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Napoli, I Tosti del Museo del Sottosuolo

Creato il 04 aprile 2013 da Tipitosti @cinziaficco1

Cos’è il Museo del Sottosuolo di Napoli? E grazie a chi oggi  esiste?

Lo scoprirete, leggendo questo contributo di Tania Sabatino, giornalista, che volentieri pubblico. Le foto che vedete sono di Luca Cuttitta.

“Napoli possiede tanti gioielli di rara bellezza, a volte celati, o non adeguatamente valorizzati.

GLI ESORDI

Una delle ultime perle nate nel capoluogo partenopeo è il Museo del Sottosuolo, figlio della tenacia di chi le mille strade del ventre di Napoli le ha esplorate e censite per 50 anni.

Napoli, I Tosti del Museo del Sottosuolo
Si tratta di Clemente Esposito, presidente del Centro Speleologico Meridionale (CSM). Intorno al 2004 infatti acquista un locale terraneo di piazza Cavour. Non un locale a caso, ma una porta d’accesso ai misteri ed alle testimonianze custodite nel sottosuolo. Infatti, proprio da lì parte una scala che viene inghiottita dalla terra e conduce ad uno degli oltre 400 ricoveri antiaerei che L’UNPA (Unione Nazionale Protezione Antiaerea) realizzò alla fine degli anni ’30. L’inaugurazione, avvenuta dopo mesi di duro lavoro di squadra per consentire la riqualificazione di quei luoghi,  avviene sottovoce, con pochi clamori, durante un maggio dei monumenti. Poi il silenzio scende sul lavoro che le realtà coinvolte stanno mettendo in atto.

A collaborare, un team che all’epoca è capitanato dall’associazione In Neapoli As.So.Tec.Na, presieduta dallo stesso Esposito (cui all’inizio viene assegnato il compito di gestire il Museo del Sottosuolo). Una gestione tra luci ed ombre. Per cercare di intraprendere azioni continue e strutturate a favore del patrimonio ipogeo napoletano, attraverso lo strumento dello Stesso Museo del Sottosuolo, il presidente del CSM decide di affidare a Luca Cuttitta, presidente dell’associazione speleo-archeologica-culturale La Macchina del Tempo, che ha lavorato attivamente ed in prima persona sin dagli esordi al riassetto di quei luoghi, il compito di dare il via ad una nuova gestione. “L’offerta – racconta Cuttitta –  mi affascinò da subito.  Ma se da una parte c’era l’occasione di promuovere un luogo stupendo, dall’altra si era chiamati a fare i conti con centinaia di difficoltà, tecniche e non, che negli anni non erano mai state affrontate concretamente”.

UNA NUOVA FASE

Comincia così una nuova fase. Tutti i soci de “La Macchina del Tempo” lavorano alacremente, e di concerto, per pulire i locali, sistemare e dare un senso alle teche espositive,  “invase” da un’ accozzaglia di centinaia di pezzi incongruenti, non legati da un percorso comune. Ideare e selezionare nuovi scorci che diano lo spunto per parlare compiutamente di sottosuolo e speleologia urbana. Un lavoro che non fa appello ai fondi pubblici, ma procede con piccoli, ma tenaci, passi, sostenuti dalla sola forza economica dell’associazione. Una precisa scelta di politica interna quella dell’autofinanziamento. Una fase di preparazione ad un “ingresso ufficiale in società”, durata circa un anno e mezzo. Un lavoro costante, che continua ancora oggi, scontrandosi con un contesto difficile e con “barriere” di diverso tipo. Ma che prosegue e non si arrende.

Il Museo del Sottosuolo, infatti, viene dotato di biglietteria on line (con regolare registrazione alla Siae) e di assicurazioni per i visitatori. Viene inoltre elaborato e stampato materiale informativo, con l’obiettivo di dar vita ad un percorso di divulgazione. Piano piano arriva anche il televisore 3D nella sala multimediale, che dà la possibilità di mostrare, innanzi tutto agli studenti di ogni ordine e grado, ma non solo, le meraviglie di cavità naturali ed antropiche, attraverso l’utilizzo di foto stereoscopiche (realizzate in collaborazione con il Team La Salle).

IL RIALLESTIMENTO

Si passa poi al riallestimento degli altri ambienti, a partire dalle scale di accesso che oggi hanno un corrimano in corda (nella migliore delle tradizioni speleologiche). Gli oggetti contenuti nelle teche espositive vengono corredati da targhette esplicative che ne descrivono le caratteristiche. Targhette esplicative documentano anche la profondità dei vari ambienti ed il loro uso passato.  A 25 metri sottoterra, anche una palestra di speleologia teatro dei corsi speleo organizzati da La Macchina del Tempo.

