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Nico - La sfinge del rock

Creato il 17 luglio 2011 da Lesto82

LO SPELEOLOGO

 

di NICOLAS ICARDI

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Nico è stata una dei personaggi più misteriosi e affascinanti della storia del rock. Nata come seducente e graziosa top-model e star del cinema (ha partecipato a più di 20 film) si è trasformata in una chanteause, musa della musica sepolcrale. Christa Paffgen, in arte Nico, nasce a Colonia, in Germania nel 1938. Durante gli anni '50 e '60 lavora come modella a Parigi e frequenta intanto una scuola di recitazione a New York con l'intenzione di intraprendere una carriera d'attrice, ma nel 1964 grazie all'amicizia con Brian Jones, entra nel giro dei Rolling Stones. Firma un contratto per la Immediate e pubblica un 45 giri nel 1965 "I'm Not Saying/The Last Mile", quest'ultima scritta da Jimmy Page. A Parigi conobbe anche Bob Dylan e tramite il grande cantautore viene a contatto a New York con l'artista Andy Warhol che la introduce nel mondo della Factory (collettivo di artisti che girava attorno al carisma di Warhol) e le viene affidato il ruolo di protagonista nel suo film "Chelsea Girl". Sempre grazie a Warhol viene inserita come cantante nei Velvet Underground. Con loro però rimane pochi mesi, il tempo di partecipare con la sua voce sensuale e dark ad alcune delle più belle canzoni del loro primo album "The Velvet Underground and Nico"(1967), considerato tra i migliori album della storia del Rock (dipende certo dai gusti) ma rimane comunque tra le opere musicali più espressive, crude e lucide uscite negli anni '60. Pur mantenendo legami con Warhol e i Velvet, alla fine dei '60 Nico intraprende la carriera solista, spinta anche dall'amico Jim Morrison, all'insegna di una musica estremamente scabra e di una proverbiale parsimonia discografica. Nel disco d'esordio come solista, "Chelsea Girl"(1968), formato da canzoni prevalentemente per chitarra e archi, scritte da alcuni tra i più bei nomi del rock, Nico esegue brani dell'allora 18enne Jackson Browne, oltre a composizioni dei vecchi compagni John Cale e Lou Reed. Gli arrangiamenti sono poveri, il cantato è desolato e misterioso, si respira un'aria di sogno, a volte leggera, a volte buia e tetra, ma sempre magnetica e seducente. Nello stesso spirito esce "The Marble Index"(1969), pubblicato con arrangiamenti di John Cale.

La musica proposta da Nico è decisamente fuori da ogni connotazione temporale. Si nota in primo luogo l'uso costante dell'harmonium, uno strumento dal suono arcano e religioso allo stesso tempo. La voce frastornata, usata anch'essa come uno strumento indipendente dagli altri, sembra in preda ad un'allucinazione, fa pensare intensamente ad un'eco che proviene da spazi lontanissimi. Lo stesso Cale produce il successivo "Desertshore"(1970), disco difficile da descrivere. Un album estremo dalle atmosfere gotiche ed ancestrali che con le sue melodie e i suoi temi agghiaccianti e affrontati sempre con freddezza anticipa di una decade i vari gruppi dark wave degli anni '80 ma anche la musica rock tutta non può prescindere dall'influenza di questa pietra miliare. Trasferitasi a Parigi, Nico scompare dalle scene per tutti i primi '70, assurgendo a figura mitologica del rock tenebroso. Ritornerà in grande stile nel '74, con una storica partecipazione al concerto del Rainbow del 1° Giugno (con Brian Eno, Kevin Ayers e John Cale). Il ritorno in scena coincide con un rilancio dell'attività discografica. Nel '74 esce infatti "The End", disco se possibile ancora più enigmatico dei precedenti, dove gli unici punti di riferimento rimangono certi influssi folk, un'oscura musica da camera, sprazzi di avanguardia minimale. L'album, registrato con Eno, Cale e Phil Manzanera contiene una cupa versione di "The End", il classico dei Doors, e suscita scalpore per un inquietante rifacimento gotico dell'inno nazionale tedesco. Dopo anni di esilio volontario a Parigi, all'inizio degli anni '80 si trasferisce a Manchester e torna a far parlare di sè con un'inattesa serie di album. La sua musica notturna e inquietante, cara ai cultori del rock decadente, ha un soprassalto di energia rock. Ne è buon documento "Drama of Exile"(1981), l'album forse più sorprendente dell'artista con belle canzoni originali e omaggi a Bowie e Lou Reed. Dopo alcune esibizioni dal vivo ancora una pausa di riflessione, dovuta a problemi di droga, torna nel 1985 a collaborare con il vecchio amico John Cale per "Camera Obscura"(1985), tra i cui solchi riappare la gelida musica dei primi album: brani che paiono preghiere, con solenni tratti vocali, il sound è nero, buio, arricchito da parti elettroniche e da un complesso di pochi strumenti (tastiere, percussioni ed harmonium). Per quanto già ben noto e forse anche logoro, lo stile attira ancora un certo pubblico e Nico torna a esibirsi in diverse parti del mondo, memorabile è il "Live in Tokyo"(1987). Parrebbe l'inizio di una nuova fase della carriera dell'artista, ma nel Luglio 1988, a Ibiza, Nico trova una morte improvvisa per emorragia cerebrale, dopo essere banalmente caduta da una bicicletta. Da allora il mercato è stato invaso da antologie e live. Anni dopo, nel 1998, la brava Susanne Ofteringer realizzò un ben fatto documentario "Nico-Icon" che narra con eccezionale maestria la sua biografia e raccoglie le sue celeberrime canzoni.
Dalla sua discografia vi propongo quattro tracce:
“Femme Fatale” da "The Velvet Underground and Nico"(1967). Ricamata su un tessuto morbido, ma freddo al tempo stesso, vede Nico spadroneggiare, in una dolce e sincera interpretazione. Coretti in apparenza felici accompagnano il ritornello.
"Evening of Light" da "The Marble Index"(1969). Si tratta di un brano dalla struttura molto interessante, costruito sulla reiterazione ossessiva, ogni verso è ripetuto sempre due volte, le atmosfere sono costantemente glaciali, fredde e siderali, al limite del metafisico.
"Janitor Of Lunacy" da "Desertshore"(1970), ode sacrale in cui il grido apocalittico di Nico si culla con dolcezza tra un vorticoso e tetro ensemble orchestrale dominato dall'harmonium e da un organo imperioso.
"Afraid" da "Desertshore"(1970), è forse il punto più intenso dell'opera, in cui il 'freddo androgino' si scioglie in una dolcezza malinconica quanto ammaliante: ne sarete attratti.

 

THE VELVET UNDERGROUND & NICO - FEMME FATALE - 1967

 


LINK

 

NICO

EVENING OF LIGHT - 1969

 

 

JANITOR OF LUNACY - 1970 - live

 

 

AFRAID - 1970

 

 

A DOMENICA PROSSIMA...

 


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