Non bastavano a dare notevoli grattacapi gli attentati a ripetizione, all’interno del Paese, e Boko Haram, che non perdona, né concede affatto tregua nella sua lotta agli “infedeli” e a tutto ciò che sa, anche lontanamente ,di occidentale.
Persino le grandi piogge, dal luglio scorso a oggi, hanno concorso a fare la loro parte di danni, in Nigeria, per mettere in difficoltà e creare ulteriori disagi alla gente.
Da noi certamente di queste notizie è noto che ne arrivano pochissime e filtrate ma, sta di fatto, che le piogge torrenziali dell’estate nigeriana hanno provocato finora la morte di ben 431 persone, limitatamente solo a quelle che sono finora le effettive morti accertate.
Coloro, che hanno perso la casa e hanno visto andare a male quel po’ di economia familiare agricola, di pura sussistenza, sono invece più di un milione.
Così come sono andate in malora per le multinazionali le coltivazioni intensive di cacao e di manioca,che trainano in parte, assieme al petrolio, grande parte dello sviluppo economico dell’intero Paese.
E, nelle zone costiere,dato il maltempo, la pesca è ferma.
Le piogge,iniziate a luglio nello Stato di Plateau, nella Nigeria centrale, hanno proseguito poi nei mesi successivi ,e cioè fino ad oggi. E hanno continuato a sconvolgere , con violenza fuori dell’usuale, i rispettivi Stati di Borno, Cross River, Ebonyi, Nassarawa, Bauchi, Gombe,Katsina, Kebbi e, ancora, Delta e Bayelsa.
In particolare, negli ultimissimi giorni, la Croce Rossa nigeriana ufficialmente ha parlato, cifre alla mano, di autentico disastro ambientale proprio nei comuni degli Stati sudoccidentali.
Negli Stati di Delta e Bayelsa ,infatti, sono state colpite 350 comunità e i “senza tetto” sono 120 mila.
Nello Stato di Delta, oltre alle comuni abitazioni, sono andati distrutti anche 20 centri sanitari, 5 ospedali, alcune scuole, chiese e uffici governativi.
E, in generale, nel Paese tutto, mancano essenzialmente i generi alimentari.
Tutto questo, oltre che a spingere ad attivarci per superare l’emergenza, dovrebbe fare riflettere su come gestire, con oculatezza, al presente e al futuro, l’ambiente del nostro pianeta.
Certe bizzosità del clima non capitano a caso .
La natura, ovunque, esige rispetto.
Ma l’umanità, in generale, privilegia il profitto,specie se può e se gli riesce.
E questo quasi sempre.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Inviato il 24 ottobre a 21:38
E' per questo che la amo e me la coccolo. L'Africa ha bisogno di tanta tenerezza per sentirsi amata e riprendere il proprio cammino con sicurezza. /Grazie ,Fatoumata.<3
Inviato il 24 ottobre a 07:54
L'AFRICA SOFFRE ANCORA...GRAZIE MARIANNA.