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Movienight #10

Creato il 05 febbraio 2016 da Parolepelate

Salve palati,

e benvenuti a questo 10° appuntamento con la nostra rubrica sui film. Cosa vi consiglierà oggi la vostra vampirettafolle? Ma dei bellissimi film strappalacrime (o come li ha ribattezzati una mia amica: strappamutande, perchè vi dispererete talmente tanto che oltre i capelli vi strapperete pure i vestiti dalla commozione). Ho scelto tre pellicole abbastanza diverse tra loro, accomunate solo dalla mia lacrimuccia facile.

In fondo al cuore


Movienight #10
Regia: Ulu Grosbard

Genere: drammatico

Anno: 1999

Cast:  Michelle Pfeiffer, Treat Williams, Ryan Merriman, Jonathan Jackson, Whoopi Goldberg, John Kapelos

La frase: “In fondo al cuore c’è sempre una speranza”

Trama: Beth partecipa ad una delle consuete feste di ritrovo degli ex compagni di liceo con i figli. Assentatasi per un momento, quando torna indietro ritrova solo il figlio di sei anni Vincent, mentre Ben, tre anni, non c’è più. Nonostante le ricerche della polizia, di Ben non c’è alcuna traccia. Oppressa da un crescente senso di colpa, Beth non è più la stessa, tra lei e il marito Pat la tensione cresce, e anche Vincent, il figlio maggiore, risente molto della situazione venutesi a creare dopo la scomparsa di Ben, diventando così un ragazzo difficile. Dopo nove anni un giorno si presenta alla porta di casa un bambino che dice di chiamarsi Sam e nel quale Beth riconosce il figlio scomparso. Il riscontro tra le fotografie conferma che si tratti di Ben. Con l’aiuto dell’ispettore Candy Bliss, Beth e Pat vanno a casa del padre di Sam. Questi rivela che anni prima lui aveva sposato una donna con un bambino piccolo che poi si era suicidata. Perciò Ben, ora dodicenne, viene trasferito nella sua vera famiglia, ma non riesce a integrarsi. E Beth alla fine decide di riportare Ben/Sam a colui che considera da anni suo padre. Beth e Pat hanno un brutto confronto data la tensione accumulata negli anni e poi Vincent, in seguito all’ennesima bravata, finisce in carcere. Riceverà una visita da Ben, che gli confessa la sua nostalgia nei confronti della sua famiglia di origine. E così qualche giorno dopo, di notte, Ben si presenta col pallone da basket nel giardino e invita Vincent a giocare. Vincent affronta finalmente il senso di colpa dovuto alla responsabilità della scomparsa di suo fratello e Pat e Beth, vedendo questo, dimenticano i rancori.

Il ‘perché’ pelato: Mia madre lo adora, io un po’ meno, ma solo perché la storia di una mamma che “perde” il figlio, mi angoscia terribilmente. L’incubo di ogni genitore si realizza in questo film con una sempre magnifica Michelle Pfeiffer. La vita quotidiana di questa famiglia viene devastata da un evento che sarebbe stato meglio fosse rimasto solo un incubo nella testa dei genitori. Ogni membro della famiglia dovrà fare i conti col passato, con le proprie colpe (perfino gli altri fratelli) e col presente, fatto di parole non dette e di cose ormai lasciate correre. Il peso del passato è troppo grande e poi succede qualcosa che mai avresti pensato potesse accadere, nonostante ci hai sperato per anni. La speranza è l’ultima a morire. Ma a questo punto si può continuare da dove si è lasciato tutto o è meglio ricominciare da capo? E’ questo il vero punto della storia, capire che niente è perduto. Molte famiglie possono rivedersi nei bisticci, nelle incomprensioni, nelle bravate dei figli. E poi grazie alla maestria della Pfeiffer non puoi far altro che piangere e smettere solo nella scena finale, dove possiamo tutti sorridere finalmente sereni.

Al di là dei sogni

Movienight #10
Regia: Vincent Ward

Genere: fantastico, drammatico, sentimentale

Anno: 1998

Cast:  Robin Williams, Cuba Gooding Jr., Annabella Sciorra, Max von Sydow

La frase: “Il vero inferno è una vita andata storta”

Trama: Chris e Annie hanno due figli, Ian e Marie. Dopo vari anni, una mattina i figli muoiono in un incidente stradale. Quattro anni dopo, anche Chris viene ucciso in un incidente. Chris prende coscienza che è morto da Albert, la sua guida, ma non può fare a meno di stare accanto ad Annie, che cade in depressione. Vive dei suoi ricordi ed impara a stare nella nuova realtà, creata dalla sua mente e dai quadri della moglie. Quando Annie si suicida (e avendo rotto l’ordine naturale della vita non andrà in paradiso) l’uomo fa in modo di poter scendere all’inferno per ritrovare sua moglie. Chris e Albert scendono negli inferi e arrivati davanti a Cerbero, finalmente si riconoscono: Albert è Ian, suo figlio, ma Chris è costretto a lasciarlo per cercare, senza distrazioni, Annie. Chris riesce ad individuare la moglie, che si è costruita una realtà simile alla casa in cui vivevano, ma in rovina e potrà dire solo ciò che prova senza che ella possa riconoscerlo e se rimarrà troppo tempo con lei, la sua anima potrebbe venire persa in quella lugubre realtà. Chris le racconta della sua storia, della moglie che si è uccisa dopo la morte dei figli. Annie sembra sul punto di riconoscerlo, ma poi si sente attaccata e lo respinge allora Chris capisce che non c’è nulla da fare per salvarla se non restare lì con lei per sempre, ma all’improvviso Annie ricorda e salva entrambi che si ritroveranno in paradiso coi figli.

