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[Musica] Fausto Carpani – Quando i portici erano di legno

Creato il 25 febbraio 2011 da Sekhemty

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Titolo Quando i portici erano di legno
Artista Fausto Carpani
Genere Musica popolare
Paese Italia
Anno 2009
Dischi (Tracce) 1 (12)

Fausto Carpani è un cantautore popolare bolognese, che nelle sue canzoni ama utilizzare il dialetto felsineo. Probabilmente, anche a causa di ciò, è poco conosciuto al di fuori dei confini della città petroniana.
Quando i portici erano di legno: casi, personaggi e luoghi del medioevo bolognese è un’eccezione, in quanto è prevalentemente cantato in italiano, anche se un paio di brani (e diverse strofe in altri) sono in bolognese puro.

Il titolo dell’album è piuttosto eloquente circa i contenuti: ogni brano narra un particolare evento legato alla città di Bologna nel Medioevo; sia la musica, che richiama quel periodo storico, sia l’utilizzo di un linguaggio epico-arcaico evocano toni da menestrello, di cantore di epoche passate.
I vari avvenimenti sono trattati ora con tono ironico, gioviale e bonario, ora con aria più solenne e sacrale, così come si confà ad ogni specifico fatto che Carpani ci presenta.

L’album inizia con La leggenda di Stifonti, una canzone di amor cortese che vede protagonisti la Beata Lucia da Settefonti ed un giovane cavaliere innamoratosi della sua bellezza, e prosegue il tema religioso con L’Umarén ch’al dscurèva col bìsti (L’omino che parlava con le bestie), cantata completamente in bolognese e che, come si può intuire, narra di San Francesco e di una sua visita alla città petroniana, dove la sua predica porta la pace fra i bolognesi.

Il terzo brano, Hentius Rex, riguarda un esponente della casata di Svevia il cui destino è stato legato in maniera indissolubile a Bologna: è Enzio, figlio illegittimo di Federico II.
Si tratta della canzone che preferisco fra quelle di questo album: con un tono solenne ed epico racconta della Battaglia di Fossalta del 1249, in cui Enzio fu catturato dai bolognesi, e di come fu poi fatto prigioniero e chiuso nel palazzo che da lui prende il nome e da cui non gli sarà più permesso di uscire fino alla fine dei suoi giorni. Nonostante la prigionia, Enzio è stato un personaggio molto amato dai bolognesi, che dalle compagnie femminili alla possibilità di dedicarsi allo studio ed al componimento poetico non gli facevano mancare nulla; anche la casata dei Bentivoglio, che ha governato Bologna per molto tempo, fa risalire le sue origini ad Enzio.

[Musica] Fausto Carpani – Quando i portici erano di legno

Paradisus Lex ricorda un evento che ebbe molta rilevanza storica: nel 1256 Bologna fu la prima città ad abolire la servitù della gleba; il libro su cui, oltre a questa legge, venivano registrati i nomi dei contadini affrancati è chiamato Liber Paradisus, consultabile integralmente online.
L’armata del pane e del sale riguarda un evento poco noto, ovvero la battaglia navale che nel 1270 alla foce del Po di Primaro vide trionfare la flotta bolognese su quella veneziana; Imelda e Bonifazio invece è una storia di amore tra i rampolli di due nobili casate, e si può considerare come una sorta di Romeo e Giulietta alla bolognese. Dura Lex è un resoconto di alcune delle più originali e crudeli pene comminate dai giudici felsinei di cui si ha traccia nei documenti storici, narrate con ironia e con leggerezza.

Il calcedro involato riguarda un episodio goliardico della storica rivalità tra Bologna e Modena: i bolognesi, sconfitti in battaglia, riescono a chiudersi dentro la cinta muraria, e a scampare così ai modenesi; questi, impossibilitati a montare un assedio, si impossessano di un secchio di legno dal pozzo di una vicina osteria e lo riportano a Modena come trofeo di battaglia; si tratta della famosa Secchia Rapita!
La rocca merdata, dal titolo molto evocativo, racconta scanzonatamente del modo piuttosto originale con cui, secondo la leggenda popolare, nel 1337 i petroniani cacciarono il cardinale Bertrando del Poggetto, che teneva soggiogata la città, assediandolo alla Rocca di Galliera ed utilizzando munizioni “poco convenzionali”.
Il prode Galeazzo è ambientata nel 1443 e descrive con toni eroici l’impresa di Galeazzo Marescotti, che si avventura alla Rocca di Varano per liberare il nobile Annibale Bentivoglio, qui imprigionato dai Visconti milanesi che a quel tempo tenevano in pungo Bologna.
Al Guasto, cantata interamente in bolognese, racconta in modo goliardico le vicende che hanno portato alla distruzione del Palazzo Bentivoglio, fra i più splendidi del rinascimento italiano; ancora oggi nel luogo dove sorgeva il Palazzo si trova una strada chiamata Via del Guasto, proprio a seguito di questi avvenimenti.
L’album si conclude con Da li rami di un acero e un faggio, un’altra canzone a tema religioso, che narra della fondazione di un santuario a seguito dell’apparizione della Madonna.

Nel complesso si tratta di un album molto interessante e divertente, apprezzabile da chiunque ami il Medioevo o Bologna, o ancor meglio entrambi. Le canzoni sono tutte molto coinvolgenti e riescono veramente ad essere evocative dei tempi e dei luoghi che prendono in esame.
Forse alcuni dei versi in bolognese sono poco comprensibili a chi non ha dimestichezza con questo dialetto, ma in generale è tutto piuttosto comprensibile.
L’unico lato negativo probabilmente è la reperibilità: si tratta di una produzione “in piccolo” e non penso sia facilmente recuperabile; anche a me lo ha regalato un amico che per scovare queste cose ha un autentico talento. In ogni caso merita davvero.

Elenco tracce

  1. La leggenda di Stifonti
  2. L’Umarén ch’al dscurèva col bìsti
  3. Hentius Rex
  4. Paradisus Lex
  5. L’armata del pane e del sale
  6. Imelda e Bonifazio
  7. Dura Lex
  8. Il calcedro involato
  9. La rocca merdata
  10. Il prode Galeazzo
  11. Al guasto
  12. Da li rami di un acero e un faggio

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