Napoli, I Tosti del Museo del Sottosuolo

Tante le difficoltà, anche di contesto, con cui bisogna confrontarsi quotidianamente.

“La piazza antistante il Museo del Sottosuolo – evidenzia Cuttitta –  non ci aiuta, abbandonata a se stessa. I giardini sono sempre più brulli e desolati, abitati solo dai senza fissa dimora che cercano conforto sotto i secolari alberi della piazza. Spesso, troppo spesso, si è testimoni di veri e proprio scontri di persone di differenti nazionalità che iniziano a gridare ed a ferirsi, lanciando bottiglie e sassi che invadono la piazza ed i giardinetti ed i cui resti spesso sono destinati a rimanere li per settimane”.

A versare in questo stato di degrado ed abbandono totale sono i giardini che danno sul quartiere Stella. Quelli che dovevano essere un piccolo “polmone verde”, scenario di relax e giochi, sono diventati uno spauracchio, che allontana ed impaurisce le persone, obbligandole a passare dall’altro lato di via Foria.

LA  RETE

Fondamentale il lavoro di rete nel quartiere. Gli esercizi commerciali, infatti, vedono nel Museo del Sottosuolo un’occasione di sviluppo territoriale, e spesso, in concomitanza con eventi serali, restano volentieri aperti fino a tardi, creando una piccola oasi felice che purtroppo è circondata da un’atmosfera di desolazione.

Infatti, le luci dei pochi locali aperti di fianco al Museo del Sottosuolo rischiarano solo una piccola parte della piazza, che rimane perlopiù irraggiungibile e non visibile dal lato opposto della strada.

“Scontiamo poi – rimarca il presidente de La Macchina del Tempo –  anni di non adeguata promozione, una sorta di limbo in cui non si è fatta pubblicità e mai nessuno è venuto a conoscenza della possibilità di visitare il ricovero”.

Una situazione che non ha permesso di generare un flusso costante di visitatori, creando una situazione di “affanno”. Le bollette di utenze e le spese condominiali continuano a gravare sul suo fondatore, Clemente Esposito, mentre tutte le altre spese ed oneri vengono sopportate da La Macchina del Tempo.

WORK IN PROGRESS

E’ quindi stata strutturata, a partire dal 2011, una campagna di promozione fatta di azioni progressive.

Non più la sola pubblicità ed il volantinaggio, ma la gestione di un vero e proprio progetto, i cui gli aderenti (i soci dell’associazione) si impegnano, mediante specifici turni, ad aprire il sito tutti i week end, dalle 10 alle 18. Un lavoro che sta dando i primi frutti. Infatti, la gente, vedendo la porticina aperta entra e fa domande, si informa e promette di ripassare con gli amici o la famiglia. Attualmente i soci de La Macchina del Tempo continuano a mantenere aperto ed in attività il Museo del Sottosuolo tutti i fine settimana, accompagnando nel tour, a volte, anche singoli visitatorii. Si spera in un clima mite, che spinga le persone ad aver voglia di trascorrere una giornata fuori casa, tra curiosità e conoscenza.

“Nel frattempo – dice Cuttitta –  continuano a nascere progetti e programmi. Il calendario fino a giugno 2013 è ricco di mostre d’arte, spettacoli, concerti e presentazioni letterarie”.

Il risultato è frutto della tenacia dei soci della Macchina del Tempo, che stanno progressivamente  restituendo al Museo del Sottosuolo il volto di un luogo di aggregazione con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio ipogeo. Un luogo dove si fa cultura a 360 gradi.

UN LAVORO DI SQUADRA

A lavorare in team, una responsabile dell’ufficio stampa, un addetto ai settori grafica e web, ed i soci volontari, speleologi e studenti di geologia ed archeologia, che, attraverso i turni,  riescono a dare la possibilità ad un pubblico trasversale di vivere ed assaporare le emozioni suscitate dal ventre di Napoli e dai locali dedicati all’esposizione dei reperti.

 Un lavoro che non si ferma durante la settimana, Infatti, il team dell’associazione promuove le visite, girando per locali, negozi, strutture ricettive, scuole e info point.

“Siamo sicuri – ribadisce Cuttitta –  che un giorno tutti  i nostri sforzi verranno premiati, che avremo tante persone amanti del Museo del Sottosuolo e che finalmente tutti i Partenopei, ma anche i turisti, potranno conoscere quella che in molti sostengono essere una delle cavità più belle del capoluogo”.

Ad accogliere i visitatori ed a condurli in questo viaggio, cui si accede da una porticina situata al civico 140 di piazza Cavour, il sorriso e la professionalità dello staff della Macchina del Tempo. Un’accoglienza calda ed avvolgente che non perde la speranza anche quando il visitatore è uno solo”.

   Tania Sabatino


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