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Mundo Invísivel – Festival Internazionale del Film di Roma (Cinema XXI – fuori concorso)

Creato il 18 novembre 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

 

 

Mundo Invísivel – Festival Internazionale del Film di Roma (Cinema XXI – fuori concorso)

 

Anno: 2012

Paese: Brasile

Durata: 83′

Genere: Drammatico

Regia: Wim Wenders, Theodoros Angelopoulos, Atom Egoyan, Manoel de Oliveira, Guy Maddin, Marco Bechis, Gian Vittorio Baldi, Laís Bodanzky, Maria De Medeiros, Jerzy Stuhr, Beto Brant, Cisco Vasquez

 

Mundo Invísivel: San Paolo del Brasile emblema della contemporaneità

Il tema affrontato da questo lavoro collettivo presente in Cinema XXI (fuori concorso), è di urgente necessità: l’invisibilità,  vizio e  virtù di questa contemporaneità alienante, massificata, violenta, veloce, feroce. Di quante e quali accezioni può essere rivestito tale termine è il cimento dei singoli lavori (corti dai 3 ai 5 minuti) dei registi coinvolti nel progetto. Ideatori di questo piccolo e prezioso viaggio, Leon Cakoff e Renata de Almeida. Al loro appello hanno risposto: Atom Egoyan, Beto Brant e Cisco Vasquez, Gian Vittorio Baldi, Guy Maddin, Jerzi Stuhr, Laìs Bodansky, Manoel De Oliveira, Marco Bechis, Maria de Medeiros, Theo Angelopulos, Wim Wenders.

Ciascuno, fedele al proprio stile e al proprio occhio, ha manifestato in maniera più o meno efficace la propria interpretazione dell’invisibile legandola alla città di San Paolo: gli isolati-ghettizzati metropolitani, gli ‘indios-marziani’ nei luoghi a loro strappati e disboscati, i morti celebrati in una festa nazionale, la privacy e la comunicazione più umana violate dalla tecnologia e dal cd. progresso, la negazione dell’io, l’arte dell’attore, la sofferenza e la spiritualità della favela, la vita di riflesso di un cameriere di un albergo di lusso, la lucidità consapevole e folle di chi sperimenta il cancro sulla propria pelle,  l’altra faccia invisibile di una proiezione, ossia il pubblico, il mondo visto attraverso gli occhi dei bambini affetti da vista residuale, uno dei tanti genocidi negati-ignorati…

Tra simbolismi, ironie, poesia, ritmo, e qualche caduta di tono procediamo guidati (forse troppo) dalle didascalie che separano un piccolo film dall’altro. Wim Wenders e la sua delicatissima storia sullo sguardo ‘monco’ dei bambini affetti da vista residuale – che devono avvicinarsi il più possibile ad una pagina per leggere, colorare; usare un piccolo ‘cannocchiale monocolo’ nel guardare a distanza ravvicinata -, rappresenta la più bella metafora anche per il cinema: recuperare un senso del visibile e dell’invisibile capace di farci riappropriare di uno sguardo puro e consapevole del reale in cui siamo immersi.

Maria Cera


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