Il ‘perché’ pelato: Dopo due minuti di film versi qualche lacrima, dopo dieci minuti piangi disperata e mentre cerchi di riprenderti più o meno dopo un’oretta stai singhiozzando e prosegui così fino alla fine. Un pacchetto di fazzoletti non basterà, cercate di non avere pubblico a casa se no si preoccuperanno per la vostra salute, questo film è uno dei più tristi che abbia mai avuto, eppure io lo adoro. Il compianto Robin William dà anche qui grande prova di sè. Il film è quasi una favola che parla però di amore e morte tramite un percorso “dantesco” affrontato dallo stesso William, che percorrerà dei veri gironi per portare con sé, in paradiso, la donna amata. Non puoi che fare il tifo per lui, non riesci ad odiare la moglie per il suo essere “debole”, e non puoi che ricominciare a piangere quando si ricongiungono coi figli. L’amore è grande e forte in questo film e viene esplicitamente espresso dalla connessione dei coniugi tramite il quadro, la morte è sterile, fredda e polverosa, ma può l’amore vincere su tutto? In questo film sì.

Revolutionary road


Movienight #10
Regia: Sam Mendes

Genere: drammatico

Anno: 2008

Cast: Leonardo Di Caprio, Kate Winslet, Kathy Bates

La frase: “Per anni ho pensato che noi condividessimo un segreto: che noi due saremmo stati meravigliosi nel mondo”

Trama:  April e Frank sono una coppia felicemente sposata, con due bambini a Revolutionary Road. Però dopo una furibonda lite in cui April accusa il marito di averla quasi annullata, tutto cambia. Frank ritroverà poco dopo a casa una moglie nuovamente sorridente dopo averlo tradito, ma il motivo è che April ha deciso di volersi trasferire con la famiglia a Parigi, lavorando come segretaria e lasciando al marito la possibilità di godersi la vita che sognava da giovane. Frank accetta e la coppia annuncia ai vicini la loro decisione. Tuttavia Frank riceve un’importante proposta di lavoro e pur detestandolo, accetta. Successivamente April rimarrà incinta e ormai confusa, tradisce di nuovo il marito. April passerà poi un’intera notte a riflettere nel boschetto di fronte casa e l’indomani sarà di nuovo sorridente e luminosa. Andato a lavoro Frank, April si prepara ad abortire; ma le cose vanno storte e in poche ore la donna viene ricoverata e muore, abbandonando il marito e i due loro bambini. A questo punto Franck coi figli si trasferirà altrove, forse proprio a Parigi.

Il ‘perché’ pelato: Anche questo è un dramma familiare, ma diverso dal primo, riguarda più che altro il trovare se stessi al di fuori della coppia per poi essere felici anche all’interno. Qui il fattore scatenante non è esterno, ma interno. Siamo nell’America degli anni cinquanta dove la donna aveva un ruolo più limitato, confinato alla casa: moglie e madre prima di tutto. April vuole di più e al suo fianco ha un marito buono che vorrebbe assecondarla, ma la società, il semplice sguardo disapprovatore e derisorio della gente lo frenano.  C’erano dei canoni ben prestabiliti e ognuno doveva seguirli, anche se non era quello che si desiderava davvero; anche se Franck odia il suo lavoro e seguirebbe il consiglio della moglie, che invece si sente stretta nel solo ruolo di casalinga. E’ per questo che April, in uno stato confusionale, pensa all’aborto e poi agisce. Il suo naturalmente è un atto egoistico verso il piccolo mai nato, verso i figli che ha, il marito e se stessa. Ma anche qui non puoi odiare questa donna, disapprovare magari il suo agire, ma fin dall’inizio del film senti una profonda frustrazione nel voler avere di più e non poter far nulla che piangerai dal nervoso, fino a quando nel finale invece piangerai per la disperazione di un marito che si sente in colpa, ed ora è solo a crescere i suoi figli. Il ritorno sullo schermo di questa coppia è una garanzia, come lo sono loro singolarmente del resto (Di Caprio e Winslet), è un film che ti porta a riflettere su cosa vuoi da te e forse anche dagli altri, ma visto una volta, non avrai la forza materiale di rivederlo, almeno non a breve.

Ringraziamo: Citazioni film e libri


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