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NBA: Michael Beasley, l’”erbivoro”

Creato il 08 luglio 2011 da Basketcaffe @basketcaffe

beasley1 E’ un personaggio fin troppo particolare Michael Beasley, detto “B-Easy“. Easy per la facilità con cui fa canestro e domina sul parquet, grazie ad un talento immenso elargito da madre natura. Non sempre è continuo e concentrato sulla pallacanestro, ma sulle doti del Beasley non penso che si possa eccepire. Il problema è un altro: easy vale anche per la facilità con cui si fa beccare con le mani nella marmellata, ops, nella marijuana. Il ragazzo è fortemente incline al consumo di erba, e non perchè sia vegetariano.
Il ragazzo è difficile, e lo sapevamo, cresciuto nel Maryland sui campi con Kevin Durant e Nolan Smith, amici fraterni. Il problema è che con le canne fa danni: l’ultima cavolata l’ha fatta facendosi beccare dalla polizia per eccesso di velocità e possesso di droga. Alle 3 del mattino del 26 giugno scorso, andava a 84 miglia orarie su una statale con limite 65: la polizia l’ha fermato e si è accorta di uno strano odore nella vettura. Beasley ha vuotato il sacco e dentro c’erano 16.2 grammi di erba. Bene ma non benissimo.

220px-michael_beasley_timberwolves La cosa grave è che Beasley è un recidivo. Seconda scelta assoluta nel Draft 2008 dai Miami Heat dopo Derrick Rose, ebbe problemi fin da subito all’NBA Rookie Transition Program. Venne infatti ritrovato in una camera d’albergo con il compagno Mario Chalmers, Darrell Arthur, due ragazze e un carico incredibile di marijuana. Il fumo fece scattare l’allarme antincendio, ma la polizia non trovò nulla e non ci fu nessuna accusa. In quel caso Beasley se la cavò con una strigliata del Commissioner David Stern e una sonora multa da 500.000 dollari.

L’estate successiva, nel 2009, la situazione fu più preoccupante. Postò dei messaggi su Twitter facendo pensare addirittura al suicidio, e Kevin Durant si mobilitò dicendo di essere preoccupato per l’amico. Beasley, per risolvere la depressione e i problemi di droga, trascorse l’estate in un centro riabilitativo a Houston. Dopo oltre un mese, a fine settembre, uscì dal rehab e si presentò al training camp degli Heat. Il padre all’epoca disse:

Ha detto di aver imparato molto su se stesso in questo periodo. Per lui è stata una sorta di ultima chiamata che gli ha fatto capire di dover prendere più seriamente la sua carriera. Ora è ok, ha messo a posto la testa ed è felice. Ha parlato delle decisioni che ha preso e che lo hanno condotto a questo punto, se ne è assunto le responsabilità e ha preso molto seriamente il programma di riabilitazione

Evidentemente l’attrazione di Beasley per la mariujana non è del tutto cancellata, i problemi non sono risolti. Chissà che questa bravata non faccia decidere i Twolves a cederlo, anche perchè, con la presenza di Derrick Williams, Wesley Johnson e Anthony Randolph, non è che il ruolo sia proprio scoperto…


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