Magazine Diario personale

Napoli – ‘O Galantariaro

Da Antonio

Numerosi sono i venditori ambulanti che percorrono le strade cittadine promuovendo a gran voce e con convinzione la propria merce e i propri prezzi. Tra questi i galantriari sono da ritenersi l’elite, in quanto essi propongono le migliori merci che i negozianti chiamano usualmente grossa chincaglieria. Trattasi di generi che più costano e di cui più si sente il bisogno: tiracalzoni, forbici, temperini, stuzzicadenti, spazzole per il capo e per i denti, coltelli da tavola, posate di plaquefond, pettini, lumi da notte e così via. Per questo hanno anche il nome di chincaglieri ambulanti.

Vanno girando per le vie principali (soprattutto via Toledo) entrando nei caffè e negli esercizi soffermandosi ad ogni angolo e tavolino ripetendo ad ogni potenziale cliente: “Comandate no bravo pare de tiranti, forbici, temperini?” insistendo in caso di diniego elogiando i propri prodotti e la loro utilità e promettendo di cederli per un ottimo prezzo. Se poi vedono che nemmeno così riescono a piazzarlo “conchiudono col chiederti il mozzicone del sigarro, che con rincrescimento devi staccare dalla bocca e darglielo”.

Comunque vada la trattativa restano sempre rispettosi coi compratori e non si lamentano se perdono molto tempo per concludere nessuna vendita. Nella maggior parte dei casi sono “giovani svelti e di spirito, che sovente ti muovon le risa con le loro risposte argute ma che non eccedono ad impertinenze” e oltre a percorrere le strade non esitano a visitare studi ed officine per promuovere attrezzi per la scrittura o le arti. Li si può anche trovare a contrattare sulle navi d’altri paesi che sono ferme in porto, con ufficiali o qualunque altro membro della ciurma che ritengono abbia abbastanza moneta per pagarne le merci.

A dispetto della contrattazione necessaria a spuntarlo il prezzo a cui i chincaglieri ambulanti propongono le loro mercanzie risultano convenienti in quanto questi non hanno le spese vive dei negozianti da ammortizzare.



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