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NF201 – Gli occhi. Qualche premessa.

Creato il 16 settembre 2013 da Lucavannetiello

NF201 – Gli occhi. Qualche premessa.

Affronteremo nel dettaglio molti aspetti dei movimenti oculari.

Se chiamiamo “campo visivo” l’area che un occhio vede consideriamo che solo una piccola parte (più o meno al centro) è a fuoco, mentre la periferia è fuori fuoco, cioè sfocata.

Provate, prendete un testo e mettete a fuoco una parola al centro della pagina. Pensate al resto del testo. E’ a fuoco solo la parola che state fissando, mentre tutto il resto è sbiadito, è sfocato.

La parte della retina dove le immagini sono a fuoco si chiama fovea. Quindi per mettere a fuoco ciascuno di noi deve foevolizzare l’immagine. Con la fovea mettiamo a fuoco, con la periferia della retina registriamo i movimenti degli oggetti nel campo visivo. infatti se un oggetto che abbiamoa fuoco si muove di oco noi lo seguiamo  e possiamo non accorgerci che si sta muovendo. per essere sicuri dovremmo guardare da un’altra parte e avere l’oggetto non al centro del campo visivo, se si muove ce ne accorgiamo subito.

I neuroni della fovea hanno un’alta risoluzione, quelli della periferia una bassa. Ovviamente maggiore è la risoluzione maggiore è la quantità di neuroni necessaria per elaborarla.  Non ci sarebbe abbastanza spazio nel cervello per supportare il sistema visivo che avesse un’alta risoluzione in tutto il campo visivo!

Il cervello sarebbe sovraccaricato da un enorme quantità di input visivi. Possiamo dire, in altre parole, che il motivo neuro-fisiologico per cui abbiamo movimenti oculari che spostano gli occhi per mettere a fuoco aree ristrette del campo visivo è per risolvere il problema del sovraccarico di informazioni visive.

L’evoluzione dei meccanismi dei movimenti oculari diventa, quindi, necessaria per far sì che un oggetto di interesse, come il centro del water quando l’uomo fa la pipì sia nella fovea anche quando muoviamo la testa, in questo modo possiamo fare centro. Non è sminuente pensare che tutta l’evoluzione umana avesse lo scopo di non fare la pipì fuori dal vaso, sia in senso stretto che come metafora.

Continua…


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