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Mozart e ancora mozart

Creato il 22 febbraio 2012 da Upilmagazine @UpilMagazine

Parlare di Mozart e cercare di condensare in poche righe un percorso di vita straordinario, unico nella storia dell’arte e della Musica, è opera immane. Persino per chi come me affronta con dedizione questo argomento da lungo tempo.
Ma poi quale aspetto del Nostro privilegiare: l’enfant prodige che accompagnato dal padre sbalordisce tutte le corti d’Europa, o il giovane rivoluzionario che rifiuta la protezione della Curia salisburghese per trasferirsi a Vienna?
Il massone entusiasta che mirabilmente implementa nella sua musica la complessa simbologia di loggia, o l’abilissimo uomo di teatro che crea una serie ininterrotta di capolavori senza tempo? L’uomo che solo a tre giorni dalla morte riceve finalmente un incarico stabile retribuito dalla corte viennese, o la straordinaria qualità della sua musica così attuale al punto da essere oggi privilegiata in ambito musicoterapico?

E’ opinione diffusa che di Mozart si sia detto tutto ormai o quasi tutto! Ma il fatto stesso che ovunque nel mondo si continui a scrivere di lui e a parlare di lui in convegni e riunioni d’ogni genere ed in contesti assai differenti l’uno dall’altro, fino alle vere e proprie settimane mozartiane, la dice lunga sull’ipotesi che tutto sia stato già detto. Spesso invece, anche nelle biografie più gettonate, si è detto poco e male, sulla scia di fraintendimenti e pregiudizi.

La vita di Mozart è una vita frenetica, senza sosta, se si pensa che già all’età di 7 anni compie il suo primo viaggio in Europa con la famiglia, per ben 3 anni, trascorsi fra Parigi, dove il barone Grimm, il letterato tedesco dell’Encyclopédie, introduce il piccolo negli ambienti degli Enciclopedisti e Londra, dove compone la prima Sinfonia (1764) che egli esegue al cembalo a 2 tastiere coperto da un telo. E poi i 3 viaggi in Italia, la terra della musica, dove completa il suo apprendistato musicale.
L’ingresso di Mozart nell’istituzione massonica (14 dicembre 1784) non è un fatto occasionale, ma il naturale sbocco di una personalità colta, forte, consapevole e determinata, che ha fatto dell’anelito alla libertà il filo conduttore della sua esistenza umana e professionale. Numerose le musiche massoniche composte da Mozart nel corso della sua vita, fino al capolavoro ultimo, quel Flauto Magico che chiude la sua carriera teatrale e la sua vita.
La realizzazione del Flauto rappresenta per Wolfgang Amadè un momento straordinario ed irripetibile: egli può finalmente lanciare il suo messaggio definitivo ad una umanità protesa verso un futuro diverso attraverso la trasposizione scenica del percorso simbolico che egli aveva vissuto e viveva ancora nell’istituzione massonica.
Contrariamente a quanto si vuol fa credere Mozart non era né ingenuo, né svagato, né disimpegnato. Aveva una morale salda, ma odiava i moralismi, era sinceramente religioso benché anticlericale. Nel suo linguaggio accessibile a tutti seppe catalizzare le forze innovative del suo tempo.
 


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