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Niente prof sposati

Creato il 05 marzo 2013 da Simone D'Angelo @SimonDangel
Niente prof sposati

All’Università di Genova approvato regolamento che vieta ai docenti sposati di lavorare insieme

Spesso nelle università italiane gli studenti sono soggetti a casi di nepotismo che calpestano la meritocrazia. Professori imparentati, figli di quel docente, moglie dell’altro. L’ateneo di Genova ha deciso di mettere un punto a questa situazione approvando il divieto alle chiamate di professori e ricercatori che siano sposati con altri docenti dello stesso dipartimento.

Tutto è iniziato lo scorso ottobre quando l’università ha deciso di fare chiarezza sul reclutamento di una ricercatrice moglie di un professore ordinario. Proprio da quel fatto durante una seduta straordinaria del Senato accademico è stato approvato a maggioranza piena il divieto oggetto della polemica.

In realtà il nuovo regolamento è solo andato a colmare il vuoto del legislatore della legge Gelmini 240 del 2010 che tenta di impedire casi di nepotismo nelle università italiane vietando le chiamate dei docenti con «un grado di parentela o affinità fino al quarto grado con un professore del dipartimento che effettua la chiamata, con il rettore, il direttore generale o un componente del consiglio di amministrazione».

Fin qui sembra giocare tutto a favore della meritocrazia. Ma cosa fare qualora la moglie o il marito di tal docente meritasse davvero il ruolo che ora non può più ricoprire? Proprio con questo interrogativo si sono scagliati contro il divieto i docenti che hanno votato no. E ancora: se il marito è intelligente, è giusto che sia discriminato per il fatto di essere coniugato con un ordinario? E chi disciplina la chiamata di un convivente nello stesso dipartimento dove lavora il mentore?

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