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Nazionale Italiana: chi è causa del suo mal pianga se stesso.

Creato il 18 giugno 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale
di Giuseppe Parente
Nazionale Italiana: chi è causa del suo mal pianga se stesso.Mancano poche ore all’inizio delle due partite del campionato europeo valevole per il girone C Italia Irlanda e Croazia Spagna. Il nostro paese, in queste ore, è devastato e scosso dall’indignazione tracimante per lo spettro del “biscotto”. Il maggiore quotidiano sportivo, la Gazzetta dello Sport, in prima pagina, mostra un nuovo segnale stradale: al posto del classico divieto di sosta, è spuntato un nuovo ed alquanto originale “divieto di biscotto”, nella speranza che la partita Croazia Spagna non finisca con il risultato di 2-2, punteggio con il quale, passerebbero alla fase successiva, la Spagna e la Croazia, ponendo fine alle ambizioni degli azzurri. 
Il terrore del biscotto e il simpatico segnale di divieto, possono sicuramente farci sorridere, dal punto di vista linguistico e visivo, ma sul piano concreto, l’Italia del calcio non può scagliarsi sulle ipotetiche combine altrui. Di “biscotti” è piena la storia del calcio mondiale. Hans Peter Briegel, terzino di spinta del Verona campione di Italia, guidato da Osvaldo Bagnoli, nazionale della Germania e ora allenatore del Barhein, con quasi 30 anni di ritardo confessa che la sconfitta dell’ Austria contro la Germania, in occasione dei mondiali del 1982, venne organizzata al fine di eliminare l’Algeria dalla competizione. 
Nazionale Italiana: chi è causa del suo mal pianga se stesso.Un eventuale pareggio, con il risultato almeno di 2-2, tra la Croazia e la Spagna, come avvenne agli Europei del 2004 tra Svezia e Danimarca, sancirebbe la fine delle ambizioni europee dell’Italia e l’inizio di un processo pubblico in tutte le piazze per l’allenatore Prandelli, da milioni di ipotetici selezionatori.
 Alla sola ipotesi, di un eventuale pareggio, con parecchi goal tra Croazia e Spagna, tanti quotidiani italiani, sportivi e non, hanno frignato alla sola ipotesi, dimenticando la triste vicenda dell’ultimo scandalo del calcio scommesse, con giocatori e squadre corrotte, partite vendute, clan degli zingari ed esponenti di Singapore pronti a giocare, a colpo sicuro, su partite “truccate”. 
Il Corriere dello Sport, secondo maggiore quotidiano sportivo del Belpaese, nei giorni scorsi, ha titolato : “Non truffateci un’altra volta, a rischio la credibilità dell’Europeo”, ospitando anche un commento del professore D’Aloia, ordinario di diritto costituzionale all’università di Parma, intitolato : il biscotto, l’etica, le regole. 
L’accordarsi è la norma, come hanno dimostrato diversi esponenti del calcio italico, d’altronde che male c’è a non farsi male,a terminare una partita con il risultato di un pareggio, specie se qualifica entrambe le squadre alla fase successiva, d’altronde meglio due feriti che è un morto… 
Nazionale Italiana: chi è causa del suo mal pianga se stesso.
La paura di una eventuale eliminazione dell’Italia adesso è autoalimentata, addirittura ingiustificata. La Spagna obiettivamente parlando è molto più forte della Croazia, il 2-2 è un risultato difficile da aggiustare, per cui l’Italia resta favorita per il secondo posto anche se è obbligata a vincere contro l’Irlanda di Trapattoni, ma non è cosi scontato che contro l’Eire ci riesca? 
Ma il punto è altrove e va ricercato nei precedenti. Il Piacenza, di Gigi Cagni, squadra nella quale giocavano esclusivamente giocatori italiani, retrocesse perché la Reggiana, vinse al Meazza contro i campioni di Italia del Milan. 
Per trovare una ribellione a questa situazione, bisogna tornare sempre dal grande accusatore del calcio malato e corrotto: il neo allenatore della Roma Zeman, che in qualità di allenatore del Lecce, in occasione dell’ultima partita di campionato contro il Parma (anni fa), terminata con un pirotecnico 3-3 vide l’ultima mezz’ora di spalle. 
Il compianto Petrini, ex calciatore che nel fango del dio pallone è nato, cresciuto e purtroppo crepato, in un suo libro, ci ha raccontato, con dovizia di particolari, il biscotto tra Juventus e Bologna del 13 gennaio 1980, partita terminata con il risultato di 1-1, come da copione. 
Nazionale Italiana: chi è causa del suo mal pianga se stesso.Qualche volta, però l’accordo salta e può succedere di tutto, sputi, cazzotti, intervento delle forze dell’ordine. Il 24 gennaio del 1999, il brasiliano Tuta, negli ultimi minuti della partita Venezia Bari, terminata con il risultato di 2-1 per i lagunari, segnò il goal della vittoria, la-sciando perplessi avversari e compagni di squadra. Corse sotto la curva ad esultare, ma nel sottopassaggio, l’aria che respirava era davvero pesante. Il giocatore brasiliano fu poi venduto dall’allora presidente Zamparini. 
La colpa, non può essere sempre degli altri, qualche volta è pure nostra; di una nazionale incapace di battere la Croazia, definita solo dai commentatori della Rai come una squadra micidiale. Ad onor del vero, il calcio italico, nel corso della sua storia, si è nutrito di “biscotti”, per cui è davvero ipocrita ed improvvido giudicare sulle “diete” altrui. Se questa sera ci sarà “biscotto” tra Spagna e Croazia, un qualsiasi malpensante croato o spagnolo, potrebbe ritenere probabile anche il “biscotto” tra Italia ed Irlanda, anche alla luce del fatto che il commissario tecnico irlandese è italiano, che nel 2004 uscì dall’Europeo proprio per colpa di un biscotto, sgradevole e sicuramente condannabile. 
Un biscotto, il cui gusto, il calcio italiano ben conosce, purtroppo..

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