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Napoli: dopo 8 milioni di euro trovati dentro al muro altri conti in Svizzera per gli usurai del clan Potenza

Creato il 03 febbraio 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale

Napoli: dopo 8 milioni di euro trovati dentro al muro altri conti in Svizzera per gli usurai del clan Potenza
È stato dunque già accertato in fase cautelare ed è attualmente al vaglio dibattimentale, sostiene Pennasilico, il reimpiego di capitali illeciti riferibili a Salvatore Lo Russo, al vertice dell'omonimo sodalizio camorristico di Miano ed oggi collaboratore di giustizia, ed alla famiglia Potenza, in particolare a Mario Potenza (soprannominato ò chiacchierone) e Bruno Potenza, esponenti storici fino a tutti gli anni '90 del contrabbando di sigarette, e poi stabilmente dediti all'usura nel cui ambito investono gli stessi proventi così accumulati negli anni. 
Tra i destinatari della precedente ordinanza vi era il capostipite della famiglia Potenza, Mario, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, e poi morto per cause naturali lo scorso 15 gennaio Grazie ad attività di intercettazione ambientale eseguita all'interno della sua abitazione (luogo in cui lo scorso 2 maggio è stata scoperta la somma di circa otto milioni di euro nascosta nelle pareti domestiche) «si è avuta conferma degli stretti legami tra la famiglia Potenza ed il clan Lo Russo, ed in particolare delle cointeressenze economiche del capoclan nella attività di ristorazione, oltre che dei legami attuali con Antonio Lo Russo, latitante». 
Altro filone di indagine ha, invece, rivelato come non tutti i proventi delle illecite attività della famiglia Potenza sono state raggiunte dal provvedimento di sequestro nella prima fase investigativa, in quanto una parte consistente delle ricchezze illecite accumulate sono state trasferite all'estero e depositate presso conti svizzeri intestati a membri della famiglia. 
Le indagini si sono quindi concentrate, in particolare, su altre persone che potevano fare da prestanome ai Potenza per la salvaguardia del loro patrimonio ed hanno evidenziato come la stessa famiglia Potenza, grazie anche alla complicità di un prestanome, Franco Russo, fosse riuscita a trasferire su conti svizzeri ingenti somme di denaro. 
In collaborazione con la polizia svizzera ed a seguito di un' attività transfrontaliera condotta con la collaborazione del centro operativo DIA di Milano, è stato accertato che tale soggetto, in seguito ai sequestri ed agli arresti, si era attivato per far rientrare in Italia parte dei capitali. 
La cooperazione avviata con la Procura Federale di Lugano, ha consentito, poi, di accertare l'esistenza di conti accesi presso istituti bancari elvetici riferibili alla famiglia Potenza e di sequestrare oltre l milione di euro in contanti che erano stati prelevati dai conti svizzeri per essere utilizzati in Italia. (Fonte Ansa)

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