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Nell'ufficio del Direttore dell'ospedale /Giallo Tanzania

Creato il 10 ottobre 2014 da Marianna06

 

     

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Scesi con una relativa calma al piano di sotto, Henning lo scrittore , Kurt il commissario  e il Direttore dell’ospedale si accomodano nell’ufficio del loro ospite.

Spalancate le finestre sul vociare insistente della strada sottostante per mitigare il caldo,che incalza, e per allontanare l’aria che sa di chiuso, i tre si seggono su comode poltrone dell’attiguo salottino.

E iniziano così ad avviare una specie di conversazioneche tu, osservatore esterno, diresti amichevole.

Rompe il silenzio Henning lo scrittore,che rimarca l’urgenza di mettere a tacere certe voci che infamano quanto accade nell’ospedale cittadino.

Henning, che vive da diversi anni a Dar es Salaam, vuole dare generosamente il suo apporto a una terra e a una gente che ama.

Ed è sincero.

Certo- replica il Direttore. Farò da parte mia il possibile per scovare i colpevoli. Anzi ho già una mezza idea.

Direttore- aggiunge tempestivo Kurt- la polizia deve fare la sua parte, siamo intesi. E questo anche se dovessero cadere “teste” importanti.

Lo sanno tutti che la corruzione è il male peggiore qui in città. Che i poliziotti si vendono per molto poco-incalza. I capi, venduti per un pugno di banconote, meglio se  dollari, anch’essi chiudono spesso tutti e due gli occhi. E i politici, in cambio di voti, sono peggio delle tre note scimmiette dell’antichità.

Vorrei poter parlare con qualche figura politica di rilievo(è sempre Kurt che parla a voce alta al suo interlocutore). Potrebbero aiutare-chiarisce- con sussidi la povera gente e impedire questo squallido commercio di resti umani. Il suo ospedale e la sua immagine pubblica ne guadagnerebbero in stima e professionalità.

 

Il Direttore finge di assentire, mortificato per l'accaduto, ma da quell’orecchio proprio non ci sente o, meglio, non ci vuole affatto sentire.

Wung , il cinese, è stato mandato a Dar es Salaam e caldamente raccomandato dal locale ministro della Sanità.

Quelli che gli procurano il “materiale” clandestinamente ,e clandestinamente lo fanno scomparire, sono anch’essi pagati per mantenere il silenzio .E hanno famiglia.

Le lezioni di anatomia sono importanti per i futuri medici del Tanzania.Come fare?

Non se ne parla proprio- ripete l’uomo a se stesso. Questi stranieri non capiscono.

Provo con un qualche stratagemma. Speriamo solo che mi vada bene- conclude.

 

Nel mentre irrompono nella stanza i tre poliziotti di rientro dal locale nelle vicinanze.

Si nota che sono un po’ alticci dalla fluenza discorsiva, che è decisamente eccessiva per essere  al cospetto di un’autorità.

E il Direttore, che li accoglie con tanto di sorriso benevolo, io direi piuttosto complice, consegna loro una lista di nomi, redatta in tutta fretta sotto gli occhi di Kurt e di Henning.

I tre tutori dell’ordine, per quanto sudaticci e con l’uniforme decisamente in disordine, salutano con un fragoroso battere di tacchi ,e girando su se stessi, escono immediatamente dalla porta.

Lo scrittore e il commissario, gli svedesi, hanno intuito. Salutano anch’essi e s’avviano, senza nulla dare a vedere, al piano sottostante, per poi di lì andare via.

Fuori dall’ospedale s’imbattono in Zoe, che sta fumando una sigaretta ma che ha tutta l’aria d’essere rimasta a lungo lì nell’attesa di sapere.

I due uomini sono diretti a Bunju da padre Alex.

Lei, la donna, fa capire a entrambi che in serata, sul tardi, sarà disponibile per andare a cena fuori e poter parlare  possibilmente con loro un po’ più liberamente.

Un  bacio fraterno sulla guancia da ciascuno  dei due alla nostra Zoe e l’intento certo di ritrovarsi a sera tardi è cosa fatta.

Il Range Rover di Henning ingrana intanto la marcia giusta e i due amici partono in direzione del Consolata Mission Centre di Bunju, dove quasi certamente sono attesi da padre Alex.

                     (continua..)

                  a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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