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Ne’ compromessi ne’ intransigenze, ma scelte consapevoli

Da Idl3

Una delle cose belle della comunita’ del software libero sono le discussioni, a volte anche accese, che si creano al suo interno. Dimostrano che la comunita’ e’ viva. Tuttavia la loro bellezza dipende anche dai motivi che scatenano queste discussioni e dalle loro conseguenze. Invocare la liberta’ della comunita’, non vale come giustificazione se cio’ che si mette in discussione sono i suoi valori fondanti.

Ne’ compromessi ne’ intransigenze, ma scelte consapevoli

There is no system but GNU, and Linux is one of its kernels.

In questo senso il post di ieri sui valori del software libero era propedeutico a questo di oggi. Cio’ che tiene in piedi una comunita’ sono i suoi valori, nella comunita’ del software libero, manco a dirlo, questi valori sono esplicitati nelle quattro liberta’ che definiscono il software libero [1]. Chi condivide i valori del software libero e la loro importanza, fa parte della comunita’, chi non li condivide no.

Ne’ compromessi ne’ intransigenze, ma scelte consapevoli
I VALORI SONO IMPORTANTI – Una comunita’ deve essere escludente, ma non esclusiva, deve cioe’ essere aperta a tutti, purche’ ovviamente ne condividano i valori. Puo’ capitare in certe situazioni che una parte della comunita’ cominci a pensare che servano compromessi al fine di creare una comunita’ inclusiva. Altri invece chiedono intransigenza, anche a costo di creare una comunita’ esclusiva. Una simile dicotomia non e’ certo una novita’, anzi, e’ una prerogativa di ogni insieme di persone tenute insieme da forti valori.

I valori sono il collante della comunita’, sono cio’ che la definisce, chi non rispetta i valori non lo fa per una debolezza o per disattenzione, lo fa perche’ in fondo non li condivide. I valori non possono essere cambiati per adattarli alla comunita’, perche’ e’ la comunita’ che deve costruirsi attorno ai suoi valori. Se una comunita’ decide di cambiare i suoi valori, lo fa perche’ non e’ piu’ quella di prima, e’ un’altra comunita’ e ha dunque bisogno di nuovi valori che la definiscano.

Fatto questa noiosa premessa, riprendo dai due gruppi, gli intransigenti e quelli dei compromessi.

Ne’ compromessi ne’ intransigenze, ma scelte consapevoli
COMPROMESSI – Chi giustifica o spesso incoraggia i compromessi spesso lo fa con le seguenti motivazioni:

  • non possiamo essere estremisti;
  • sono begli ideali, ma bisogna essere realistici;
  • altrimenti nessuno si avvicina al software libero;
  • questo software c’e’ solo non libero;
  • e’ un formato/software che usano tutti, non posso non usarlo anche io;
  • e’ praticamente impossibile solo con il software libero;
  • fare appello ai valori di consumo, dire che e’ gratis ed affidabile.

Far avvicinare le persone al software libero facendo loro intravvedere (o mostrando apertamente) la possibilita’ di utilizzare i software e i formati proprietari che ben conoscono (MP3, Adobe Flash, Opera, Skype, ecc.); oppure far perno su altri valori che in quanto utilizzatori di software proprietario dovrebbero riconoscere (la gratuita’ ad esempio); e’ sbagliato per due motivi. Primo perche’ elimina il valore pedagogico che e’ proprio della comunita’, quello di educare all’importanza delle quattro liberta’ e dunque dell’uso esclusivo di software libero (il solo che consente queste liberta’). Secondo perche’ attira alla comunita’ persone che non solo non ne condividono i valori, ma neppure li conoscono, o peggio li travisano. Questo indebolisce la comunita’ [2].

Una comunita’ non puo’ scendere a compromessi, non puo’ nascondere i suoi valori sotto un tappetto rosso steso per accogliere quante piu’ persone possibili, non e’ con l’inclusivita’ a prescindere che si aiuta una comunita’ a crescere.

