per “Michael Collins”, sebbene anche il noir “Fratelli” di Ferrara lo meritasse ugualmente.

Il Tarantino orientale, ovvero Takeshi Kitano viene fatto conoscere dal nuovo direttore Laudadio e sarà lui a vincere  nel 1997  con  “Fiori di fuoco”. Ma l’anno successivo sarà un film italiano a sedere sul gradino più alto: Amelio riceve il Leone d’Oro  per “Cosi ridevano”.

Dal 1999 al 2001 direttore della mostra è Barbera , viene aggiunta la sezione “Cinema del Presente”ed istituito il Leone dell’anno  per offrire  possibilità  anche a pellicole di nicchia di avere un suo pubblico. Si fanno conoscere dal grande pubblico Nolan e Fincher e l’immortale Kubrick con il suo ultimo lavoro “Eyes wide shut” con la coppia Kidman- Cruise attira una grandissima mole di spettatori al Lido. Nel 2000 Scorsese porta su di sé l’attenzione du tutti con il documentario “Il mio viaggio in Italia”; esplode il grande talento di Garrone con l’oscuro noir“L’imbalsamatore”, ma ancora una volta, forse fatalmente ammaliati dalla loro cultura, è il cinema orientale a vincere il Leone d’Oro con i film “Non uno di meno” ancora una volta di  Yimou“Il cerchio” di Panahi e il caciarone  “Monsoon Wedding” di Mira Nair.

Il film corale “11 settembre 2001”è presentato come evento speciale nel 2002, in ricordo delle vittime del tragico attentato.

Nel 2003 è Woody Allen presidente della giuria, Il film russo “Il ritorno” di Zvjagintsev vince il Leone D’Oro; Bertolucci e Bellocchio presentano “The Dreamers” e “Buongiorno Notte”quest’ultimo sul sequestro di Aldo Moro.

Immancabile l’Oriente con Kitano , Gitai, Randa Chahal Sabbaq,  Doillon e Tsai Ming-Liang;premiati Omar Sharif e Dino De Laurentiis. Ma la grande novità del 2002 è la sezione “Controcorrente”che offre film molto originali: “Lost in Translation” di Sofia Coppola, “Le cinque variazioni”di Lars Von Trier e Jørgen Leth e “Il ritorno di Cagliostro” di Cipri’ e Maresco.

Nel 2004 viene premiato come miglior film straniero “Il segreto di vera Drake”di Leigh , Leone d’Oro alla carriera al longevo regista Manoel De Oliveira“I segreti di Brokeback Mountain” di Ang Lee la spunta nel 2005 mentre il premio alla carriera va a Stefania Sandrelli e al regista  Hayao Miyazaki; nel 2006 “Still Life” di Jia Zhangke si aggiudica il Primo Premio e il Leone alla carriera va al visionario David Lynch. Di nuovo Ang Lee nel 2007 con “Lussuria”, Leone d’Oro alla carriera a Tim Burton; il 2008 è la volta di “The Westler” di Aronofsky  con un indimenticabileRourke;Leone d’Oro alla carriera ad Ermanno Olmi; nel 2009 viene creata una nuova sezione, “Controcampo italiano”. La giuria assegna il Leone d’Oro al film israeliano  “Lebanon”di Maoz.

Nel 2010 è Tarantino a presiedere la giuria che premia come miglior film “Somewhere” di Sofia Coppola, il 2011 è l’anno del russo Sokurov con il difficile “Faust”. Il 2012 Il Festival viene affidato aBarbera che riduce le sezioni a tre, eliminando “Controcampo italiano” ma lasciando “Settimana Internazionale della Critica” e “Giornate degli Autori”. Vince “Pietà” del coreano Kim-Ki- Duk.

di Annalina Grasso per Oggialcinema.net


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