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Nell’immenso spazio spaziale: Gravity

Creato il 27 giugno 2014 da Stefanodg

Legge di gravitazione universale:
“Nell’universo ogni punto materiale attrae ogni altro punto materiale con una forza che è direttamente proporzionale al prodotto della loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza” ( Newton)

Nell’immenso spazio spaziale: Gravity

L’universo, un gruppo di astronauti, un esplosione, un sopravvissuto che lotta per sopravvivere in una situazione complicata: è il plot del lungometraggio fantascientifico diretto da Alfonso Cuarón che all’ 86° edizione del Premio Oscar ha ottenuto un ottimo, quanto invidiabile, bottino con ben dieci candidature e ben sette statuette vinte. Niente male!
Il pubblico entra in salotto, prende posto sul divano, uno spenge le luci mentre un altro clicca il tasto play sul telecomando. Il silenzio cala nell’aria mentre l’opera cinematografica incomincia a creare una storia, che nella nostra mente diviene reale.

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Sullo schermo nero compaiono delle scritte bianche che descrivono precisamente quanto sia difficile vivere fuori dal nostro pianeta.
“ A 600 km di distanza dal pianeta terra la temperatura oscilla fra – 258 e -148 gradi Fahrenheit.
Lì non c’è nessun suono
Non c’è pressione d’aria
Non c’è l’ossigeno “
L’universo è il luogo in cui noi passiamo tutta la nostra esistenza, è quello strano e incomprensibile posto gigantesco, definito da noi piccole menti infinito, in cui la Terra si trova sospesa nel nulla, galleggiando eternamente e girando in continuamente e inesorabilmente nello stesso modo intorno alla stella vitale. La forza che permette ciò è la Gravita. Se essa non ci fosse, la vita nell’intera galassia non esisterebbe.

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Da quando Apollo 11 con i suoi passeggeri è sbarcato sulla luna il 20 luglio 1969, i terrestri hanno incominciato sempre di più a impiantare satelliti nello spazio intorno alla terra e molti uomini sono partiti per compiere varie missioni, fino ad essere riusciti a mandare un robot su Marte. La scienza ha fatto incredibili passi avanti soprattutto per una caratteristica presente più o meno in maggior quantità in tutti gli esseri umani: La curiosità. Esattamente, signori. E’ questa la forza che ci ha fatto andare sulla luna, che ci fa uscire di casa. Molti uomini sono partiti per andare nello spazio pur sapendo di rischiare la vita, ma la curiosità era troppo forte per rifiutare.
Dopo queste mie riflessioni ispirate in parte dal film analizziamo la pellicola di Cuaron. Un gruppo di astronauti americani è nell’orbita spaziale. Appena iniziato si sente pronunciare una frase, che risalta immediatamente all’orecchio << Ho un cattivo presentimento>>. In effetti qualcosa di molto spiacevole accadrà ai 3, due uomini e una donna, alla sua prima esperienza nel nulla.
Detriti di altri satelliti a gran velocità colpisce l’astronave, che si danneggia irrimediabilmente. Uno muore, la donna si stacca dalla navicella e incomincia a fluttuare nello spazio, mentre il più esperto, il comandante Kowalsky non subisce particolari problemi. Kowalsky (George Clooney) grazie allo zaino Jet riesce a recuperare la dottoressa Ryan Stone, che presa dal panico ha quasi terminato del tutto l’ossigeno. I due incominciano a passeggiare nello spazio vuoto, per cercare di raggiungere una navicella cinese. Riusciranno a cavarsela?

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La storia sceneggiata da padre e figlio, rispettivamente Alfonso Cuarón e Jonás Cuarón è potenzialmente innovativa nell’ambientazione essendo svolta per gran parte interamente nello spazio aperto e non del tutto dentro una navicella spaziale alla Solaris tarkovskijano o alla 2001: odissea dello spazio di Kubrick, anche se entrambe le due pellicole sono superiori qualitativamente all’opera cinematografia del regista messicano. Il film non risulta innovativo per un fattore: la banalità, ovvero è per gran parte estremamente banale: (spoiler) l’astronauta ha il presentimento che deve accadere qualcosa di tremendamente brutto ed è ciò che avviene, i due che restano in vita si aiutano a vicenda fino a quando ovviamente uno si sacrifica per salvare l’altro, che ovviamente si salverà all’ultimo secondo.

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Cuarón è riuscito a trasmettere un immagine estremamente poetica dell’universo. La bellezza delle luci, dei pianeti, dell’aurora boreale inviano allo spettatore un enorme senso di tranquillità, di pace, quasi a sentirsi un tutt’uno con la natura.
“ Oh mio dio wow! Ehi Ryan dovresti vedere il sole sul Gange è pazzesco “ dice Kowalsky
Applausi meritati vanno anche a Steven Price. per la colonna sonora più che azzeccata, la quale funziona perfettamente insieme alle immagini.

Consiglio di vederlo, non è un capolavoro ma ne vale la pena

Titolo: Gravity; lingua originale Inglese; Paesi di produzione Usa e Inghilterra; Anno 2013; Genere: drammatico- fantascienza. Attori Sandra Bullock e George Clooney

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Stefano Del Giudice


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