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Moto antiorario

Da Trentinowine

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Ripubblico in evidenza, la riflessione lasciata ieri dall’amico PO – Primo Oratore a margine del post “Tricolore”.
Mi sembra valga la pena rileggerlo.

di Primo Oratore –

Questa specie (direi sottospecie) di fascinazione si svolge su un livello superficiale e quasi da operetta e che sintetizzerei nell’infatuazione per la principessa Sissi, come se il Trentino non avesse fatto parte, in qualche modo sotto un giogo, dell’Impero Austroungarico, ma fosse stato accolto infantilmente sotto l’ala materna della principessina. Ma si svolge anche su un livello più profondo in un ruolo di reale subalternità all’elemento austriaco, un livello che c’é anche in queste manifestazioni di oggi: intendo dire meglio, che se noi ci consideriamo Italiani, e precisamente gli ultimi Italiani che confinano con un mondo che incomincia a Salorno ad essere tedesco, abbiamo ancora la nostra ragione di essere come ce lo ha un ponte, ed in quest’ottica ci vedo bene la capacità perfino di imparare la lingua tedesca per capire il vicino, che a quel punto sarà però l’Europa centrale tedesca e non solo l’Austria. Se invece rinunziamo a considerarci Italiani e preferiamo imitare (=scimmiottare) i nostri vicini Austriaci, tentando di omogeneizzare e sintetizzare una nuova realtà che invece non c’é mai stata – e mai ci sarà – andremo di corsa verso un ruolo subalterno e senza dignità che saranno per primi a riconoscere quelli che noi vorremmo imitare, trattandoci con il disprezzo che a quel punto ci saremo meritati. Resta fuori il rapporto col Südtirol che non voglio affrontare perché é un commento e non un poema, ma credo che ciascuno possa capire il resto del ragionamento


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