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Noi e i Caldomorbidi

Creato il 24 dicembre 2014 da Smilingischic
Merry Christmas-smilingischic
Regalate Caldomorbidi e non ne potrete più a farne a meno

Se avessi un bambino, in questa sera di Natale, prima che si addormenti mi sdraierei accanto a lui e gli racconterei questa storia…

Poi ho pensato che in fondo potevo raccontarla qui. E sarebbe comunque stato bello pensare che qualcuno stasera, nell’attesa di Babbo Natale, magari l’avrebbe letta, stringendosi in un vero e sincero “caldomorbido”. Perché i caldomorbidi saranno sempre più contagiosi dei timori. Basta crederci.

Questo è il nostro regalo per voi e … anche un po’ per noi stessi. 

C’era una volta un luogo, molto tempo fa, dove vivevano delle persone felici. Fra queste persone felici ce n’erano due che si chiamavano Luca e Vera. Luca e Vera vivevano con i loro due figli Elisa e Marco. Per poter comprendere quanto erano felici, dobbiamo spiegare come erano solite andare le cose in quel tempo e in quel luogo.

Vedete, in quei giorni felici, quando un bimbo nasceva trovava nella sua culla un piccolo, soffice e caldo sacchetto morbido. E, quando il bambino infilava la sua manina nel sacchetto, poteva sempre estrarne un… “caldomorbido.
I caldomorbidi in quel tempo erano abbondantissimi e molto richiesti perché, in qualunque momento una persona ne sentisse il bisogno, poteva prenderne uno e subito si sentiva calda e morbida a lungo, sperimentando una situazione di profondo benessere.

Se per qualche motivo, la gente non avesse ricevuto con una certa regolarità dei caldomorbidi, avrebbe corso il rischio di contrarre una strana e rara malattia. Era una malattia che partiva dalla spina dorsale e che lentamente portava la persona ad incurvarsi, ad appassire e poi a morire.
La gente a quel tempo si frequentava molto e si scambiava reciprocamente caldomorbidi. Naturalmente questi erano sempre gratis ed averne a sufficienza non era mai un problema.
In questo paese tutti erano felici e contenti, caldi e morbidi per la gran parte del tempo.

Ma un brutto giorno, una strega cattiva che viveva da quelle parti si arrabbiò, perché, essendo tutti così felici e contenti, nessuno comprava le sue pozioni e i suoi unguenti.

La strega, che era però molto intelligente, studiò un piano diabolico.
Una bella mattina di primavera, mentre mamma Vera giocava serena in un prato con la figlia e altri bambini, avvicinò il figlio Marco e gli sussurrò all’orecchio:
- Guarda Marco, guarda come tua madre sta sprecando tutti i caldomorbidi che ha, dandoli a tua sorella Elisa.  Sai, se Elisa se li prende tutti, può darsi che, a lungo andare, non ne rimangano più per te.-
Marco  rimase a lungo soprappensiero. Poi si voltò verso la strega e disse: – Intendi dire che può succedere di non trovare più caldomorbidi nel nostro sacchetto le volte che li cercheremo?- 

E la strega rispose: – Proprio così. Quando saranno finiti, saranno finiti. E non ne avrete assolutamente più! –  Detto questo volò via, sghignazzando fra sé.

Marco fu molto colpito da quanto aveva detto la strega e da quel momento cominciò ad osservare e a ricordare tutti i momenti in cui Mamma e Babbo davano caldomorbidi a qualcun altro e pensava pure che non facessero una cosa buona a dare tutti quei caldomorbidi ai bambini e alle altre persone.
Di lì in poi divenne timoroso e turbato, preoccupato di potere non avere più i loro caldomorbidi.
Anche gli altri bambini cominciarono a pensare che fosse una cattiva cosa dar via caldomorbidi a chiunque e anche quando vedevano i loro genitori che si scambiavano caldomorbidi, si intristivano per cui questi se ne scambiavano sempre di meno e di nascosto, per non farli soffrire.

