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Nel puzzle delle leggi elettorali europee, l' "Italicum" permetterà governi stabili

Creato il 22 dicembre 2015 da Gaetano61
Dopo l'Italia e la Francia, ora anche la Spagna, tra i principali paesi europei, non vede più fronteggiarsi due partiti o coalizioni, ma vede premiate dagli elettori più liste. Il problema è quello di avere una legge elettorale che consenta al partito o alla coalizione che arriva prima nella competizione, la possibilità di formare un governo di legislatura. Il sistema elettorale francese - che prevede il doppio turno di collegio (metodo replicato per la scelta del presidente della Repubblica in un regime semi-presidenziale) - ha in sé gli anticorpi per superare l'impasse di una partita a tre (anche se può presentarsi il caso della "coabitazione" tra presidente di un colore e maggioranza parlamentare di un altro). La Spagna ha un sistema elettorale proporzionale di collegio, la cui scarsa ampiezza consente in teoria una ripartizione dei seggi con una correzione di tipo maggioritario: il risultato delle elezioni di domenica scorsa, ha dimostrato tutti i limiti di questo sistema, e la formazione di un governo un rebus di difficile soluzione. Anche in Germania - dove nelle ultime elezioni del 2013 gli elettori hanno di fatto confermato un sistema di tipo bipolare - la legge elettorale proporzionale con sbarramento al 5%, ha portato la Cdu della cancelliera Merkel a dover formare un governo di coalizione con i secondi arrivati, i socialdemocratici della Spd. L'Italia, una volta tanto, può dirsi più tranquilla: la recente legge elettorale "Italicum" prevedendo il ballottaggio tra le due liste che hanno ottenuto più voti per la conquista del premio in seggi (a meno che nessuna raggiunga il 40% dei suffragi), consente la formazione di un governo con una maggioranza autosufficiente alla Camera dei deputati. Certo, si poteva fare meglio: secondo me, ad esempio, prevedere il doppio turno di collegio come in Francia, ma tant'è, come si dice "il meglio è nemico del bene", e almeno, con questa legge, una maggioranza avrà la possibilità di governare per cinque anni ed essere poi sottoposta al giudizio degli elettori, e soprattutto non vedremo più all'opera governi di "larghe intese" con dentro Pd e Forza Italia. Una delle critiche all'Italicum, è quella che attribuirebbe il diritto a governare ad una lista che non raggiunge il 50% più uno dei voti: va da sé che questo è il frutto di ogni sistema con ballottaggio, meccanismo che premia con l'elezione il partito o il candidato che al primo turno non ha raggiunto la maggioranza assoluta dei voti o una percentuale di suffragi considerevole (in Italia, il 40%). L'equilibrio da raggiungere, in ogni sistema elettorale, è sempre quello tra "rappresentanza" e "governabilità", non sempre facile da realizzare, l'Italicum, secondo me, ci prova.

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