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Nadar: Il Cacciatore della Realtà

Creato il 28 giugno 2012 da Alessandro Manzetti @amanzetti
Nadar: Il Cacciatore della Realtà
Questo disegno di Honorè Daumier, che ho scelto come copertina dell'articolo, coglie in pieno la personalità di Gaspard-Félix Tournachon (1820-1910), in arte Nadar, fotografo, giornalista, caricaturista ed aeronauta francese. Nadar è stato un vero pioniere della fotografia, sia a livello tecnico che di interpretazione della realtà da nuove e illuminanti prospettive, tanto da essere definito come il Tiziano della fotografia. Personaggio eclettico, guidato da una grande curiosità intellettuale, Nadar avvicina la fotografia attraverso Bertsch e Arnaud, apre col fratello Adrien uno studio fotografico nella casa dove vivono con la madre. Le sue prime fotografie, del 1853, sono scattate a amici, parenti, gente della strada, la Parigi con i suoi molteplici volti, diurni e notturni.  I due fratelli collaborano, con una serie di fotografie, all’illustrazione di un volume a carattere fisiognomico sui lavori del medico e neurologo Duchenne de Boulogne, studioso di muscoli facciali. La sperimentanzione artistica di Nadar, da queste prime esperienze, diviene presto ossessiva, dedicandosi sempre più alla fotografia.
Nadar: Il Cacciatore della Realtà
 … la teoria fotografica si impara in un’ora; le prime nozioni pratiche in un giorno … quello che non si impara … è il senso della luce … è la valutazione artistica degli effetti prodotti dalle luci diverse e combinate … quello che s’impara ancora meno, è l’intelligenza morale del tuo soggetto, è quell’intuizione che ti mette in comunicazione col modello, te lo fa giudicare, ti guida verso le sue abitudini, le sue idee, il suo carattere, e ti permette di ottenere, non già banalmente e a caso, una riproduzione plastica qualsiasi, alla portata dell’ultimo inserviente di laboratorio, bensì la somiglianza più familiare e più favorevole, la somiglianza intima (Nadar, 1857)
Queste parole di Nadar, ascoltate dalla Corte Imperiale di Parigi durante il processo di rivendicazione della proprietà esclusiva del suo pseudonimo, sintetizzano la sua visione artistica e il processo creativo, che lo porterà alle successive attività e sperimentazioni nella fotografia. Rappresentano nello stesso momento il fermento per l'uso del nuovo mezzo fotografico e le prime coordinate di Nadar nell' osservazione, e cattura, della realtà e dell'animo umano.
Nadar: Il Cacciatore della Realtà
II percorso artistico di Nadar parte inizialmente dai ritratti, la sua esperienza di caricaturista caratterizza fortemente le sue opere, capace di cogliere con sorprendente profondità la natura psicologica dei soggetti: amici, artisti, attori, letterati: Victor Hugo, Charles Baudelaire, Gioacchino Rossini, Jules Michelet, Alphonse Daudet sono solo alcune delle prime celebrità che Nadar riesce a imprigionae tra i meccanismi della sua infernale macchina cattura anime. Lo stile di Nadar è estremamente semplice: nessun fondale, soggetti che posavano in piedi, di tre quarti, contro sfondi lisci composti da una semplice tela di colore neutro. La luce elettrica è dosata e mescolata a quella naturale, per ottenere passaggi di tono molto suggestivi. Gli scatti di Nadar, in questa sua prima fase artistica, sono spontanei ma nello stesso tempo curati nei minimi dettagli; dialogando a lungo con i soggetti Nadar riesce a circumnavigare il fatto tecnico, e ridurlo a strumento di acquisizione, estrapolazione, della realtà, delle personalità protagoniste davanti ai suoi occhi e obiettivi.
Nadar: Il Cacciatore della Realtà
I ritratti effettuati nel piccolo studio di Rue Saint-Lazare, tra il 1855 e il 1860 rimangono tra le opere più interessanti e ispirate di Nadar, splendide overtures dei grandi successi, artistici e commerciali, che l'artista incontrerà successivamente. Nel 1854 pubblica il primo foglio con 249 ritratti, tra cui quelli di Hugo e Balzac, Le Pantheon Nadar, accolto con grande entusiasmo dalla stampa e dal pubblico. Verso la fine dell’anno Nadar, chiede al mimo Charles Deburau del teatro dei Funamboli, di posare per una serie fotografie, che vengono presentate all’Esposizione Universale del 1855, ottenendo la Medaglia d’Oro. Questo riconoscimento rappresenta l'ultima collaborazione con il fratello Adrien, le loro strade si divideranno definitivamente.
