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NINA FIVETTARA. Tutta la verità sul pick-up.

Creato il 06 novembre 2012 da Nina
NINA FIVETTARA. Tutta la verità sul pick-up.
Ci provo, ci provo a mettere in parole quel che vivo dentro, ma stavolta più che mai io non le trovo, mi sfuggono.  Mi sento di vivere un sogno, mi sento sospesa in una bolla, mi sento distante dalle cose del mondo. Un solo pensiero, uno soltanto: Domani andremo a riprenderceli. Ora sono lì, soli soletti, fuori di me, che lottano per la vita e io non so nulla di loro, ma già mi mancano come l'aria.  Tutto quello che aspetto, come fosse cibo, aria, acqua, vita intera e assoluta, è il momento in cui, silenziosi e lenti, scivoleranno dentro di me. Perché questo è il loro posto: il mio grembo.  E l'attesa non è mai stata così dolce, meravigliosa, straziante come ora.
Io mi sento madre già adesso, in questo preciso momento e non saprei come spiegarlo diversamente.  Io mi sentivo già madre ieri, mentre tornavamo da Firenze. Avverto una forza nuova e sconosciuta dentro, mai provata prima. Il mio cuore pulsa solo per loro e ancora non li ho neanche rincontrati, né so quanti saranno. Mi è stato detto che sarò contattata solo in caso di problemi, altrimenti domattina ore 11,15 dovrò presentarmi in quella saletta e aspettare paziente il mio turno, per conoscerli finalmente, per accoglierli dentro di me: a casa. Insieme. Mi torna in mente ieri, mentre salivamo le scale fino al nostro appartamento. Lui si ferma mi guarda e mi fa: - Ma ci pensi, dopodomani torneremo a casa in 3, o in 4... - Dio dio dio dio dio dio dio dio. Si può morire di troppo amore? Perciò ora sono un po' in ansia, guardo il telefono con terrore, pregando il cielo che non squilli. - Amore chissà cosa staranno facendo ora? Si saranno piaciuti? Saranno cresciuti? Quanti saranno? - I miei piccoli, mi scoppia il cuore al solo pensiero. Proverò a raccontarvi di ieri e lo farò a modo mio, quello che so, l'unico che conosco, quando le parole mi mancano. Con le immagini.
lunedì 5 Domenica siamo andati a dormire da amici che ci hanno ospitato, poco fuori Firenze. E' stata una serata tranquilla, di chiacchiere rilassate, di condivisione. E' anche merito loro (Viola, che commenta spesso qui sul blog e suo marito) se ho potuto affrontare tutto questo con la giusta serenità. Perciò la mattina, per non imbottigliarci nel traffico della città, abbiamo preso un bus che ci ha portato al centro di Firenze, a due passi dal Dem. 
NINA FIVETTARA. Tutta la verità sul pick-up.
Ci siamo seduti uno davanti all'altro, abbiamo parlato poco, ci siamo guardati e sorrisi molto. Lui aveva in braccio la mia borsa, quella che conteneva il cambio per dopo e la teneva stretta, la stringeva forte, come a proteggere il destino che conteneva.
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Dal Finestrino Firenze era così, densa e immobile, come avvolta in un'atmosfera sospesa, di attesa. Il cielo era gonfio di nuvole e pioggia, come la sera prima, nel nostro cuore invece splendeva il sole. 
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Alle 9,45 eravamo lì, davanti a quel portone, lo abbiamo trovato accostato, pronto ad accoglierci.
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Lui suona il campanello, ci guardiamo per darci coraggio, ci siamo, ormai ci siamo, questo è davvero Il Nostro Momento.
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Tra poco sarà tutto passato...tranne Io e Te, che è l'unica certezza che abbiamo.
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E poi l'Attesa, quella con la A maiuscola. Infinita, impossibile da riempire con pensieri che non fossero 'speriamo che vada tutto bene. Speriamo di riuscire. Speriamo ci siano tutti. Speriamo che passi in fretta, rapido e indolore'.
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Io appiccicata tipo cozza, guai a chi me lo toglie di torno in questi giorni l'Amore mio.
