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NBA Finals: Mario Chalmers, vincente nato

Creato il 06 giugno 2011 da Basketcaffe @basketcaffe

114832913CC086_Miami_Heat_v Se non fosse per il canestro della vittoria in gara 3, potremmo anche dire che il terzo dei Big Three non sia Chris Bosh, ma Mario Chalmers. L’ex playmaker dei Kansas Jayhawks sta giocando una serie di pazzesca solidità, si fa trovare pronto sugli scarichi di LeBron James e soprattutto sta segnando, cosa che i vari Miller, Bibby e Haslem stanno facendo, ma a fasi molto alterne. Segnare è tutto tranne che un problema per un giocatore che viene da Anchorage, Alaska, che all’anagrafe fa Almario Vernard Chalmers, e che è già entrato nella storia della pallacanestro collegiale. Già perchè in molti non se lo ricorderanno, ma le triple di queste Finals sono nulla a confronto della tripla nella finale Ncaa 2008 per portare i Jayhawks sul 63 pari, e quindi ai supplementari, poi vincenti, contro la Memphis di Derrick Rose e coach Calipari. Un tiro incredibile che Sports Illustrated mise in copertina con il titolo “Mario’s Miracle”: a poco meno di 10″ Sherron Collins porta avanti palla, sulla pressione di Rose deraglia, riesce a scaricare in qualche modo per Chalmers che da posizione centrale, ma in equilibrio precario, segna e fa esplodere i tifosi di Kansas.
mario-chalmers-si Con l’arrivo di Bosh, e soprattutto James, Chalmers, uno con una personalità smisurata che crede abbondantemente di essere tra i migliori del ruolo nella Lega, sicuramente meglio del compagno Bibby (e qui ci potrebbe stare…), ha dovuto subito cedere la maglia numero 6 a ‘Bron e si è preso la 15, quella che aveva a Kansas, con cui conquistò, oltre al titolo Ncaa, il riconoscimento di Most Outstanding Player. Ha chiuso la stagione con appena 6 punti a sera con 2 rimbalzi, 2 assist e il 36% da tre. Nei playoffs ha tenuto bene o male queste medie: contro Bulls ha migliorato la percentuale dall’arco, ma niente altro. In queste Finals è altra merce. Il suo ego lo sta aiutando, la mano non trema mai, anzi. A volte esagera, per la personalità di cui sopra, ma questo piace tanto a Spoelstra e soprattutto a LeBron James.

In gara 1 ha chiuso con 12 punti (3 su 7 da tre), in gara 2 i punti sono stati 9 con 1 su 6 dall’arco, ma quella tripla, solo nell’angolo per il 93-93, ha rischiato di dare il successo agli Heat. In gara 3 ne ha rimessi 12, ma con 4 su 6 d atre punti: una di queste bombe, un buzzer beater allo scadere del primo quarto per il 29-22 da metà campo. Forse andava annullato perchè aveva ancora un piede nella sua metà campo sulla ricezione, ma questo non cambia il giudizio su Almario dall’Alaska. E’ un vincente, sa come si fa quando il pallone pesa e le gare si decidono. Godetevi il miracolo nel 2008 nella finale Ncaa all’Alamodome di San Antonio.


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