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Nina e i diritti delle donne

Da Martinaframmartino

Nina e i diritti delle donne

Articolo 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico o sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione economica e sociale del Paese.”

 

Questo, ovviamente, è il terzo articolo della nostra Costituzione, e ci ricorda che tutti abbiamo pari dignità sociale e siamo uguali di fronte alla legge. Un po’ troppe persone sembrano dimenticarsene, e poi magari sono pronte, in giornate come questa, a regalare mimose e a fare proclami grandiosi per il futuro, salvo poi dimenticarsene domani. Ma se vogliamo costruire un futuro migliore dobbiamo conoscere il nostro passato, e fare un po’ di analisi seria su noi stessi e sulla realtà di cui facciamo parte.

Lo scorso anno avevo citato il bellissimo saggio di Elena Gianini Belotti Dalla parte delle bambine, ma anche il romanzo La catena spezzata di Marion Zimmer Bradley (elena-gianini-belotti-e-marion-zimmer-bradley-la-donna-come-individuo/). Sono entrambe opere degli anni ’70, ma entrambe continuano a parlarci e a fornirci importanti spunti di riflessione. La Zimmer Bradley lo fa anche divertendo, visto che questo è uno dei suoi migliori romanzi.

Nina e i diritti delle donneQuest’anno segnalo un libro per lettori dai dieci anni in su, consigliatomi dalla mia amica Marzia. Si tratta di Nina e i diritti delle donne di Cecilia D’Elia. Il libro presenta la storia dei cambiamenti della situazione femminile come se fosse un romanzo, con le vicende della bisnonna, della nonna e della mamma della piccola Nina, incuriosita in questa ricerca dalla banale constatazione che lei e il fratello portano il cognome del padre, e solo la madre ne ha uno diverso. E così passiamo da un modello totalmente patriarcale, con le donne praticamente prive di diritti, alla società attuale, nella quale tanto è stato fatto ma tanto ancora è da fare. E questo è compito nostro, della nostra generazione e di quella dei nostri figli. Le mie bimbe sono ancora troppo piccole per un testo di questo tipo, ma quando cresceranno un po’ scopriranno anche loro cosa significa poter scegliere se avere un figlio o no, poter lavorare se lo si vuole (ammesso di trovarlo, un lavoro!), ed essere rispettate per ciò che si è e non essere ritenute creature inferiori, da proteggere o da sottomettere a seconda di quanta fortuna abbiamo negli incontri della nostra vita.

Il testo è molto chiaro e scorrevole, e alcuni piccoli riquadri a parte chiariscono meglio alcuni punti. Il testo è affiancato dai disegni di Rachele Lo Piano, semplici e chiari, che non distraggono dal testo ma lo completano armoniosamente rendendo la lettura più vivace. La parte finale comprende tutte le leggi che hanno marcato il cambiamento della nostra condizione.

Dal sito dell’editore:

Attraverso la storia di tre generazioni, le conquiste delle donne dal 1940 ad oggi! Oggi i bambini e le bambine posso scegliere cosa fare da grandi. Ma in Italia, solo 45 anni fa, alcune professioni erano vietate alle donne: come la magistratura e altre ancora nei pubblici uffici. Il racconto di come è cresciuta l’Italia attraverso l’evoluzione dei costumi, delle donne e della società intera: per mostrare ai giovani lettori che niente si può dare per scontato e che tanti diritti, che oggi sembrano ovvi, sono in realtà frutto di grandi battaglie avvenute pochi anni fa e che non vanno dimenticate!



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