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Nemesi

Creato il 16 febbraio 2016 da Speradisole

NEMESI

Riporto un articolo  scritto dal Giornalista Maurizio Guandalini sull’Huffington post, particolarmente brutto e allarmante. Se così fosse il rancore e l’odio si trasformerebbero in vera e propria vendetta. Nemesi.

Il trio Prodi, D’Alema e Letta trama contro Renzi senza aver fatto i conti con Mattarella

PRODI D ALEMA LETTA

Consigliamo vivamente a Renzi e la sua squadra di indagare e verificare se le notizie uscite in questi giorni su Il Foglio, con un pezzo del direttore Cerasa e poi su il Giornale, a firma di Adalberto Signore, sono vere. E, se sono vere al cento per cento, fare una conferenza stampa e spiegare, per filo e per segno, quello che è successo.

Pare, secondo Cerasa, che ci sono elementi certi che vedrebbero il trio (Prodi, D’Alema e Letta) dei rottamati da Renzi, indaffarati a scalzare il premier e metterci, al suo posto, Tito Boeri, economista e presidente dell’Inps. Il trio utilizzerebbe gli agganci internazionali per spedire in salamoia l’ex sindaco di Firenze e confinarlo sulle rive dell’Arno.

La notizia, alla quale noi non crediamo perché riteniamo l’alto valore, intellettuale e politico, del trio assolutamente non commisurabile a queste miserie, è passata un po’ sottobanco. Però, le smentite, anche del professor Boeri, non sono arrivate. Tutto l’ambaradan, così come spiegato, e architettato, se fosse vero, sarebbe di un fatto sconcertante con estremi preoccupanti (anche di ‘attentato contro la costituzione dello Stato’?). Ci mancherebbe. Renzi sta sulle scatole a molti. E infatti le opposizione varie, pure interne al Pd, si danno da fare – chi più chi meno, chi in modo convinto, chi lo deve fare per contratto, per fronteggiare il Presidente del Consiglio. Ma quello che viene imputato al trio è di tramare contro il Presidente del Consiglio in carica, ed effettivo, votato dal Parlamento italiano, secondo la Costituzione, facendo pressione su istituzioni europee e finanziarie. Che degli ex presidenti del Consiglio tramino contro la loro nazione per sostituire il Presidente del Consiglio in carica che sta lavorando per tenere il timone della barca (Italia) in tempesta è quanto meno uno scenario pesante e losco. Tra l’altro trattasi di tre personaggi del centrosinistra, alcuni anche iscritti al Pd: se fosse vero, e lo ribadiamo, se fosse vero, il Pd dovrebbe immediatamente espellerli. Sarebbe, però, il minimo sindacale di questa vicenda.

C’è qualcuno che si è affrettato a comparare in modo egualitario l’azione del trio con quello che è capitato al Presidente del Consiglio Berlusconi nel novembre del 2011. Ma non c’è nemmeno una goccia che nel vaso pro-Berlusconi. Sono due scenari e azioni diverse, soprattutto perché anche se ci fosse stata trama, nel caso Berlusconi, fu condotta in primis da un soggetto che era primo cittadino della Repubblica, il presidente Napolitano che prese atto delle dimissioni del Cavaliere. Il rinunciatario fu Berlusconi che non ha avuto il pelo sullo stomaco di proseguire perché in evidente stato confusionale, senza riforme al suo attivo e soprattutto con le aziende della Casa madre sotto scacco (interessi privati).

Lo scenario di oggi è completamente diverso. C’è un Presidente del Consiglio che ha eletto, in prima persona, l’attuale Presidente della Repubblica Mattarella a scapito proprio di due del trio: D’Alema e Prodi. Inoltre nell’ultima visita negli Stati Uniti, il Presidente Mattarella ha detto chiaro che in Italia c’è una guida di Governo per l’intera legislatura. Napolitano, Presidente della Repubblica emerito, lavora per Renzi perché il premier è il solo erede del riformismo socialista e progressista, quella che anni addietro veniva identificato con l’area migliorista. Ma quello che è più evidente, e che non lascia spazio per manovre oscure è lo scenario europeo e italiano.

Oggi l’Europa è in crisi. Tutti i leader e i soggetti del popolarismo e del socialismo europeo sono a rischio. A partire dalla Merkel e finire con Hollande. Hanno tanto da fare in casa loro che non stanno ad ascoltare D’Alema, Prodi e Letta, tre stelle cadenti della politica italiana, senza alcuna possibilità di ritornare in passerella, a breve. Tra l’altro tre ex premier che nessuno di loro ha cariche nel Parlamento e nelle istituzioni italiane. Domande dalle cento pistole: e se oggi Renzi non fosse anche segretario del Pd? Chiaro non sarebbe più Presidente del Consiglio. Capiamo ora perché la minoranza delle minoranze Pd ha insistito così tanto perché Renzi non tenesse anche il doppio incarico di premier e segretario. Inoltre il trio non ha alcuna influenza nemmeno nel Partito socialista europeo a parte D’Alema che è presidente della Fondazione del PSE che però ha una incidenza molto ma molto relativa. Lì in Europa quello che vale è il segretario del Pd in carica e quello è Renzi.

A livello generale è fallita la ricetta europea. Un ostacolo in più per incuneare l’uscita di Renzi da Palazzo Chigi. Con quali motivazioni verrebbe cacciato? Perché non è troppo da austerità? Ma le intervista di Prodi e D’Alema contro l’austerità dell’Europa e la Germania della Merkel le abbiamo lette tutte e non erano tenere. Mettere Boeri al posto di Renzi, perché? Non capiamo il valore aggiunto: niente da paragonare con Monti meglio di Berlusconi. Sarebbe la fine definitiva della politica per il vezzo rancoroso di un trio che, alla fine della storia, rappresenta a malapena se stesso. Mattarella se fallisce Renzi manda l’Italia al voto. E manda l’Italia al voto con la riforma appena approvata (che deve passare per il referendum). Non con altro.

Se proprio vogliamo dare credito allo scenario delle trame descritto da il Foglio vorremmo aggiungere un tassello che manca sul giornale di Cerasa: il ruolo di Alfano, sì il ruolo del Ministro dell’Interno e della sua area. Abbiamo sentito il leader di Ncd: sul tema della legge delle unioni civili gioca la sopravvivenza di tutti gli ex democristiani, ex forza italioti che contornano il sostegno al governo Renzi. In assenza di un valore identitario e programmatico distintivo, Alfano prende il tema delle unioni civili stiracchiandolo fino al limite, considerando cosi anche una eventuale crisi di governo. Crisi di governo per poi rientrare nel governo che viene dopo. In questo lasso di tempo potrebbe diventare una stampella di un eventuale piano del Trio mirato a scalzare Renzi. Certo, direte voi, fanta-fantapolitica. Ma in Italia, si sa, il genere fantastico più di un genere letterario o cinematografico è una categoria della scienza politica.



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