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Mud, il ritorno di Tom Sawyer e Huckleberry Finn

Creato il 22 agosto 2014 da Nicola933
di Michele Giacci Mud, il ritorno di Tom Sawyer e Huckleberry Finn - 22 agosto 2014

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Genere: Drammatico
Regia: Jeff Nichols
Cast: Matthew McConaughey, Reese Witherspoon, Tye Sheridan, Jacob Lofland, Sam Shepard, Ray McKinnon, Sarah Paulson, Michael Shannon
2012
130 min

Di Michele Giacci. Uscito nel 2012 e presentato alla 65esima edizione del Festival di Cannes dove è stato nominato per la Palma d’oro, Mud, che il 28 agosto arriva anche nelle nostre sale, è un piccolo gioiello diretto dal regista Jeff Nichols autore nel 2011 dell’ottimo Take Shelter.

Due ragazzini di 14 anni, Ellis (Tye Sheridan) e Neckbone (Jacob Lofland), partono per un’avventura lungo il fiume Mississippi per impossessarsi di una vecchia barca incagliata in cima ad un albero su un’isola deserta. I due si imbattono in un uomo carismatico di nome Mud (Matthew McConaughey), che rivendicherà la barca. Mud è in fuga per quello che lui stesso sostiene essere stato un omicidio giustificato giù nel Texas, e i ragazzi lo aiuteranno a sistemare la barca per usarla come mezzo di fuga. Intanto in Ellis nasce un’innata simpatia e un bisogno di amicizia nei confronti dello strano personaggio.

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In un abile lavoro di narrazione Nichols prima collega i compiti dei ragazzi, i quali si impegnano a recuperare cibo e pezzi della barca per Mud, con la loro vita familiare travagliata, in seguito ci presenta Tom (Sam Shepard), il solitario taciturno ed ex marine che vive in una casa galleggiante sul fiume e che è l’unico a conoscere qualcosa del misterioso Mud. I loro destini sono drammaticamente coinvolti con gli stranieri in città interessati a Mud, con la sua fidanzata Juniper (Reese Witherspoon) e il drappello di cacciatori di taglie guidati da un Re patriarcale (Joe Don Baker).

Situata intorno al fiume Mississippi e raccontata dal punto di vista di un protagonista di quattordici anni, la storia di Mud è una moderna rivisitazione del mito di Huckleberry Finn, con un’immagine romantica di un rustico meridionale maschio alfa: l’uomo della foresta – nella foresta – con la pistola, l’antiestablishment, il vagabondo che dorme in un posto diverso ogni sera e che ha ancora gli abiti incrostati dalla polvere dei nativi americani. Gli occhi romantici di Ellis, invece, vedono il fiume possente che rappresenta l’avventura, i pericoli sconosciuti e la promessa di un viaggio in un mondo migliore. Egli desidera ardentemente l’amore, l’amicizia e la sicurezza, ma il matrimonio dei suoi genitori sta andando in frantumi e la loro casa galleggiante, da cui il padre svolge la sua attività come cacciatore e pescatore, verrà confiscata.

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Nichols guarnisce le scene sull’isola con Mud di un sentimento senza tempo. E’ un luogo mitico dove le vecchie storie possono essere raccontate, amicizie formate, la fiducia stabilita e i ricordi creati. La città, al contrario, è un luogo pericoloso pieno di sospetti e tradimenti, dove il giovane Ellis deve essere cauto e dove le apparenze sono ingannevoli. Ellis viene costantemente ingannato e frainteso, soprattutto nei suoi sforzi per conto di Juniper, la capricciosa ragazza vulnerabile che egli si propone di riunire con Mud, restio a lanciarsi verso l’azzurro selvaggio da solo.

Nelle profondità della narrazione ci sono note di mitologie regionali secolari. Gli ardenti sforzi di riunire Mud con Juniper sono ovviamente desiderio inconscio di un ragazzino che vuole prevenire il crollo del matrimonio dei suoi genitori, ma più distante riecheggia anche un’adesione tradizionale del sud ai codici della cavalleria e l’amore cortese. Anche se il ragazzo non può “salvare” la signora fiera e il suo chevalier, lo sforzo e il sacrificio lo iniziano comunque verso la virilità.

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Opportunamente, la mitologia associata a Ellis (il cui nome suggerisce Ulisse, un altro viaggiatore che cerca di recuperare la sua casa) viene superata da quella associata a Mud (il cui nome, tradotto fango, naturalmente evoca Adamo, l’uomo primordiale), un mito che è sempre più potente e profondo nel South America. Mud per tutta la storia oscillerà tra peccato e redenzione. Egli ha ucciso (e chissà cos’altro) e, anche se immagina altrimenti, non si può raggiungere una facile salvezza afferrando Juniper e andare via.

Al contrario, egli deve sottoporsi ad una prova e optare decisamente per il sacrificio, anche se può portare alla morte e poi, dopo una sorta di battesimo nel fiume, risorgere. Insomma Nichols dà il meglio di sé nel finale dove nulla, ovviamente, risulta come dovrebbe o come ci aspettiamo che sia, e vi è un’improvvisa esplosione gestita da una violenza degna di Sam Peckinpah, il cui primo film di nota, Sfida nell’alta Sierra, affrontava temi simili come il raggiungimento della maggiore età, della crescita morale, l’etica e la tutela in un confronto tra uomini d’onore e rappresentanti della forza bruta. Nichols stesso disse di Mud: ”è un po’ come se Sam Peckinpah avesse diretto un racconto di Mark Twain”.

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Matthew McConaughey oramai viaggia su una scia lunghissima di grandi interpretazioni e quella di Mud arriva proprio tra Killer Joe e l’Oscar per Dallas Buyers Club, l’attore texano porta una cruda e disperata mascolinità al suo personaggio, mentre Shepard veste la parte dell’ex soldato Tom con l’autorità e il senso di proibita sobrietà in cui egli eccelle. Entrambi i ragazzini gestiscono magnificamente lo sviluppo sottile dei loro personaggi e non è azzardato ipotizzare un futuro da star della nuova generazione di attori per Tye Sheridan (già visto in The Three of Life).

A William Faulkner e Mark Twain sarebbe piaciuto questo film. Il film del sud visto dagli occhi di un meridionale nativo dell’Arkansas il quale ha fatto un’interessante scommessa nell’abbracciare anche la meccanica propulsiva di un altro grande autore del Sud, John Grisham, come un modo di ampliare il ricorso storico della pellicola.

★★★1/2


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