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E alle 10,40 circa sono stata chiamata. Un bacio e un ci vediamo dopo, Amore mio, vedrai andrà tutto bene.  Ci hanno separato, io sono stata messa in questa stanzetta, che dividevo con un'altra ragazza di Roma.  Ci siamo raccontate un po', per ammazzare l'attesa. Tese, eccitate, spaventate. Non sapevo a cosa andavo incontro, Lei un po' si, perché era il suo secondo tentativo, anche se al primo pick up era stata addormentata. Mi sentivo emozionata e curiosa.
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Sono stata forte e coraggiosa, sono andata incontro al mio destino con fiducia. Ho fatto quel che dovevo e mi sono stati molto d'aiuto i sorrisi che ho incontrato, nella sala operatoria. L'anestesista, soprattutto lui ricordo, con quello sguardo premuroso, la sua mano a stringere la mia, per tutto il tempo. Non mi perdeva  un attimo, mi parlava, mi spiegava, mi tranquillizzava. L'ho amato, per 20 minuti è stato il mio angelo personale: l'Angelo Necessario. Mi ha stordita bene, perché ricordo che mi sentivo come su una nuvola, sapevo quel che mi stavano facendo, ma la mia coscienza era come staccata. Ridevo, anche questo ricordo. Ho avuto anche un paio di momenti critici, ho sentito lo spillo che premeva e cercava, ma ho respirato e il dolore è passato presto.  Mi hanno riaccompagnata in stanza che sorridevo, appagata di quel sollievo che solo le battaglie superate e vinte sanno elargire. Mi hanno portata la colazione, mi hanno fatto firmare dei fogli, mi hanno detto che se stavo bene potevo andare.  E io stavo bene, volevo solo tornare da Lui, dirgli che tutto era andato come speravamo, che non doveva stare in pensiero per me perché avevo superato il peggio.  Volevo rivederlo, riabbracciarlo di nuovo. Mai, mai per un momento mi ha sfiorato il pensiero che Lui potesse avere avuto problemi nel portare a termine il suo difficile compito. Ho sempre saputo, in cuor mio, che ce l'avrebbe fatta. La testa gioca brutti scherzi in questi frangenti, la pressione psicologica è forte, si sa, ma io sapevo che anche lui, solo nel bagno, aveva trovato la sua strada.
Ci siamo ritrovati, prima gli occhi, poi le mani e le labbra. Ci siamo rassicurati. Ci siamo fatti una promessa: che da questo momento saremmo stati ancora più forti, per Loro, i nostri Magnifici 5. 
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Li abbiamo lasciati lì, ieri, a conoscersi, a incontrarsi per la prima volta. Come il primo appuntamento, come fare l'Amore per la prima volta. Ho immaginato i miei ovetti 'easy', che non si faranno pregare per concedersi :) Il viaggio di ritorno è stato fitto di chiacchiere, di racconti su quel che non avevamo potuto vedere o sentire l'uno dell'altro. Sulle speranze, sui sogni. Su Noi. Su Loro. Chissà cosa staranno facendo ora? Si piaceranno? Non è che le tue se la tirano e non gliela danno? Paure e desideri. E tanto immenso Amore.
Perciò ora la magia sarà già avvenuta, avranno fatto festa, tutti insieme e non ci è dato di sapere cosa ne è venuto fuori. Io e Lui abbiamo fatto l'amore, in un modo bizzarro, moderno ed eccentrico e abbiamo generato la vita. Per la prima volta. Per la prima volta. Per la prima volta. Io so solo che da ieri mi sento diversa, in natura sarebbero già dentro di me, solo questa è la differenza tra me e una donna incinta. Perciò io voglio solo ricongiungermi a loro, che già mi mancano, che per me già esistono, sono un'entità distinta e separata da me, ma che per crescere ha bisogno di Noi Due Insieme. Stamattina sono andata a comprare i biglietti del Treno. Poi l'ho chiamato, per confermargli gli orari e Lui mi ha detto: - Nina ci pensi? Domani tornerai insieme a Loro, saranno con te. Non nella borsetta, ma proprio DENTRO di te! -
Domattina alle 8,55 inizia un nuovo viaggio: speriamo che non finisca più, che sia per tutta la vita e oltre.
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postilla: grazie di cuore a tutte, davvero. Il vostro sostegno, qui, su twitter e altrove è stato davvero impagabile. Non sapete neanche quanto! ^^
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