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Natile Antonio: Dove c'era il lago (LietoColle - Collana Erato)

Creato il 11 giugno 2011 da Stefanodonno
Natile Antonio: Dove c'era il lago (LietoColle - Collana Erato)

… un libro fatto di dialetto, di tosse e di bandiere in una quasi feroce tensione antilirica […] emerge una serie di fermi immagine da film in bianco e nero, le impressioni di un lungometraggio dove i legami sono forti e virili, sono scabri legami di parentela e lavoro e dove la voce della terra è – sebbene sommessa – onnipresente, a dimostrazione che ciascuno porta nella sua parola la sua vita, ma appunto con quello scarto, quel disorientamento che induce la poesia. […]

vengono accostati frammenti di discorso a frammenti di visione a frammenti di realtà: raramente, nemmeno nelle piccole prose, veniamo accompagnati da una narrazione e da una sintassi convenzionali. Ep­pure, si capisce in che mondo questo speleologo-poeta voglia calarci: emerge per immagini un mondo vivo e vero abitato da creature vive e vere ma sempre leggermente altre da sé: emerge ovvero l’effetto picas­siano di un mondo negli occhi di un poeta: le cose ci sono ma i loro accostamenti aprono crepe in noi.

dalla prefazione di Maria Grazia Calandrone

U fuatte iere sembe u stesse: aqquanne se deve a paròle a bascine verse i cose ière mene affunne. //Càngene de chelore i facce e dìscene tutt’i cère d’a stòrie a’ memòrie.//Tre cose uguèle sckitte a paròle.// Sarè nonne pegghijète che fesse ch’i carecatune sobb’e spadde e l’òssere scettète accom’ u sanghe. – ji ca tremuluèsceche o penzire –// U fuatte, stasère, u donne arrète e sè.// Picche è remuaste attacchète e i meràchele na vàlene chiù nudde, nann’è u sciuèche d’i numere addovve iune vèle l’alte e i pete sàpene ciocch’ onna sapè: i fiète strengiute ind’e passatòrele, a morte ca passe da ‘nganne, cio ca rummuanne d’u sòle//

Il trucco era lo stesso: alla parola data la discesa verso le cose era meno tragica.// Cambiano di colore i visi e le facce ripetono gli sguardi della storia a memoria.// Tre cose uguali a parole.// Forse ci hanno preso in giro con i carichi sulle spalle e le ossa buttate come il sangue. – Io che tremo –// La replica è per questa sera alle diciotto.// Poco è rimasto attaccato e i prodigi sono poca cosa, non è il gioco dei nomi dove uno vale l’altro e le pietre sanno quello che si deve sapere: i fiati stretti nei sentieri, la morte che passa dalla gola, ciò che resta del sole.

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COMMENTI (1)

Da rosannalupi
Inviato il 13 giugno a 20:53
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Luigi Di Ruscio, Birgitta Trotzig, Giorgio Celli, tre personaggi straordinari legati al Premio Camaiore. Tre grandi autori che ci hanno lasciato in questo anno 2011. Sicuramente un anno molto triste per la cultura e faticoso per tutti coloro che li hanno amati.