© Danilo Balducci
Ne è nata Domik, la mostra inaugurata il 26 ottobre a Roma nella sede di Antropomorpha Fotografia, in cui l'autore ha presentato il suo lavoro in bianco e nero: una selezione di trenta foto sviluppate tradizionalmente in camera oscura.Ho vissuto e documentato a fondo il terremoto nella mia città d’origine, L’Aquila, sentendo il bisogno di ricercare in Armenia un’immagine di ciò che “saremo”, in un luogo lontano ma vicinissimo nella sua disgregazione, dignità, apparente oblio.Dopo aver documentato a fondo il terremoto nella propria città d’origine, Danilo Balducci ha sentito il bisogno di vedere e capire altre realtà simili a quella fotografata a L’Aquila.In Armenia e in particolare nella città di Gyumri, il 7 dicembre del 1988 una violentissima scossa di terremoto uccise all’istante 25.000 persone e a tutt’oggi 2.000 famiglie vivono ancora nei domiks (in russo piccola casa), vagoni ferroviari, containers, case di amianto.L’inverno è il periodo peggiore per le famiglie che alloggiano nei domiks forniti dal governo sovietico o che, spesso, hanno costruito con le proprie mani.
© Danilo Balducci
«Una specie di "come saremo" applicata alla mia città d'origine» continua il fotografo «dove, in parallelo con Gyumri, il tessuto sociale è stato disgregato, dove le abitudini dei cittadini sono cambiate radicalmente».L'appuntamento è presso la sede di Antropomorpha, in via Castruccio Castracane 28a a Roma.Invito alla mostra
È facilmente raggiungibile con la Metro A: fermate Re di Roma o San Giovanni o in autobus, con il numero 81 oppure 810 fino alla fermata Circonvallazione Casilina.La mostra sarà visibile fino a sabato 16 novembre, tutti i giorni eccetto sabato e domenica, dalle 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 19.30.Per informazioni contattare il numero è possibile contattare il numero 06 6480 1418 o visitare il sito: www.antropomorpha.itLink di riferimento foto: www.danilobalducci.eu
Serena Micantonio
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