Sappiamo bene come sono contagiosi i timori. Infatti, ben presto queste paure si sparsero in tutto il paese e sempre meno si scambiarono caldomorbidi diventando nel contempo sempre più avari.
Presto la gente cominciò a sentire mancanza di caldomorbidi e di conseguenza, a sentire meno caldo e meno morbido. Poi qualcuno di loro cominciò ad incurvarsi e ad appassire e talvolta persino a morire.

E sempre di più la gente andava ora dalla strega per comprare pozioni e unguenti, ma, nonostante ciò, non aveva l’aria di star meglio.
Orbene, la situazione stava diventando di giorno in giorno più seria. A pensarci bene,  la strega cattiva in realtà non desiderava che la gente morisse, anche perché non voleva diminuire i suoi affari così cominciò a distribuire gratuitamente a ciascuno un sacchetto simile a quello dei caldomorbidi, ma questo era freddo mentre l’altro era caldo. Dentro il sacchetto della strega infatti c’erano i “freddoruvidi” che non facevano sentire la gente calda e morbida ma fredda e scontrosa. Comunque fosse, i freddoruvidi un effetto ce l’avevano: impedivano infatti che la schiena della gente si incurvasse più di tanto e, anche se sgradevoli, servivano a tenere in vita gli abitanti di quel paese che una volta era stato felice.

Così tutte le volte che qualcuno diceva: – Desidero un caldomorbido -, la gente, arrabbiata e spaventata per il loro rarefarsi, rispondeva: -Non ti posso dare un caldomorbido, vuoi un freddoruvido?-.
Stando così le cose, ormai sempre meno gente moriva di quella malattia, ma un sacco di persone erano infelici e sentivano molto freddo e molto ruvido.
E’ inutile dire che questo fu un periodo d’oro per gli affari della strega.

La situazione peggiorava ogni giorno. I caldomorbidi, che una volta erano disponibili come l’aria, divennero merce di grande valore e questo fece sì che la gente fosse disposta ad ogni sorta di cose pur di averne. In certi casi i caldomorbidi venivano estorti con l’inganno, in altri con violenza e, quando ciò avveniva, succedeva una cosa strana: questi non sorridevano più, sbocciavano poco e diventavano scuri. 

Così la situazione si aggravava di giorno in giorno.

Passò ancora del tempo e, Elisa e Marco, i figli di Luca e Vera (di cui abbiamo parlato all’inizio della nostra storia) arrivarono alla scuola superiore e incontrarono Angelica, una professoressa venuta da un paese lontano che, col suo sorriso limpido e cordiale arrivava al cuore dei suoi ragazzi e anche dei suoi colleghi che la guardavano con stupore misto a sospetto.
Angelica non aveva mai sentito parlare della strega cattiva e non nutriva alcun timore che i suoi caldomorbidi finissero. Li donava liberamente, anche quando non erano richiesti. Molti la disapprovavano perché pensavano che fosse sconveniente e pericoloso.

Ma essa piacque molto ai ragazzi, tanto che la circondavano in ogni momento.

E anche loro cominciarono a provare gusto nel dare agli altri caldomorbidi quando gliene veniva voglia. Luca e Vera e anche molti altri genitori e insegnanti, ricordando i giorni felici dove non c’era limite di caldomorbidi, ricominciarono a donarli liberamente.


La paura che i caldomorbidi finissero cominciò poco per volta a diminuire e probabilmente toccò anche il luogo dove ora voi vivete. Se voi volete (e io sono sicura che voi lo volete), potete unirvi a loro a offrire e a chiedere caldomorbidi e, in questo modo, aiutare i vostri ragazzi (e voi stessi) a diventare autonomi e sani senza più il rischio che la loro e la vostra schiena si ripieghi per la sofferenza e rischi di raggrinzirsi. 

Claude Steiner, 1969

Un grazie sincero a Angelo Albero, Roberta Della Maggiora, Martina Fondi, Lucia Puliti, Ilaria Arata che hanno curato l’adattamento di questa bellissima favola per un corso di aggiornamento al quale ho partecipato di quelli speciali … che toccano il cuore . Un grazie sincero per avermi permesso di diffonderla.

Buon Natale a tutti voi 

Sandra e Giorgio 


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