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Emerge successivamente una nuova passione, probabilmente la più stimolante per Nadar: la navigazione aerea con palloni aerostatici, che rischiò di portarlo alla rovina economica.Nadar incastrò questo nuovo interesse, molto dispensioso a livello economico, con la sua indagine e sperimentazione artistica. Nel 1858 scattò la fotografia aerea da un pallone frenato, appositamente costruito, e dotato di vetri oscurati, sopra il villaggio del Petit-Bicêtre, vicino a Parigi; l’anno successivo realizzò immagini di Parigi, sviluppate con l’aerostato ancora in volo. Il governo di Napoleone III gli offrì 50.000 franchi per realizzare delle fotografie di topografia aerea durante la campagna d’Italia del 1859, ma Nadar rifiutò. Queste originali imprese di Nadar, a bordo del suo aerostato, ispirarono Giulio Verne nella creazione del personaggio Andar (anagramma di Nadar), protagonista di Dalla Terra alla Luna, romanzo di fantascienza del 1865.
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Nel 1863, fonda la Società di incoraggiamento per la locomozione aerea a mezzo di apparecchi più pesanti dell’aria, dove riveste la carica di presidente e Giulio Verne quella di segretario.  Fa costruire Le Géant  (“Il gigante”), uno dei palloni ad aria calda più grandi del mondo (6000 m3), che però durante il secondo volo precipita, lasciandolo miracolosamente incolume, assieme all’equipaggio. Questa’impresa ispira nuovamente l’amico Verne per il romanzo Cinque settimane in pallone (Cinq semaines en ballon).  Nel 1866 Nadar fa il rilevamento topografico di Parigi, nel 1867 effettua l’ultima ascensione col pallone, prima di venderlo. Ma la passione per il volo non si arresta, l’anno seguente Nadar realizza delle foto aerostatiche: la celebre serie di “vedute” del quartiere dell’Etoile.

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Ma l'eclettico Nadar continua a sorprendere la sua epoca con diverse innovazioni e altre originali imprese. Fu probabilmente il primo ad utilizzare la luce artificiale elettrica continua (il lampo al magnesio era già conosciuto dal 1808), con la quale realizzò, intorno al 1860, le prime fotografie delle fogne e delle catacombe di Parigi. All’epoca l’argomento dei sotterranei era già stato trattato ampiamente dalla letteratura (I Miserabili di Victor Hugo), e il suo inedito sevizio fotografico fece scalpore. Nel 1861 registrò un brevetto di luci artificiali per la fotografia, tecnica che utilizzò  in molti ritratti, creando inediti contrasti di luci in chiaroscuro che ispirarono alcune opere di Manet.
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Nadar è stato certamente il grande protagonista del realismo fotografico a Parigi, della foto intesa come documentazione, spaziando dalla terra al cielo. Dalle viste aeree ai sottorranei, alle fogne e alla catacombe parigine. La nuova prospettiva sulla realtà proposta con grande originalità da Nadar alza lo scenario su un nuova osservazione della realtà, della città e dei suoi abitanti, degli artisti e delle persone comuni, dell'epoca stessa in cui vive che porta nel futuro integra, catturata dalle sue tecniche innovative e da una straordinaria sensibilità artistica. La fotografia, prima disprezzata e temuta da intellettuali e artisti, con Nadar diviene una forma d'arte e di comunicazione. Nadar confrontandosi (è il primo a farlo) con l’oscurità delle fogne e dei sotterranei parigini, illuminati dalla luce artificiale e non visitabili ai più, crea una diretta connessione con la letteratura contemporanea, che aveva già descritto e trattato queste tematiche.
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Ma la Parigi sotterranea che Nadar svela, con le gallerie squarciate dalla luce artificiale, offrono un nuovo, inedito bianco e nero, la verginità dello spazio e i canali invisibili della realtà. Si tratta di fotografie che cercano di cantare la poesia dei volumi, raccontano il ventre della città, i suoi pieni e i suoi vuoti, uscendo nettamente da una visione di superficie, da quella omogenea apparenza che Nadar evita, scosta con decisione. Nadar è un grande precursore dell’archeologia industriale, del modernismo, considerato un non-artista dai contemporanei, produce intuizioni che influenzeranno profondamente le visioni artistiche future.
