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Niente sentimentalismi, per favoreImmaginate di affacciar...

Creato il 07 aprile 2015 da Annalife @Annalisa
Niente sentimentalismi, per favore

Niente sentimentalismi, per favore

Immaginate di affacciarvi dal decimo piano di un palazzo e di vedere, molto lontano, un ragazzo che conoscete e al quale vi state piano piano affezionando che sta per imboccare la strada a un bivio. Da lassù dove voi siete, vi accorgete che la strada piana, larga, un po’ in discesa, porterà a un ghiaione scivoloso che finisce in uno strapiombo; quell’altra, più stretta, erta e un po’ irregolare, di quelle che vi fanno sudare per riuscire ad arrivare alla fine, porta a un parco con erba verde, panchine, fontana eccetera.
Immaginate di vedere il ragazzo imboccare la via più larga e di volerlo avvertire. Vi rendete conto che non lo potete fare, che potreste sgolarvi ma la lontananza, il traffico, e il fatto che questo è una specie di sogno dove le cose non funzionano come vorreste voi, tutto ciò vi impedisce di avvisarlo.

Immaginate anche di vedere il ragazzo che, dopo una bella camminata, comincia ad accorgersi che forse quella non è la strada migliore; vede, alla sua destra, un viottolo che lo riporterebbe sull’altra stradina, quella erta (ma, voi sapete, sicura); lo vede ma lo ignora. La strada larga è ora piena di massi, che lui super girandoci intorno, mentre voi vorreste strillargli di deviare, di prendere il viottolo, di non fare stupidate, che la strada giusta è l’altra, ma vedete che lui prosegue, convinto che i massi si possono superare facilmente, che in fondo troverà quello che vuole, che tutto andrà bene.
Immaginate di stare alla finestra a vedere quel ragazzo che sta andando verso il ghiaione e lo strapiombo, e di starci almeno due ore. Saranno ore lunghissime che laggiù, oltretutto, equivalgono a giorni. Un giorno, un passo verso lo strapiombo. Due ore, e voi non potete far niente.
Non potete far niente perché il ragazzo è in un libro, e voi potete soltanto seguirlo in queste due ore tese e asciutte, che soltanto alla fine, quando rialzerete la testa dalle pagine, vi sembreranno brevi. Non lo sono state, durante la lettura.
Una storia soltanto apparentemente piana, densa di fatti solo accennati eppure chiarissimi, e sottintesi visibili, non raccontati esplicitamente eppure emergenti, al momento opportuno, a costruire la (nuova) vita dei due protagonisti, tra responsabilità più grandi di loro, parenti pieni di buona volontà, amici buoni e cattivi, e una scuola che, ancora una volta, vede, sospetta, vorrebbe ma risulta impotente a intervenire nelle cose che davvero contano e che vivono al di fuori delle pareti di un’aula.
Un libro scritto assai bene, che fa moderno definire per “giovani adulti” ma che sarebbe restrittivo ingabbiare in un’etichetta.



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