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Noi e la politica

Creato il 28 marzo 2013 da Riecho
Premessa
Ci hanno abituato a infilare la politica dappertutto, un po' come descriveva Giorgio Gaber in una sua famosa canzone. 
Siamo abituati a parole come "patria", "nazione", "giustizia sociale", "equità", "democrazia"...esercizi di retorica che hanno in realtà un solo fine: rendere legale e condiviso un sistema di potere e di ingegneria sociale.
Per cui c'è chi è pure convinto che essere turlupinati e derubati quotidianamente sia giusto e giustificabile, perché "serve" a realizzare un nobile ideale.
La realtà
Oggi in tanti si chiedono perché Bersani insista in questo tentativo disperato di formare un governo.
Ve lo spiego io.

Perché se per caso si andasse ad elezioni fra poco, quello che è il suo partito non sarebbe la sola cosa ad andare in pezzi, dato che Renzi farebbe la sua gara (e che è pure per abolire il finanziamento pubblico ai partiti) e perderebbe quindi sicuramente.
Si sgretolerebbe in realtà quella che è la vera essenza di quel partito, che non sono gli "ideali" che sbandiera e le parolette con cui si riempiono la bocca i suoi sostenitori, ma un radicato, diffuso e immanente sistema di potere economico che coinvolge tutto il paese.

Il caso MPS, su cui vige un silenzio di piombo come la loro un tempo amata cortina, non è che un granello di sabbia di una spiaggia tropicale lunga chilometri.

In realtà, tutto un enorme sistema economico-finanziario basato sul denaro pubblico, sia a livello centrale che periferico, andrebbe in frantumi. Banche, assicurazioni, cooperative edilizie e di servizi, imprese "amiche" (simpatiche finanziatrici...); tutta roba che senza finanziamenti e appalti pubblici (ma stabiliti non attraverso gare, ma privatamente!)...kaputt, finito.
E con questo, tutto l'enorme potere che ne deriva.
Conclusione
Questa è la politica.
Non le chiacchiere, non gli slogan roboanti: solo potere dell'uomo sull'uomo.

Che fare?
Per chi crede nell'individuo, nella sua libertà e nella spontanea cooperazione sociale che si esplica nel libero scambio fra le persone (di idee, informazioni, beni, servizi etc etc) non possono esistere "soluzioni" collettive...non si è né si vuole diventare ingegneri sociali, e quindi non si pretende di imporre al prossimo un "sistema" socio-economico.
Si possono seguire, individualmente, dei comportamenti conseguenti a questa visione delle cose.
Per cui, ad esempio:
  1. Attrezzarsi culturalmente per capire la realtà nella quale viviamo. Il che significa conoscere e studiare l'economia, che altro non è che lo studio del comportamento dell'uomo nel suo rapporto coi propri simili.
  2. Cercare le soluzioni migliori per sè e per le persone che ci sono vicine per difendere la propria proprietà , che in definitiva coincide con quello che noi siamo.
  3. Agire su singoli temi che ci interessano, appoggiando quelle iniziative coraggiose che di tanto in tanto nascono spontaneamente: ad esempio la petizione per l'uso illimitato del denaro contante, piuttosto che la lotta di Giorgio Fidenato, un coraggioso imprenditore veneto, contro la ritenuta d'imposta.
  4. Per finire: comportarsi sempre correttamente con il prossimo. La prima cosa da fare, se si vuole cercare di vivere da persone libere.
Massimo Testa
contributor EconomiaeLiberta.com

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