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Nip/Tuck, 5 buoni motivi per recuperare la serie di Ryan Murphy

Creato il 24 gennaio 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

24 gennaio 2014 • Serie TV, Vetrina Cinema, Vita da Cult

Il giudizio di Marco Goi

Summary:

Nip/Tuck è una serie cult, cultissima. Per raccontarla in breve a chi non ne avesse mai sentito parlare – ma dove siete stati nell’ultimo decennio? – Nip/Tuck ha come protagonisti due chirurghi plastici di base a Miami, che poi nelle ultime due stagioni si trasferiranno a Los Angeles. Almeno all’inizio, sono uno l’opposto dell’altro: sposato con figli e responsabile Sean McNamara (Dylan Walsh), playboy dallo stile di vita superficiale Christian Troy (Julian McMahon). Nel loro studio si troveranno ad affrontare i casi più particolari immaginabili, e inimmaginabili.

Questo a grandi linee è ciò di cui parla la serie, ma perché si è trasformata in un cult imperdibile, almeno per quanto riguarda le prime 4 stagioni ambientate a Miami, ed è ancora oggi una visione attualissima? Abbiamo stilato una lista di 5 buoni, anzi ottimi motivi per recuperarla nel caso vi fosse sfuggite durante la sua messa in onda tra il 2003 e il 2010.

Uno scatto promozionale con Ryan Murphy

Ryan Murphy

5. Ryan Murphy
Molti conosceranno e ameranno lo stile di Ryan Murphy per via dei suoi ultimi successoni Glee e American Horror Story. Tutto è però partito da Nip/Tuck. A dire la verità, la prima ancora acerba creatura televisiva dell’oggi affermato autore era stata Popular, serie teen dai buoni spunti non ancora sviluppati del tutto. È allora solo con Nip/Tuck che Ryan Murphy ha trovato una voce propria, composta da numerosi riferimenti alla pop-culture, più un’attenzione particolare al sesso, allo stile e alla forma uniti a un tocco cinico, cattivo e a tratti persino horror. Le radici di una serie come AHS si possono trovare qui in Nip/Tuck. Nel corso della seconda e della terza stagione, le più folgoranti, gli episodi sono legati dall’inquietante presenza di un serial killer, soprannominato il Macellaio, protagonista di momenti degni di un film dell’orrore. Oltre a tale inquietante presenza, è inoltre in questa serie che Ryan Murphy ci ha regalato varie ed evidenti prove della sua capacità di scrittura, dando vita a personaggi complessi e imprevedibili, inseriti in una serie di trame che definire pazzesche è dire poco.

4. La colonna sonora
Abbiamo visto come Nip/Tuck, con la sua componente più thriller e inquietante, abbia gettato le basi per American Horror Story. La serie fornisce però anche dimostrazione della passione di Ryan Murphy per la musica, poi esplicitata in maniera ancora più evidente in Glee, serie musical che ultimamente ha perso lo smalto delle origini ma che almeno agli inizi offriva una sana dose di cattiveria alla Nip/Tuck, soprattutto attraverso il personaggio di Sue Sylvester (Jane Lynch). Ogni episodio di Nip/Tuck è una vera delizia, dal punto di vista della soundtrack. Il consiglio spassionato è quello di recuperarvi non solo la serie, ma pure le canzoni usate in ogni episodio. Ryan Murphy offre qui una selezione molto anni Ottanta, ma c’è anche spazio per un uso molto cool di brani di musica elettronica del nuovo millennio. Uno spettacolo per le orecchie che merita uno spazio a parte e di cui torneremo quindi a occuparci presto o tardi nella nostra rubrica Serial Music.

Dylan Walsh, Joely Richardson e Julian McMahon

Joely Richardson divisa tra Dylan Walsh e Julian McMahon

3. Le donne
Nip/Tuck è una serie incentrata su una grande storia d’amicizia maschile, quella tra i due dottori protagonisti che, pur essendo quasi l’uno l’opposto dell’altro non possono concepire una vita da separati. Nonostante questo, il serial offre anche una splendida galleria di personaggi femminili. Se la costante sono Sean McNamara e Christian Troy, intorno a loro si alternano varie donne, e che donne! Julia McNamara (Joely Richardson) è la moglie di Sean ma prova una forte attrazione, ricambiata, anche nei confronti di Christian e ciò darà vita a un triangolo non da poco, che vedrà coinvolto pure il loro figlio maggiore, il disturbatissimo e molto facilmente condizionabile Matt (John Hensley), che nel corso delle varie stagioni si farà coinvolgere in qualsiasi (dis)avventura. L’altra presenza femminile più forte è Kimber Henry (Kelly Carlson), pure lei amante intercambiabile tra i due protagonisti, una donna bella bella in modo assurdo fissata con la chirurgia estetica che passerà dalla carriera di attrice “normale” a star del porno. Attenzione infine anche alla femme fatale Ava Moore (Famke Janssen), che nel corso della serie rivelerà qualche sorpresa inaspettata.

Nip/Tuck, una scena

L’aspirante Barbie di Nip/Tuck

2. I casi umani
Nip/Tuck ha una trama orizzontale molto forte incentrata sui personaggi principali. Allo stesso tempo ogni episodio ci offre però pure una, o più di una storia legata a un cliente, spesso un vero e proprio “caso umano”. Tra le persone che si sono rivolte allo studio McNamara/Troy ci sono state le più svariate e strambe, dalla ragazza che voleva essere trasformata in una Barbie vivente al sosia di Michael Jackson, tutte chiamate a rispondere alla domanda tormentone iniziale di (quasi) ogni episodio: “Ci dica cosa non le piace di se stesso” nei modi più impensabili e sorprendenti.

Julian McMahon in Nip/Tuck

Julian McMahon alias Christian Troy in Nip/Tuck

1. Christian Troy
Sean McNamara è un gran bel personaggio. Parte come medico precisino dalla vita regolare e poi via via rivela lati nascosti sempre più perversi. Il vero trascinatore della serie è però lui, il Dottor Christian Troy. Un uomo cult all’interno della serie cult. Sempre attento al suo aspetto fisico, come e ancor più dei suoi fissatissimi clienti, è un superficialone che nel corso delle 6 stagioni vivrà un percorso inverso rispetto all’amico e collega McNamara, svelando una maggiore profondità di quanto si poteva immaginare. Christian Troy resta comunque sempre se stesso fino in fondo: un playboy impenitente che con la sua perfida schiettezza e il suo stile di vita estremo e aperto a ogni esperienza sessuale, e non solo, esercita un fascino irresistibile tanto sul pubblico femminile, che a uno come lui difficilmente saprebbe dire di no, quanto su quello maschile, che vorrebbe essere come lui. Mito totale.

di Marco Goi per Oggialcinema.net

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