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Never Alone – Recensione

Creato il 19 novembre 2014 da Rostislav @videogiochiword

Nel mondo ci sono tantissime culture diverse. Ogni cultura ha le sue usanze e un suo modo di vedere tutto ciò che sta attorno. Purtroppo l’uomo moderno si focalizza troppo su alcune culture che possiamo definire: classiche. Nel farlo egli smette in un certo senso di studiare altre culture che definisce “inferioriâ€� e queste spesso poi vengono dimenticate, lasciando solo dei vaghi ricordi su dei pezzi di carta, legno, avorio o pietra. La cultura del popolo degli Inupiat non è forse tra quelle che vanno studiate e preferite, ma rimane pur sempre interessante e purtroppo sull’orlo dell’estinzione. Basata sulla caccia e sulla convivenza con la natura, un mondo affascinante e terribile allo stesso tempo. Per lo sviluppo del titolo ci sono voluti ben due anni di ricerche e ciò che ne è uscito fuori è un prodotto capace di reggersi sulle proprie gambe entrando nel mondo del genere d’avventura.

Sila è ovunque

Quando pensiamo alla natura e all’intreccio che ha con noi sicuramente ci vengono in mente le culture asiatiche e celtiche, ma gli Inupiat hanno anch’essi degli intrecci davvero imponenti che mettono gli umani e la natura sullo stesso piano. Durante la caccia è l’animale a sacrificarsi per la sopravvivenza della tribù. Ogni morte non è un azione fatta per il piacere della caccia o del divertimento, ma serve per la sopravvivenza e l’armonia con Sila, la forza invisibile che si trova tra il sole e la terra. In quest’ambiente cosi magico e spettrale si apre la nostra storia.

In un villaggio nascosto tra le nevi dell’Alaska un improvviso vento non permette agli abitanti di uscire dalle case per procurare il cibo e quindi gli abitanti sono costretti a stare dentro gli Iglu. Una bambina, Nanu, vuole scoprire il motivo di questo grande problema e si incammina verso una meta sconosciuta. Il vento gelido le taglia il volto, ma lei non demorde e continua a proseguire tra la fitta neve che non le mostra niente dopo il proprio naso. Si sa, però, un evento spiacevole può portare con se anche qualcosa di buono e cosi Nuna incontra una volpe bianca. Il legame tra i due diventa subito solido e insieme proseguono verso l’origine, senza scoprire niente. Tornati nel villaggio i due si ritrovano davanti a uno spettacolo terribile. Tutte le case rasi al suolo, tutti gli abitanti uccisi. Scioccati i due incontrano l’artefice del male. Inizierà quindi una vera e proprio avventura tra il freddo, le bufere di neve, il ghiaccio e i pericoli che portano con se. I due si aiuteranno a vicenda per salvarsi e per non morire, ma al loro soccorso verranno anche delle creature mistiche che aiuteranno durante il percorso e toccherà a noi riscoprire il contatto con una natura che ormai non riusciamo più a riconoscere perché soggiogati dalla tecnologia e dalla sua eminente scomparsa.

Affidarsi alla natura

Never Alone è un gioco che lascia senza dubbio un messaggio forte e preciso, il surriscaldamento globale. Quando ci ritroveremo a camminare sul ghiaccio che si sgretolerà sotto i nostro piedi e sprofonderà nelle acque per poi risalire come un mostro marino ci renderemo subito conto che qualcosa non va, qualcosa è cambiato nella natura, che pian piano si sta indebolendo e cambiando i suoi ritmi. Durante il corso della storia potremo ascoltare i discorsi degli alcuni Inupiat, che ci parleranno di alcune tradizioni e modi di fare della loro cultura. Potremo capire meglio questo popolo, le loro credenze e cercare infine di comprendere anche ciò che ci circonda. Perché una cultura all’apparenza cosi “poveraâ€� racchiude in realtà una grande gemma, quella del rispetto. Ci ritroveremo davanti a delle creature spirituali che ci aiuteranno e riusciremo a capire che se trattata bene, Sila ci darà un grandissimo appoggio nella vita.

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In due è meglio!

Un videogioco non è solo grafica e trama, ma anche il gameplay. Questo in alcuni casi è capace di mutare completamente il nostro parere sul gioco e quindi di farcelo amare o al contrario odiare. Talvolta delle trame non proprio all’altezza vengono accompagnate da un gameplay cosi funzionale da farci dimenticare il primo gap e talvolta accade il contrario. Possiamo dirvi con certezza che il potenziale di Never Alone non sta nel suo gameplay quanto nell’atmosfera fiabesca che aleggia nell’aria, ma nonostante tutto anche la giocabilità non è un punto a sfavore del titolo. Per controllare Nanu (o la volpe) ci servirà per forza un Pad (se giocate sul è una cosa ovvia, ma non sul PC), che ci permette di muoversi e interagire con il mondo ghiacciato. I tasti si riducono a quelli direzionali e alla croce dei comandi, ossia: ABXY (Quadrato, Cercio, Triangolo X nella versione Playstation). La semplicità la fa da padrona, permettendoci di assaporare con gusto ogni angolo del mondo in cui ci troveremo. L’unico attacco che potremo farà sarà quello con Bolas usando la levetta analogica destra. Qui però entrerà in gioco una difficoltà, l’assenza del mirino. Dovremo infatti capire noi quando lanciare il nostro Bolas contro un probabile avversario. Con la volpe invece potremo raggiungere altezze davvero elevate grazie alla sua capacità di arrampicarsi sulle pareti ghiacciate. Insomma, ogni personaggio ha una sua particolarità che lo rende forte e debole allo stesso tempo e solo insieme i due diventano uno solo.

La vera parte interessante di questo gameplay, però, risiede nella cooperazione. Qui possiamo fare un analogia con Brothers: A tale of two sons, in qui bisognava guidare i due fratelli per salvare il proprio padre. Anche in Never Alone potremo stare con un amico e ognuno impersonerà un personaggio diverso. Inutile dire che ciò regala un atmosfera del tutto diversa, permettendo di immergerci totalmente.

Essendo un gioco bidimensionale d’avventura il giocatore troverà sia le parti platform in cui dovremo saltare da una piattaforma all’altra o arrampicarsi sulle diverse piattaforme, sia quelle in cui bisognerà risolvere dei puzzle ambientali. Quest’ultima parte, anche se ben implementata non risulta complessa e gli enigmi già dopo i primi istanti risultano facili e risolvibili senza alcun tipo di problema.

Neve e ghiaccio

Unity è un motore grafico capace di fare davvero dei miracoli e questo gioco lo dimostra pienamente. I modelli poligonali sono dettagliati e al contempo anche abbastanza fantasiosi. Riescono a darci quell’illusione di vivere un’esperienza fantastica senza alzarci dal nostro divano. A colpire sono soprattutto i colori, che rispecchiano pienamente i climi nevosi. Un panorama bianco perlaceo invade la nostra vista senza però infastidirci minimamente. Le follate di vento rischieranno di buttarci giù, ostruendoci la vista, ma ciò nonostante rimarremo davvero colpiti dal risultato tecnico raggiunto nel gioco. Il comparto sonoro si comporta egregiamente in tutte le circostanze, regalandoci un’immersione davvero totale e deliziandoci con qualche musica folkloristica. La lingua del gioco è quella degli Inupiat, ma i sottotitoli di mostrano il linguaggio altrimenti incomprensibile.

  • L’atmosfera che si respira è fiabesca
  • Un gran bel documentario
  • Lo stile grafico è davvero bello
  • Il sonoro cattura
  • Non adatto a tutti
  • Dura poco
  • Gli enigmi sono facili

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