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Mr. Ciak #1: Anna Karenina

Creato il 20 gennaio 2013 da Mik_94
Buona domenica a tutti, amici miei! Reduce da una settimana pesantissima, ne approfitto di qualche ora di tempo libero per presentarvi una nuova rubrica del blog. Il tema? Il cinema!Come vi avevo anticipato nella recensione di The Impossible (qui) abbiamo davanti un 2013 ricco di bei film, tratti da libri e non, e la tentazione di parlarne con voi è sempre forte. Il vostro Mr. Ink, così, per un paio di volte al mese, si trasformerà in Mr. Ciak (ringrazio tantissimo la simpatica Sonia di Cuore d'inchiostro per avermi suggerito il nome!) e, dal mondo dei libri, le recensioni si sposteranno a quello parallelo, e altrettanto amato, dei film.Ad inaugurare questa nuova serie di appuntamenti, un film in uscita a Febbraio nelle sale italiane, ma già disponibile, in alcuni Paesi, in DVD. L'atteso Anna Karenina, il cui omonimo romanzo è ritornato nelle librerie qualche settimana fa in una splendida e curatissima edizione edita dalla Garzanti (qui la scheda), al prezzo vantaggioso di € 9,90. Buon pomeriggio, M ;) Non si chiedeil perché dell'amore...  Mr. Ciak #1: Anna Karenina                          La recensione  Mr. Ciak #1: Anna KareninaPortare sul grande schermo un capolavoro monumentale e celebrato non era cosa da poco. Farlo avendo a disposizione appena due ore era impossibile. Eppure, vedere sulla carta il nome di Joe Wright non mi ha fatto dubitare un solo secondo della riuscita finale dell'opera.Dopo essersi cimentato con Ian McEwan e Jane Austen, l'eccellente regista di Espiazione ed Orgoglio e pregiudizio, acclamato all'unisono nei suoi precedenti lavori da critica e pubblico, incontra un altro mostro sacro. Forse, ancora più grande e autorevole dei precedenti. Tolstoj.L'ultima trasposizione cinematografica di Anna Karenina sembra risentire – è vero - dei diversi tagli apportati alle 800 e passa pagine del romanzo originale, ma vederlo risulta un'esperienza straordinaria, non tanto per il cuore quanto per la vista. Sontuoso, ricco, attento ai dettagli e alla fluidità dei passaggi da una scena all'altra, si avvale di una colonna sonora impareggiabile, della mano di un regista la cui classe è ormai assodata e di un cast originale ed eterogeneo, al cui servizio vi è una sceneggiatura semplificata ma efficace e un lavoro scenografico ai limiti della perfezione. I protagonisti, belli come i protagonisti di un quadro, si muovono all'ombra di uno scenario, infatti, che è una vera opera d'arte. Un accurato lavoro di “trucco e parrucco” ci mostra un convincente ed invecchiato Jude Law e un angelico ed affascinante Aaron Johnson dai ricci biondo platino, ma la musa incontaminata di regista, coreografi e sarti è senza ombra di dubbio lei: Keira Knightley. Ogni volta che la vedo in un film ho come l'impressione che sia sbucata da un dipinto, lasciando vuota e disabitata la tela di un quadro antico. Pur non nel senso convenzionale del termine, è semplicemente bellissima. Gelida, altera, risoluta, regale come una duchessa d'altri tempi, lascia incantati e vittima di una sorta di timida reverenza; la si guarda ad occhi bassi, come con una regina di ghiaccio. La sua figura gracile e flessuosa è imbrigliata in corsetti di pizzo, in intrighi di collane di perle e in sottane ricamate ed infinite. Ha un metodo tutto suo di recitare, senza eccessi o esasperazioni.  Mr. Ciak #1: Anna KareninaCon un approccio molto british è pacata sia nel dolore, sia nelle disperazioni dell'amore. Le urla sono soffocate dalla serietà sua e del personaggio a cui dà il volto, la passione scoppia senza troppe lamentazioni, le lacrime sono nascoste dalla veletta scura del suo cappello, l'ombra di un treno in corsa è un riflesso sulle gocce di cristallo del suo lampadario. La sua è una Anna piena di dignità e fierezza: matura, silenziosa, pacata e tragicamente umana. Aaron Johnson, giovane star in ascesa, dà il suo bel volto e quegli occhi glaciali che bucano lo schermo al personaggio dell'aitante Conte Vronsky, risultando capriccioso, convincente e degna spalla della Knightley, qui, nel suo terzo film con il regista. La radicale trasformazione del buon Jude Law, invece, notevolmente imbruttito e quasi irriconoscibile nel ruolo del fedele marito di Anna, non è all'altezza della sua parte, intensa ma trascurata. Della sua carriera politica solo accenni vaghi, del suo amore incondizionato e della sua fedeltà di vero borghese solo un sentore che sono perlopiù gli spettatori a trarre dalla suggestiva scena finale. Stesso discorso per la storia d'amore a lieto fine tra Kitty e Levin che, pur costellata di momenti dolcissimi e poetici, non si incastra perfettamente nel dramma personale dell'eroina eponima e della quale, non avendo letto il romanzo, non ho compreso la basilare rilevanza.Vittime necessarie, tuttavia, in una dignitosissima trasposizione che non poteva realizzarsi senza (perdonabili) imperfezioni di questo tipo. Non ci sono vuoti, momenti di stasi: tutti sono alle loro postazioni, tutti muovono i fili di un teatro, immaginario e non.L'elemento più sorprendente del film è l'audace messa in scena. Pur avendo le dimensioni di un kolossal, è girato quasi interamente in un teatro di posa e, come all'opera, i personaggi si muovono in perfetta sincronia, con grazia e musicalità, muovendosi su un palcoscenico che diventa all'occorrenza una sala da ballo, l'interno di un treno e di un ricco salotto, un prato in fiore... o l'ultima stazione. Di grande spettacolarità e impatto la patinata scena del ballo tra Anna e il suo Vronksy.  Mr. Ciak #1: Anna KareninaLe altre coppie si immobilizzano letteralmente mentre, abbracciati in un romantico e passionale valzer, seguono le note dell'orchestra.  Lui la solleva tra le braccia e tutto il resto sparisce. Si percepisce il desiderio tra i due, la passione distruttiva che scoppierà, l'urgenza di un bacio, l'imminenza del dramma.Stesso emozionante effetto nell'immagine di Karenin che, sullo sfondo dei palazzi del Cremlino, fa in mille pezzi la lettera delirante di una Anna ormai fiaccata, nel corpo e nella mente, dalla malattia. I frammenti volano in alto, poi si riversano su di lui come neve di carta pesta. Trattenuto, incessante, teatrale e raffinato, Anna Karenina è la cronaca vista e rivista di un amore disperato, ma che, sebbene arcinota, non rinuncia a regalare sorprese. Plasmato come un'opera d'arte, è un moderato climaxdi sentimenti; un trionfo di grazia e bellezza scandito dalle melodie del nostro Dario Marianelli e dalla peculiare cifra stilistica di Wright, la cui mano diventa sempre più riconoscibile di film in film e la sua “impronta” più profonda. Il mio voto: 3/5


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