Magazine Diario personale

Nebbia.

Da Oliviabluebell
Ieri sera sono uscita dall'Azienda Agricola e c'era un po' di nebbia. Ma giusto un po', che qui non ci arriva mai la nebbia, quella che ti fa sembrare di saltare nel vuoto ad ogni passo, ad ogni metro.
Decisione presa nel giro di un secondo: me la faccio a piedi.
Ho scelto strade non troppo affollate e avevo come compagnia solo il rumore dei miei passi, la mia ombra e i miei pensieri. Mi è piaciuto. Molto.
Quell'atmosfera umida, fredda. A volte mi ci vuole, per riordinare i pensieri o semplicemente per rilassarmi dopo le "fatiche" della giornata. Che zappare la terra può essere faticoso!
Dicevo: ieri sera nebbia. Esco dalla palestra e mi sono ritrovata di fronte quella nuvola bianca, perenne, bella.  E ho desiderato scendere dalla macchina e farmi una passeggiata, che io in quel vuoto lì ci volevo davvero saltar dentro. Ma un briciolo di razionalità o di buon senso, che dir si voglia, mi ha tenuta chiusa in macchina, al caldo, direzione casa.
Stamattina ero sul treno, più assonnata del solito, talmente tanto che chiudere gli occhi è stato un riflesso automatico. Solo il mio Ipod mi teneva legata alla realtà. E mi sono fatta cullare per un po'.
Poi ho aperto gli occhi e l'ho vista ancora. Lei. La nebbia. Fitta, bianca, impenetrabile.
E ho desiderato saltarci dentro. Di  nuovo.
Che io devo essere una persona particolare, a cui piace tutto ciò che il resto del mondo reputa malinconico o estremamente fastidioso.
Perchè la nebbia è bella, certo, ma se c'è anche un lago è magnifica.
Nebbia.

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