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«Narrazioni» n. 2 (giugno-settembre 2012), a cura di Vito Santoro

Creato il 08 ottobre 2012 da Retroguardia

«Narrazioni» n. 2 (giugno-settembre 2012), a cura di Vito SantoroNARRAZIONI.  Rivista quadrimestrale di autori, libri ed eterotopie (giugno-settembre 2012). Vol. 2, a cura di Vito Santoro

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Narrare negli anni Zero: oltre il romanzo
Se c’è un elemento che accomuna gli scrittori degli anni Zero, questo va rinvenuto nel rifuggire dall’ambizione a “fare romanzo”; quella ambizione che il Calvino degli anni Sessanta riteneva essere «una trappola ritardatrice in cui cascarono anche i più avvertiti». Solo sfumandone i confini, il romanzo può trasformarsi in uno “spazio altro”, capace di opporsi al dominio del significante, che, iuxta Lacan e Lévi-Strauss, è rivelativo di quella potente, forse magnifica, ma anche terribile allucinazione che la modernità ha forgiato e alimentato, cioè che il simbolico è esso stesso un’illusione senza fondamento.

È quello che caratterizza la scrittura ‘eretica’ di Emanuele Tonon, capace di scandagliare quella “ferita” interiore per mezzo della quale «gli esseri comunicano tra di loro e si trovano restituiti alla bellezza della notte» (Bataille). O si pensi a Emanuele Trevi che, in Qualcosa di scritto, attraverso un confronto continuo con Petrolio, avvia un personale percorso iniziatico alla volta dell’indicibile del reale. E un’idea di letteratura come «descrizione composta dell’ultima determinazione di una serie di eventi», per usare le parole del suo autore, Paolo Sortino, caratterizza Elizabeth. Dal canto suo, Piersandro Pallavicini, sul solco di Pier Vittorio Tondelli, offre nella sua “trilogia atomica” il ritratto di un mondo, quello occidentale, in piena dismissione. Giallista anomalo è Francesco Recami, romanziere “vero” che, nei suoi libri conditi amara ironia, offre una collezione di tipi umani e affronta temi come la solitudine, la vecchiaia, il lavoro, l’amore, le angosce contemporanee. Insomma, la vita.

Riflessioni a tempo determinato. Eleonora Voltolina spiega perché un’intera generazione di giovani – sottopagata, sottoimpiegata e senza tutele – non riesce a mantenersi e perché aumentano i contratti ‘di collaborazione autonoma’, che nascondono normale lavoro dipendente. Tuttavia qualcosa sembra muoversi. L’occupazione del Teatro Valle di Roma ha portato alla nascita di una Fondazione gestita secondo un principio di autogoverno. Si tratta di un prototipo riproducibile dai musei ai centri di ricerca, dalle scuole agli ospedali, come peraltro previsto dal sempre ignorato articolo 43 della Costituzione, che prevede la realizzazione di modelli di gestione partecipata e diretta da parte dei lavoratori.

Lavoro critico. Modi diversi di fare critica: in Massimo Onofri l’esercizio critico rappresenta una autonoma prova d’immaginazione e di stile; David Lodge sostiene nel suo ultimo libro la tesi della complementarietà della letteratura nei processi sperimentati dalle scienze cognitive. Ma fondamentale resta ancora la lezione di Pier Paolo Pasolini, dove riflessione critica e opera letteraria interagiscono tra loro in un confronto che pone al centro dell’analisi la lingua, l’ideologia e lo stile.

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Sommario

 

Passato contemporaneo

Luciano Bianciardi, «Come si diventa intellettuale»

 

Narrare negli anni Zero 8

 

Narrare in verticale

Ovvero sulla qualità eretica della scrittura di Emanuele Tonon

di Serena Di Lecce

 

Raccontare l’indicibile

di Emanuele Tonon

 

«Quel mostro emerso dal passato»

Su Qualcosa di scritto di Emanuele Trevi

di Vito Santoro

 

«Questo romanzo va inteso come opera di fantasia

in ogni suo più piccolo dettaglio»

Su Elisabeth di Paolo Sortino

di Francesca Giglio

 

Intervista a Paolo Sortino

a cura di Francesca Giglio

 

Il romanzo per signora di un atomico dandy

Su Piersandro Pallavicini

di Gianni A. Palumbo

 

La lancinante bellezza degli spazi bianchi

Il principe fulvo di Salvatore S. Nigro

di Gabriele Fichera

 

L’inafferrabilità del fool

Su L’idiota di Paolo Febbraro

di Domenico Mezzina

 

Illudersi, consumare e morire

Nicola Lagioia e la «dittatura delle cose»

di Marco Marsigliano

 

La letteratura è un antidoto contro il potere

Intervista a Nicola Lagioia

a cura di Marco Marsigliano

 

Valore d’uso di Francesco Recami

Dall’oggettività del disegno alla trama confusa del reale

di Giuseppe Panella

 

La cognizione del teatro

Intervista a Fabrizio Gifuni

a cura di Michela Ventrella

 

Riflessioni a tempo determinato

 

Dalla lira all’euro: un precariato da due soldi

Eleonora Voltolina, Se potessi avere mille euro al mese

di Maria Grazia Filisio

 

Intervista a Eleonora Voltolina

a cura di Maria Grazia Filisio

 

L’instabile Teatro Valle e la rivolta culturale dei beni comuni

di Vito Santoro

 

Lavoro critico

 

Per la genealogia di un critico

Il caso Onofri

di Domenico Calcaterra

 

Quando il romanzo serve alla scienza

Su La coscienza e il romanzo di David Lodge

di Antonio R. Daniele

 

Non solo passione e ideologia

Pasolini critico letterario

di Marianna Comitangelo

 

Pasolini e la tv

di Carlo di Carlo

 

Letture

 

Gao Xinjian – Claudio Magris, Letteratura e ideologia

di Giuseppe Ceddia

 

Oscar Iarussi, C’era una volta il futuro

di Ida Vinella

 

Alessandro Leogrande, Il naufragio. Morte nel mediterraneo

di Stefano Savella

 

Vittorio Spinazzola, Alte tirature

di Marco Marsigliano

 

Osservatorio graphic novel

 

I Quaderni di Igort

Reportage a fumetti di una verità fantasma

di Giuseppe Del Buono

 

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