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Napoli, abbraccia e chiedi scusa a Quagliarella

Creato il 15 gennaio 2016 da Vesuviolive

Quagliarella

A 6 anni di distanza trovano conferma pettegolezzi e ombre che aleggiavano intorno al burrascoso addio di Fabio Quagliarella dal Calcio Napoli. Il suo trasferimento alla Juventus non fu motivato da una scelta tecnica e neanche da presunti cattivi rapporti con alcuni compagni di squadra, bensì da fantasiosi, quanto non veritieri e inopportuni, rapporti con la camorra che il centravanti di Castellammare di Stabia avrebbe intrattenuto durante la sua avventura partenopea. Ieri, l’attaccante attualmente in forza al Torino, si è finalmente spogliato della maschera e raccontato dinanzi al giudice di Torre Annunziata la verità nel corso del processo “poliziotto-stalker” che lo ha visto testimoniare come parte lesa insieme ad altri personaggi pubblici.

De Laurentiis mi ha mandato via dal Napoli solo per le lettere che parlavano dei miei festini a suon di droga con la camorra. Prima mi chiamava ogni giorno. Dopo le calunnie, spedite in sede a Castelvolturno nel 2010, il presidente mi disse di andare a vivere in albergo, lasciando Castellammare per stare più tranquillo. Poi non mi ha mai più telefonato, –  così amaramente dichiara Quagliarella che ha poi proseguito – Sono stato malissimo. Dopo le lettere e gli sms fui costretto a lasciare la mia città. Quando andai alla Juve, nelle lettere c’era scritto che avrebbero picchiato la mia famiglia per il mio addio al Napoli”.

Dichiarazioni forti che finalmente raccontano i tanti silenzi e le mezze verità riportate dal presidente Aurelio De Laurentiis, dalla stampa e dallo stesso Quagliarella. Una vicenda capace di complicargli sia la sua vita professionale con pesanti ricadute anche nella sfera privata.

Oggi, dopo gli ennesimi fischi del San Paolo ai suoi danni quando è sceso in campo con il Torino, la parte sana della tifoseria, costituita da tanti cittadini di Napoli, ha un compito ingrato ma necessario: cancellare quanto la parte marcia del tifo e della città ha provocato all’uomo oltre che al professionista Quagliarella.

Basta insulti a lui ed alla sua famiglia, il napoletano Quagliarella merita un trattamento decisamente diverso, perchè anche per colpa di queste minacce la sua vita lavorativa e familiare ha subìto un danno ingiustificato. Napoli non può permettersi che eventuali sciacalli possano marciare su questa vicenda, è necessario incamminarsi verso il calciatore e chiedergli scusa a nome di quella ristretta minoranza che gli ha rovinato la vita. Solo l’immensa generosità del popolo partenopeo può riportare la serenità meritata tra le parti.

“.…di tempo ne è passato ma siamo ancora qua…

e oggi come allora difendo la città…”

Anche così si difende la città!


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