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Noi che c’eravamo.

Creato il 12 dicembre 2014 da Scurapina

Quarantacinque anni fa scoppiava la bomba di Piazza Fontana e, per chi come me allora era nell’età in cui si comincia a cercare strumenti per decifrare la realtà, il ricordo dello smarrimento di quei giorni, e degli anni che seguirono, è ancora vivo e doloroso.

Ricordo lo sgomento, l’impressione lancinante di essere usciti da una sorta di età dell’innocenza, la necessità di imparare un nuovo linguaggio costellato di espressioni oscure e minacciose come “strategia della tensione” o “anni di piombo” che, a malapena, riuscivano a definire eventi altrettanto oscuri e minacciosi.

Ricordo la difficoltà di sfiorare, ogni mattina andando all’Università,  l’edificio della Banca Nazionale dell’Agricoltura e il mio distogliere lo sguardo da un orrore che non riuscivo a capire e ad accettare, che sentivo brutale e ingiusto.

Oggi, nel quarantacinquesimo anniversario di quella strage, matrice di tutte le stragi seguenti, di tutti gli assassinii di quegli anni ho cercato di comunicare ai miei ragazzi di terza la cupa atmosfera di quei giorni, aiutandomi con la ricostruzione quasi scientifica che Carlo Lucarelli fece nella trasmissione Blue Notte, andata in onda sulle reti Rai, ma temo che per degli adolescenti di oggi sia quasi impossibile comprendere.

Forse sono riuscita solo a fare memoria di quei morti, di quei feriti.

 


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