Non solo mare. Esiste una Sicilia dell’entroterra davvero affascinante, che sarebbe un peccato lasciarsi sfuggire. Personalmente, l’ho scoperta durante i giorni del Rural Pride – il progetto di prmozione del turismo rurale che vede la collaborazione di blogger, aziende locali e agenzie di comunicazione – prima, ahimè… non la conoscevo.
Partanna
Se vi trovate nella parte occidentale dell’isola, o avete intenzione di andarci durante le prossime vacanze, Partanna merita una tappa. È una cittadina collinare che ha sì risentito del terremoto del Belice del 1968, ma offre una sorprendente vista panoramica, decine di chiese-capolavoro dal punto di vista architettonico e un castello che si chiama Grifeo. È visitabile al costo di 4 euro tutti i giorni, tranne il lunedì.
Sono rimasta colpita dai sotterranei, c’è addirittura un grande nevaio che serviva per conservare la neve del periodo invernale. E con la neve, tra le altre cose, facevano la granita (che pare fu portata dagli arabi). Non scherzo! Il sistema era ingegnoso: nel nevaio si alternavano, con delle speciali tecniche, strati di neve e strati di paglia, ciò permetteva di gustare fresche granite durante il caldo periodo estivo, altro che congelatori moderni!
Sempre nei sotterranei, si rimane sorpresi nel vedere l’ex cantina dove sono piazzate giganti botti di legno costruite proprio lì nell’Ottocento e le scuderie (oggi adibite a sala convegno). Sono inoltre in fase di restaurazione alcuni vie di fuga che portavano all’esterno del castello – pare parecchio sfruttate! – mentre al primo piano c’è la sezione museale con antichi oggetti agricoli e oggetti preistorici. All’esterno, invece, un vasto giardino in fiore da cui non si vorrebbe mai andar via.
Salemi
Altra città collinare da cui ammirare il paesaggio circostante e altra città colpita dal terremoto del Belice, avvenimento che ha segnato tutte le città della valle del Belice. Nel centro storico ci sono edifici e chiese antiche stupende, di una bellezza che incanta, complice la luce del posto che le rende quasi magiche, fuori dal tempo.
Quello che rimane dell’ex Chiesa Madre, ne è un esempio. È stata costruita a partire dal 1300 inglobando un tempio pagano, e i lavori sono terminati nel 1829. Durante il terremoto è andata distrutta, ma il colpo mortale è stato dato gli anni successivi dall’intervento umano che non l’ha salvaguardata. Tra le particolarità: in quella che era la torre campanaria era collocato un orologio che scandiva la mezzanotte con cento e uno rintocchi.
Di fronte l’ex Chiesa Madre c’è il castello i cui lavori di ristrutturazione sono finiti di recente. È aperto tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20 e il biglietto costa sui 5 euro.
Salemi non è molto grande, ma per vederla tutta serve una giornata, e ne vale la pena!