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Musica ai Frari 2013 dall`11 al 21 giugno. Il jazz ritorna nella prestigiosa Basilica veneziana.

Creato il 14 maggio 2013 da Pjazzanetwork
Musica ai Frari 2013 dall`11 al 21 giugno. Il jazz ritorna nella prestigiosa Basilica veneziana.
La settima edizione della rassegna organizzata dalla Parrocchia dei Frari, Fucina Frari con la collaborazione del Circolo Caligola di Mestre, prosegue sulla strada del rispetto di una dimensione acustica dell’ambiente della prestigiosa Basilica Dei Frari, e si muoverà tra musica classica e jazz, ospitando artisti di pregio.
Due saranno gli eventi con protagonista il pianoforte. Il primo con il pianista veneziano Marco Ponchiroli l’11 giugno, che presenterà l’album «Solo», edito da Caligola Records a fine 2012, in cui si misura con brani originali per un autoritratto in musica. Sulla scena dal 1995 con il primo album «Fast Marghera», è stato ed è accompagnatore di numerose cantanti: ricordiamo per tutte le brasiliane Luma e Rosa Emilia, ma anche Enrica Bacchia, con cui ha un inciso il pregevole «Like You».
Ponchiroli ha anche avuto un’importante esperienza nel pop, suonando con i Pitura Freska al Festival di Sanremo e ha collaborato con il sassofonista Gigi Sella, i cui risultati sono contenuti nel disco «Warm up», e con jazzisti quali David Boato, Nicola Fazzini e Bebo Baldan («The Italian Jazz Art»), Roberto Caon e Marco Carlesso («Slash Art 3»). Sembra ormai giunto il momento per lui, musicista maturo e completo, di affrontare la difficile sfida del piano–solo. Ponchiroli attinge dal grande bagaglio della musica classica che fa parte della sua formazione unendolo al jazz, genere in cui ha trovato la sua strada, sempre nella direzione di uno stile unico e personale, per un soliloquio sincero ed avvincente.
Il secondo con ospite il 14 giugno, il giovane ma famosissimo pianista armeno (classe 1987) Tigran Hamasyan in arte Tigran. Già a Mestre nel 2012 per la rassegna “Jazz Groove”, Tigran è stato indicato da Chick Corea, Herbie Hancock e Brad Mehldau come promessa del jazz mondiale, in grado di coniugare abilmente e sapientemente folclore, tradizione jazzistica e innovazione, appresa nella città di New York che lo accoglie da qualche anno.
Vincitore di prestigiosi premi internazionali (nel 2002 si è aggiudicato la Martial Solal International Jazz Piano Competition di Parigi) e di casa spesso in Francia, si è esibito negli anni con musicisti del calibro di Pierre Michelot e Daniel Humair, Dhafer Youssef e Lars Danielsson e molti altri. Nel 2006 pubblica il suo primo album da leader, in quartetto con il sassofonista Ben Wendel; nel 2007 un nuovo disco, questa volta nella più classica formazione del trio con contrabbasso e batteria, «New Era», mentre nel suo terzo lavoro, più complesso, «Red Hail», inciso con il nuovo gruppo Aratta Rebirth, riesce a mescolare con grande perizia il jazz al rock ed alla musica popolare del suo paese d’origine. A fine 2011 ha tuttavia pubblicato l’extended play «EP No. 1» tra jazz, elettronica, loop, rock, che testimonia le sue frequentazioni avantgarde e sperimentali, titolo del nuovo tour in quintetto in corso è «Shadow Theater», anche album in uscita a fine 2013.
Tigran torna tuttavia a Venezia con «A fable», progetto e album del 2011 edito da Verve, con cui si è aggiudicato il French Grammy Award 2012. I brani del disco traggono ispirazione sia dalle melodie popolari sia dalla poesia del suo paese; vi figurano composizioni originali, brani del folklore tradizionale sapientemente rielaborati ma anche una raffinata interpretazione di standard jazz tra cui Someday my prince will come, secondo una logica che Tigran riassume così: “Ogni brano racconta una storia. Tutte le persone sono colpite dalla favole, perché sono semplici ed allo stesso tempo profonde”.
A chiudere la rassegna il duo formato dai jazzisti Francesco Berzatti al sassofono e clarino e Giovanni Falzone alla tromba, con “Invenzioni a due voci”. Il progetto, ancora inedito su disco, prende il titolo da Bach, e nasce dall’esigenza di creare un dialogo musicale paritario, in cui i due affiatati musicisti uniscono i loro ampi orizzonti espressivi, dalla classica-contemporanea al jazz, virando talvolta anche verso il rock. A Falzone spettano l’ideazione del duo e le composizioni, a entrambi lo sviluppo creativo.
Nato in Germania ma cresciuto ad Aragona (Agrigento), dal 1996 al 2004 Giovanni Falzone ha fatto parte dell’Orchestra Sinfonica di Milano, coltivando nel contempo l’interesse per il jazz, poi diventato il suo esclusivo campo d’azione. Musicista dagli ampi orizzonti espressivi, manifesta influenze provenienti dal jazz come dalla musica classico-contemporanea e dal rock, di cui si trovano tracce nell’ormai ampia discografia: dagli album incisi per la Soul Note (tra i quali Suite For Bird e R-Evolution Suite) alle riletture di pagine di Jimi Hendrix e Miles Davis (Around Jimi) e di Ornette Coleman (Around Ornette). Di più recente concepimento, non ancora disco, è un progetto orchestrale dedicato ai Led Zeppelin.
Francesco Bearzatti, nato a Pordenone, ma oggi stabile a Parigi, è un altro versatile talento la cui musica si nutre di molteplici ingredienti, in primis jazz e rock nelle loro varie declinazioni. Inizialmente attivo come componente di numerosi gruppi, si è imposto come leader di formazioni proprie, dal Bizart Trio (con i francesi Emmanuel Bex e Aldo Romano) ai Sax Pistols e al Tinissima Quartet. Con quest’ultima, tra le più pregevoli oggi in circolazione e di cui fa parte lo stesso Falzone, ha inciso gli album Suite For Tina Modotti, X (Suite For Malcolm) e il nuovissimo Monk ’n Roll.

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