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Nadar: Il Cacciatore della Realtà
La modernità di Nadar è sorprendente, i segni sono evidenti e arrivano fino a oggi: Nel 1999 fu organizzata una mostra dal Paul Getty Museum dal titolo “Nadar/Warhol: Paris/New York” nella quale veniva accostato il lavoro di Nadar a quello di Andy Warhol, due grandi fotografi, distanti nel tempo, ma avvicinabili nell'interpretazione della fotografia come uno strumento per raccontare la capacità creativa, lo spessore intellettuale, un mezzo per comunicare. Questa mostra è un cordone ombelicale che unisce ambiti e epoche diverse, mostrandoci tutta la portata delle opere e delle sperimentazioni di Nadar nella sua ottocentesca Parigi.
Nadar: Il Cacciatore della Realtà
Nadar, coerentemente alla propria filosofia dell'indagine sul reale, condivise i principi del movimento impressionista che proprio in quegli anni stava muovendo i suoi primi passi, fu proprio nel suo nuovo studio fotografico, al numero 35 del Boulevard des Capucines, che, il 15 aprile 1874 si tenne la prima mostra collettiva dei pittori Impressionisti, centosessantacinque opere tra dipinti, disegni, acquerelli, pastelli - eseguiti da artisti appartenenti alla "Societè anonyme des artistes, peintres, sculpteurs, graveurs", fondata l'anno precedente. Fra gli espositori: Cezanne, Degas, Guillaumin, Monet, Morisot, de Nittis, Pissarro, Renoir, Sisley. Degas era l'artista più rappresentato con undici quadri: Monet ne esponeva cinque, tra cui una veduta del Boulevard des Capucines dipinta l'anno precedente dal balcone della mostra. 
La nascita della fotografia segnò una svolta nell’arte, che trasformò se stessa, evolvendo, liberandosi; la fotografia fu un elemento essenziale e ispiratore per gli impressionisti per la sua capacità di catturare l’istante in una realtà che muta continuamente; la pittura muovendosi sui nuovi binari dell'interpretazione cercò di cogliere l’istante, abbandonando il naturalismo, senza aver bisogno di competere con il nuovo realismo della fotografia. La mostra del 1874 era dunque anche una dichiarazione indiretta della contiguità e della non sovrapponibilità delle due arti, che, pur intersecandosi, avrebbero poi percorso strade e sperimentazioni diverse.
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Riporto uno stralcio di una lettera di Degas a James Tissot dalla quale si eviince lo spirito della mostra impressionista del 1874 nello studio di Nadar:
[...] Suvvia, caro Tissot, né esitazioni né fughe: dovete esporre al boulevard. Sarà cosa utile sia a voi (è un modo per farsi conoscere a Parigi, dove la gente dice che non volete venire) sia a noi. Manet ha l'aria di voler stare a tutti i costi per conto suo; può darsi che se ne penta. Ho visto ieri la sistemazione del locale, le tappezzerie e l'effetto della luce. Non c'è posto migliore. Ora anche Henner (eletto membro ausiliario della giuria!) vuole esporre con noi. Io mi do da fare, ce la metto tutta e con successo, mi sembra. I giornali incominciano a dare qualcosa di più di un annuncio e, senza osare l'articolo di fondo di una colonna, promettono di occuparsene più ampiamente. Il movimento realista non ha più bisogno di lottare. È, esiste, deve solo mostrarsi. Bisogna che ci sia un Salon realista. Manet questo non lo capisce. Lo ritengo decisamente molto più vanitoso che intelligente. [...] Esponete. Restate a fianco dei vostri amici. La cosa fa maggiori progressi e ha una migliore accoglienza, ve lo giuro, di quanto potessi mai sperare. [...] Non ho ancora scritto a Legros. Cercate di vederlo, di stimolarlo. Si conta assolutamente su di lui. Basta che versi 6o franchi. La maggior parte del denaro è già stata raccolta. L'ímpressione generale è che sia una cosa buona, giusta, intrapresa con semplicità e quasi con virilità. Può darsi che si faccia da cavie, come si suol dire. Ma la parte migliore sarà la nostra. [...] (febbraio-marzo 1874)
Vi lascio ora a una galleria di immagini di alcune note fotografie, o ritratti, di Nadar, con protagonisti Baudelaire, George Sand, Mallarmè, Manet, Sarah Bernhardt, Verne e Rodin. Nadar è un argomento di grande interesse, vi consiglio di approfondire andando oltre questo piccolo spazio che ho voluto dedicare, che non può esplorare le tante tematiche e argomenti che meriterebbero una analisi ben più completa. Ma, come sempre, Mezzotins vuole semplicemente rappresentare un stimolo per ulteriori ricerche personali.
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