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Nichi vendola: schegge da un uomo rivoluzionario...

Creato il 14 novembre 2010 da Alessandro @AleTrasforini

Riporto, nel seguito, alcuni frammenti tratti dal libro "Vendola- Il volto nuovo della Sinistra", autori Cristina Cosentino e Giuliano Rosciarelli. Nell'ultima parte del volume si trova un'intervista, molto personale, condotta con l'uomo che più di ogni altro ha di recente risvegliato onori, paradossi e contraddizioni del Centro-Sinistra italiano.
Intervista svolta, intimamente, all'insegna di un'anima composita, capace di inserirsi potentemente e prepotentemente all'interno del devastato panorama politico italiano.
"[...] D.: Com'era il piccolo Nichi?
R.: Sono sempre stato un bambino di straordinaria delicatezza. Non ho mai partecipato ai giochi violenti dei miei coetanei, neanche al gioco del pallone, perchè aveva una dinamica combattentistica. Un bambino curioso, gioviale, per indole completamente estraneo a qualunque forma violenta di comunicazione. La violenza mi ha sempre dato un turbamento. [...] Solo in un'epoca ho frequentato la strada con felicità: quando c'erano degli scavi; io ed altri bambini raccoglievamo le pietre luccicanti, ricordo che portavo a casa quei sacchetti pieni di pietre.
D.: Preferivi immergerti nello studio?
R.: Sono stato un bambino che ha cominciato a leggere intorno agli undici, dodici anni. A casa mia ho imparato ad esprimermi correttamente, perchè mio padre considerava l'apprendimento della lingua italiana nella sua correttezz e complessità come veicolo fondamentale della emancipazione sociale. [...] Non sono mai stato un secchione. Ero bravo, ma mai preparatissimo sull'ordine del giorno: ero bravo perchè per conto mio mi preparavo. [...] L'idea di rispondere ad un dovere era una specie di sacrificio. Quel dovere esterno alla mia coscienza lo ripudiavo di ora in ora, trovavo delle occasioni, mettevo il libro sulla scrivania e poi vedevo un altro libro e lo aprivo. Alla fine, poi, mescolando le carte lo aprivo. [...]
La mia formazione adolescenziale avviene sui testi di Gandhi e Martin Luther King, dopo viene Gramsci, le prime letture sono legate anche alla mia simpatia per il movimento cristiano per il socialismo e quindi legate anche a Don Lorenzo Milani, alla scoperta di Aldo Capitini. C'è la suggestione evocata dalla lettura dell'I have a dream di Luther King e c'è una riflessione sempre meno reticente sul Mahatma Gandhi, fino a pensare che sia stato il più grande statista del Novecento.
[...]
La verità è che il potere, quando vive di maiuscole, di autoreferenzialità e di blindature, inevitabilmente puzza di morte ed usa la morte. Quindi, da questo punto di vita, non ha colore ma solo odore, ed è molto cattivo. Un odore pessimo. [...]
D.: Dove ti porta il tuo cammino?
R.: Chi lo sa. Spero solo di poter sempre trovare un punto di equilibrio tra vita privata e vita pubblica che non mi faccia sentire infelice. La felicità per me è fatta di cose a cui non vorrei rinunciare nei momenti in cui ti senti infelice, stretto a tenaglia, quando nella vita pubblica vieni privato degli strumenti per produrre cambiamento, o quando nella vita privata sei impedito ad esercitare cose semplici e preziose. Spero di avere il diritto ad un certo punto di interrompere la mia vita pubblica. Perchè non posso fare a meno di immaginare di avere a disposizione un certo numero di salti esistenziali, di mosse del cavallo, per cui spero ancora di inventarmi nuovi mestieri e nuove vite. Avendo accumulato molte adolescenze, mi propongo di accumulare molte vecchiaie."
Consapevolmente, nutrendo grandi stima ed ammirazione per un uomo capace di abbinare emozionali valori ad avanguardiste competenze tecnico-programmatiche.
NICHI VENDOLA: SCHEGGE DA UN UOMO RIVOLUZIONARIO...


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