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Mr Selfridge: pronti per la serie che non fa sconti?

Creato il 05 febbraio 2016 da Dejavu

Mr Selfridge: pronti per la serie che non fa sconti?

E' duro coi maligni.

E' generoso coi buoni.

E' devoto alla famiglia.

E' onnisciente sui dipendenti.

E' un affarista di prim'ordine.

E' un self-made man.

"Voglio merce che le persone neanche sanno di desiderare finché non la vedono davanti ai loro occhi!".

Avevo bisogno di un Mr Selfridge nella mia vita da quando Downton Abbey ha chiuso i battenti.

Intendiamoci, gli abitanti di Downton continueranno a vivere off screen e noi ad immaginarceli presi con le colazioni a letto o le guerre al tavolo di cena. Ma il vuoto che può lasciarti un "period drama" è abissale.

Mr Selfridge - la serie - ispirata all'omonimo e realmente esistito imprenditore statunitense venuto a Londra da Chicago per aprire il proprio store nel 1909, ha un pilot impeccabile come in tutte le serie britanniche, che funziona tipo quei "buttadentro" sulla soglia di un negozio preposti a farti venire la voglia di entrarci e di non uscirne più.

Sicché tu, facilitato anche dalla durata mediamente breve di una serie inglese (non più di 9/10 episodi a stagione), decidi che lo shopping da Selfridges tra ultimi arrivi e trovate commerciali può prolungarsi tranquillamente ad oltranza e senza pause.

Mr Selfridge: pronti per la serie che non fa sconti?

Mr Selfridge: pronti per la serie che non fa sconti?

Mr Selfridge: pronti per la serie che non fa sconti?

Mr Selfridge: pronti per la serie che non fa sconti?

Mr Selfridge: pronti per la serie che non fa sconti?

Mr Selfridge: pronti per la serie che non fa sconti?

Mr Selfridge: pronti per la serie che non fa sconti?

Sono giunto alla terza stagione senza fatica. Si versa anche qualche lacrima. E' indubbio che tra profumi e articoli da donna, il pubblico al quale l'offerta promozionale è rivolta sia preferibilmente femminile. Ma è indubbio che i sentimenti non abbiano sesso, alla fine, e che la parte più algida del telefilm dettata dall'anima del commercio sia perfetta anche per il pubblico maschile. Insomma, una serie che non fa sconti a nessuno.

Nata dalla penna di Lindy Woodhead autrice del libro Shopping, Seduction & Mr Selfridge, tra personaggi indimenticabili - Miss Mardle, Lady Mae, Mrs Rose Selfridge (ahimè scomparsa troppo presto) - e quelli detestabili - Lord Loxley, Mr Trackeray - le sorti si avvicendano nel grande magazzino toccando suffragette, prima guerra mondiale e crollo degli affari per diffamazione. Ma anche amore, triangoli sentimentali, morti che spezzano il cuore. Un viaggio non solo d'affari ma anche di pulsioni passionali grazie alla versatilità di Jeremy Piven, americano sul serio, che domina il centro anche quando non è in scena.

La 4a - e con molta probabilità ultima stagione - sta andando in onda ora, in Uk. Da noi lo show viene trasmesso su Rai 3 dal 2014.

Se qualcuno di voi ha assaggiato una fetta del Paradiso delle Signore, fiction tutta italiana made in Rai, potrà notare delle forti analogie con questa serie. Inutile pensare che la nostra si sia anche troppo liberamente "ispirata" a quella britannica. Agnes Towler, commessa chiave di Selfridges, ricorda tantissimo la Teresa Iorio di Giusy Buscemi per le idee geniali sulle vetrine, per l'umile estrazione sociale, per l'avversione iniziale delle colleghe. E lo stesso Pietro Mori (Giuseppe Zeno) direttore del "Paradiso" è l'Henry Selfridge de noantri e de noantri sono pure Vittorio Conti (Alessandro Tersigni) e parecchi altri comprimari della serie nostrana.

Se la fiction targata Rai ha battuto ogni record d'ascolto con la sua stagione d'esordio, c'è da dire che Henry Selfridge è nato molto prima. Evidentemente a qualcuno nel nostro Paese piace vincere facile.

Continuo a ripeterlo, la Tv inglese con l'impeccabilità di fotografia e setting londinesi, con la solidità dei plot, con la cura dei dettagli e le splendide location è una bellissima boccata d'aria in mezzo a tante, troppe americanate!

E allora è inutile aspettare il tempo dei saldi. Che shopping sfrenato sia!


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