Ne’ compromessi ne’ intransigenze, ma scelte consapevoli
INTRANSIGENZE – Hanno allora ragione gli intransigenti? Non esattamente, anche perche’ non si tratta di vedere chi ha ragione e chi ha torto, ma di capire cosa e’ meglio per una comunita’ e per i valori che la definiscono. Gli intransigenti sotto questo aspetto sono spinti da nobili intenzioni, ma nel metterle in pratica spesso corrono il rischio di chiudersi sotto una campana di vetro assieme ai valori della comunita’, creando cosi’ una comunita’ esclusiva, incapace di crescere perche’ nell’impossibilita’ di comunicare con l’esterno. I valori vanno si’ protetti, ma e’ indispensabile comunicarli e condividerli, occorre entrare in contatto con chi non li conosce o non li ha compresi in quell’opera missionaria fondamentale per non correre il rischio di trasformare la comunita’ in una campana di vetro sotto la quale ripararsi dalle tentazioni del software non libero, uno sparuto gruppo di intransigenti con dei bellissimi valori che pero’ non sono stati comunicati al mondo.

In definitiva una comunita’ deve essere escludente ma non esclusiva, includente ma non inclusiva. Puo’ far parte della comunita’ chiunque ne condivida i valori.

L’intransigenza e’ affascinante, specie se condividi i valori a cui gli intransigenti fanno appello, e i compromessi sono forti tentazioni a cui non e’ facile rinunciare specie se accompagnati da giustificazioni all’apparenza ragionevoli. Ma entrambi nascondono un pericolo. Ciascun gruppo vede le proprie scelte come dettate dalla consapevolezza e razionalita’, mentre vede le scelte altrui come non consapevoli, irrazionali, o peggio dettate dalla scelta di qualcun altro (societa’ di software privato e mass media da un lato, chissa’ chi, forse Stallman dall’altro).

Dimenticando che c’e’ il libero arbitrio, e che nonostante le masse siano esseri stupidi, i singoli tendono per lo piu’ a compiere scelte razionali e consapevoli (anche quando appaiono sbagliate). Se qualcuno preferisce utilizzare software proprietario perche’ gli piace, si trova meglio, o chissa’ per quale motivo, pur non condividendola, non me la sento di ritenerla una scelta non consapevole. E’ vero, dovra’ fare a meno delle quattro liberta’, ma queste purtroppo non sono un valore per tutti quanti, e c’e’ anche chi rinuncia volentieri alla sua liberta’ per comodita’, abitudine, soldi, ecc. E’ una sua scelta. Il mondo e’ pieno di gente che, anche se messa in condizione di comprendere i valori del software libero non li condivide.

Ne’ compromessi ne’ intransigenze, ma scelte consapevoli
Questo non significa che bisogna arrendersi e smettere di cercare di educare (o convertire) al software libero, significa solo che non dobbiamo partire dal presupposto che non esistano valori con pari dignita’ (anche se non li condividiamo) capaci di essere condivisi dagli altri. Noi non li condividiamo, ma e’ una nostra scelta legittima e consapevole, cosi’ come e’ una scelta legittima e consapevole quella di chi non condivide i valori del software libero. Non e’ facile stabilire quali siano i limiti ai compromessi, affinche’ avvicini al software libero senza mettere in discussione i valori, e i limiti all’intransigenza affinche’ protegga i valori senza perdere il valore pedagogico. Fino a che punto l’intolleranza ai compromessi diventa controproducente e fino a che punto tollerare i compromessi diventa deleterio per il software libero? Questi sono temi su cui la comunita’ tutta deve interrogarsi al suo interno e giungere ad una risposta chiara e univoca, senza possibilita’ di fraintendimenti. Liberi si, ma servono regole per proteggere i valori.

Certamente condivide e rispetta i valori del software libero chi nelle le sue intenzioni cerca di rendere libero il software. Ci vorrebbe una di quelle belle frasi d’effetto, concise ma che contengono un grande significato. Purtroppo non sono capace di pensarne una decente, ma ci provero’ lo stesso parafrasando una famosa citazione: “libera il software e fa’ cio’ che vuoi“.

[1] Per una spiegazione piu’ approfondita si vedano i numerosi scritti sulla “Filosofia del Progetto GNU“, in particolar modo “Cos’è il software libero?“, “Perché il software non deve avere padroni” e “Il Manifesto GNU“. [↩]

[2] A tal proposito si legga “Evitare compromessi disastrosi” e “La comunità del software libero dopo 20 anni: e ora, dopo un grande ma incompleto successo?” [↩]


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