Il governo (leggi Frelimo) dice di voler il dialogo con la Renamo, ma prova a disarmarla con la forza, mentre gli ex ribelli denunciano una violazione degli Accordi di pace che ne prevedevano l’integrazione nell’esercito : testimoni attendibili nella città di Beira descrivono così il clima dopo combattimenti che hanno causato decine di vittime.
Gli ultimi scontri a fuoco si sono verificati questo fine-settimana nell’area del Parco di Gorongosa, roccaforte storica della Renamo nella provincia di Sofala.
Fonti di stampa locali hanno riferito di 27 soldati uccisi e altri 23 feriti in due distinti agguati attribuiti agli ex ribelli.
Secondo questa ricostruzione, i militari sono stati attaccati durante un’operazione di disarmo coatto. Combattimenti tra soldati ed ex ribelli erano stati per altro già segnalati il mese scorso nella provincia di Zambezia, non lontano dal confine con il Malawi. Alcune fonti, in quel caso, avevano riferito di una settantina di vittime.
Un’ala dura della Frelimo sembra voler chiudere i conti con gli ex ribelli e con il loro capo Afonso Dhlakama, come se eliminando una persona potesse risolvere il problema.
Proprio la sorte del capo storico della Renamo ha alimentato tensioni nelle ultime settimane. I militari hanno disarmato le guardie che presidiano la sua abitazione a Beira, il capoluogo di Sofala. Da allora Dhlakama si è reso irreperibile e, non sentendosi più al sicuro, potrebbe aver raggiunto basi della Renamo fuori città.
Proprio la sicurezza del capo degli ex ribelli, insieme con la loro integrazione nelle forze armate e di polizia, è uno dei punti regolati dagli Accordi di pace firmati a Roma nel 1992.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)