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Musica e parole. Una tendenza nei concerti di musica classica

Creato il 06 dicembre 2015 da Gaetano61
Capita spesso, andando ad ascoltare un concerto di musica classica (almeno è capitato a quelli che ho frequentato), che l'esecuzione dei brani musicali sia preceduta da un'introduzione dell'esecutore, se si tratta di un brano orchestrale del direttore, o di chi ha curato l'iniziativa (direttore artistico di un teatro, di un'associazione musicale o affini). Sono interventi che cercano di rendere accessibile l'ascolto dei brani musicali, attraverso qualche nota sull'autore, sulla genesi del brano, la sua struttura. L'intento è senza dubbio meritorio, soprattutto quando il programma comprende brani di musica classica contemporanea, di più difficile ascolto. Si tratta spesso di notizie riportate sui programmi di sala (parlo di quelli ben compilati), e l'intento di questa nuova moda è forse quella di comunicare in maniera più diretta, sollevando lo spettatore dalla "fatica" del leggere. La mia sensazione, però, è quella che accanto ad alcuni aspetti positivi, queste introduzioni, soprattutto quando non brevi, e soprattutto quando anticipano anche qualche battuta del pezzo che verrà eseguito, tolgano un po' il piacere dell'ascolto - perché secondo me la musica è prima di tutto "ascolto" -, e la sorpresa del farsi stupire dalle prime note di un pezzo. Poi, come detto, per farsi un'idea dei brani, perché l'ascolto sia anche consapevole ci sono i programmi di sala, che uno può leggersi in qualsiasi momento (almeno questa è la mia abitudine), occasione magari per riascoltare il brano in rete.
Di seguito, ma senza introduzioni, la Fuga dal Concerto per 2 clavicembali e orchestra, BWV 1061  di Johann Sebastian Bach (da yotube):


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