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No al nucleare: il 12 e il 13 giugno votiamo sì al referendum (e agli altri quesiti)

Da Gianni

Al referendum vota sì!
Fatto 30, facciamo 31: dell’acqua s’è già detto, ora due parole sul nucleare. Argomento apparentemente fuori tema in un blog dedicato al Regno vegetale ma basta un attimo di riflessione per rendersi conto che, condividendo il pianeta con altre forme di vita (piante incluse), la questione è universale, interessa tutti e può e deve trovare spazio in ogni contesto, Florablog compreso. Che, essendo un blog e quindi (anche) un diario personale (non a caso il termine blog è la contrazione delle parole inglesi web e log, con il senso di “diario in rete“), ospita le opinioni personali dei suoi autori e uno di essi, il sottoscritto, ha le idee piuttosto chiare sul tema: è spudoratamente contrario al nucleare. Prima di approfondire i motivi di questa ferma posizione, vediamo l’atteggiamento che governo e maggioranza hanno tenuto nei confronti dei referendum.
Al di là di come la si possa pensare politicamente spiace constatare come il governo in carica non abbia fatto altro che mettere i bastoni tra le ruote allo strumento referendario, in tutti i modi. Dapprima dicendo no all’Election Day che, accorpando amministrative e referendum, ci avrebbe fatto risparmiare dai 300 ai 400 milioni di euro (mica nocccioline…), poi scegliendo per il voto uno dei primi weekend utili per iniziare la stagione balneare, vera passione del popolo italico. Purtroppo per loro, e per il pianeta tutto (umanità compresa…), una terrificante scossa di terremoto pari a 9.2 gradi della scala Richter ha colpito il Giappone nord-orientale causando un terrificante tsunami che ha travolto e devastato intere zone del paese nipponico, inclusa la centrale nucleare di Fukushima che è andata subito in tilt (contrariamente a quanto affermato in un primo momento dai gestori della centrale: diffidate, gente, diffidate…) dando così inizio a un disastro atomico del quale ancora non conosciamo l’esatta dimensione ma che rischia di eguagliare e forse superare il precedente incidente nucleare di grado 7 (il massimo del valore): ÄŒernobyl’.
È qui che il nostro governo dà, si fa per dire, il meglio di sé con una moratoria sul nucleare attraverso la quale il consiglio dei ministri si prende una pausa di riflessione di un anno sull’attuazione del piano energetico basato sull’atomo ma che si rivela fin da subito il gioco delle tre carte perché, nemmeno troppo spulciando tra i cavilli del decreto Omnibus (che ospita pure la moratoria), si scopre che “alla luce di nuove tecnologie, nuovi studi e nuovi approfondimenti”, trascorsi 12 mesi, il presidente del consiglio si assume l’onere di decidere se riprendere o meno il programma nucleare. E non è difficile immaginare quale sarebbe stata la decisione finale… Ma i trucchetti non finiscono qui, anzi: all’interno del decreto si trova anche una norma che consente alle imprese private di espropriare i terreni dei privati per potervi costruire nuove centrali nucleari!

Appare quindi ovvio a tutti che la moratoria non è altro che un mezzo per boicottare il referendum posticipando di fatto l’inizio del nucleare solo di qualche mese. Lo dice apertamente lo stesso presidente del consiglio dei ministri in una conferenza stampa congiunta con il presidente francese Sarkozy. Visto che il personaggio ha l’abitudine di dichiarare e poi smentire nel giro di poche ore ciò che ha detto, meglio ascoltare, grazie a Youtube, quello che ebbe a dire direttamente dalla sua voce:

Di quella finta moratoria che assomiglia in tutto e per tutto a una truffa, si accorge naturalmente anche la Cassazione che riammette il referendum e consente ai cittadini di esercitare un loro sacrosanto diritto. Il governo però, non domo, fa ricorso alla Corte Costituzionale che proprio ieri l’altro giudica ammissibile il quesito referendario mettendo fine una volta per tutte a questa ridicola pantomima.

Una delle scuse portate da governo e maggioranza per rinviare la decisione c’è quella che “non è possibile prendere decisioni così importanti sull’onda emotiva scaturita dagli accadimenti giapponesi”, scusa che suona vagamente offensiva perché sembra che noi cittadini, trattati alla stregua di bambini non troppo vispi, non si sia in grado di decidere perché “troppo emotivi”. Credetemi, non siamo emotivi, siamo soltanto preoccupati!
Preoccupati dal fatto che una tecnologia costosa, inquinante e potenzialmente pericolosissima possa essere introdotta nel nostro Paese:

  • costosa perché partire da zero col nucleare è tutto fuorché a buon mercato, come spesso ci viene fatto credere dai favorevoli all’atomo; una stima di Confindustria attesta l’investimento necessario per la costruzione di 8 centrali nucleari a 50 miliardi di euro…
  • inquinante perché la definizione più assurda che si possa attribuire al nucleare è quella di energia pulita; e le scorie? dove le voglimo mettere? signori, qui si tratta di un inquinamento che si perpetua per migliaia di anni, più di 24mila in presenza di scorie derivate dal MOX, la micidiale miscela di uranio naturale e plutonio che è presente anche in un reattore di Fukushima… A livello nazionale siamo ancora alle prese con le scorie ereditate dal primo programma nucleare, quello sospeso dal referendum post ÄŒernobyl’, e non sappiamo proprio dove metterle, sicuri di volerne mettere altre in circolazione?
  • pericolosissima perché, a parte quanto ricordato fino a qui, è inutile che ci vengano ad elencare l’ennesima supersicura nuova generazione di centrali, con i processi basati sulla fissione nucleare si scherza sempre col fuoco e, oltre alla pesante eredità delle scorie, il rischio non verrà mai ridotto a zero; sviluppate tecnologie basate sulla fusione e se ne riparla…

C’è sempre chi se ne esce dicendoti che siamo circondati da centrali nucleari e quindi se si deve rischiare tanto vale costruirne anche da noi. Scusate il francesismo ma sono cazzate, basta ricordare che l’intensità delle radiazioni cala col quadrato della distanza: un conto averle a 200 km e un conto è averle sotto casa…
Altra obiezione dei pro-atomo è che in alternativa al nucleare c’è solo il molto più inquinante carbone (che causa di migliaia di vittime), perché le energie rinnovabili valgono pochi punti percentuale dell’energia prodotta. Vero ma c’è un ma: partendo domani con la costruzione, la prima energia elettrica prodotta da una centrale nucleare italiana sarà disponibile, se tutto va bene (e il nostro Paese, si sa, è sempre estremamente puntuale con la consegna dei lavori…), tra 20 anni; ora, tutti sappiamo che in 20 anni la tecnologia fa passi da gigante (chi ha l’età sufficiente per farlo si volti indietro e si ricordi il livello tecnologico del 1991…), investendo in energie rinnovabili i 50 miliardi di euro di cui sopra c’è ancora qualcuno che crede che il problema energetico non si risolverebbe una volta per tutte in modo economico, pulito ed ecosostenibile?

Rimarrebbe da parlare dell’utlimo quesito referendario sul legittimo impedimento, ma se credete giusto che in Italia ci sia per legge qualcuno più uguale degli altri, vi consiglio di leggere questo libro
Foto di Jekyll283

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